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elezioni 2008: chi voterete?

  1. #251
    Redhead Pride Lantis
    Uomo 41 anni da Estero
    Iscrizione: 21/10/2004
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    Il voto è segreto


  2. #252
    Assuefatto da FdT
    Uomo 37 anni da Milano
    Iscrizione: 7/10/2007
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    a me han fatto sempre ridere, per non dire pena, le persone che non votano la destra in generale solo perchè c'è Berlusconi...cioè non ha senso!!!

    Poi però vanno a votare liste con terroristi e travestiti...bah!!!

  3. #253
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
    Iscrizione: 11/9/2007
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    Quote Originariamente inviata da infinitomenouno Visualizza il messaggio
    L'informazione sta prevalentemente dalla parte del berlusconismo.
    L'editoria è tutta in mano sua e ha dimostrato di dettar legge non solo a mediaset ma anche alla rai; i giornali e i siti web che lo sostengono apertamente sono svariati (troppi): "panorama", "il giornale", "libero", "il velino", "legnostorto", "la padania", "il velino", "opinione", "il tempo", "loccidentale", "cominciaitalia.net", "ccsnews" e l'elenco non terminerebbe mai.
    Negli ultimi sette anni, cinque sono stati governati da Berlusconi e quasi due da Prodi; se stiamo male è per colpa di entrambi, ed è per questo che è inutile dire di chi è la colpa, perchè alla fine è di tutta la classe dirigente italiana.
    Secondo me l'antiberlusconismo è una montatura dei berlusconiani, che non comprendono il fatto che esista gente è stufa delle solite facce e delle solite promesse infrante. Destra o sinistra che sia, i governi degli ultimi quindici anni hanno fatto gravi danni, forse incolmabili; è da illusi credere ancora in questo sistema e in qusti personaggi.
    Ma per piacere!!!!!
    L'antiberlusconismo non esiste??? Voi avete governato solo grazie a questo.
    Hai citato i giornali dei partiti (tipo la Padania) e quelli obiettivamente schierati (libero, il Giornale, così) perchè non citi quelli che definite neutrali (corriere, repubblica,ecc..) e che invece fanno cagare???
    E soprattutto l'informazione sta dalla parte di Berlusconi...
    e tutto ciò che ci sta contro? Dalla magistratura e infinte altre cose, anzi per essere chiari infinitomenouno (che battuta del *****)

  4. #254
    infinitomenouno
    Ospite

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    Effetti negativi dell'abolizione dell'ICI
    Da Business online:

    Via l'Ici sulla prima casa? di Maria Cecilia Guerra
    Nel programma elettorale depositato, assieme al simbolo, dalla Casa delle libertà la parola Ici non ricorre nemmeno una volta. La proposta di eliminare l’Ici sulla prima casa, avanzata da Silvio Berlusconi nel confronto con Romano Prodi di lunedì sera, è quindi a tutti gli effetti un’improvvisazione. Come ogni proposta che coinvolge il disegno del sistema fiscale e, in particolare, per quanto riguarda l’Ici, anche l’autonomia finanziaria degli enti decentrati, andrebbe invece meglio meditata.

    Il finanziamento
    La proposta di abolire l’Ici sulla prima casa si aggiunge alle quindici proposte di tagli alle imposte già contenute nel programma della Casa delle libertà. Questa da sola avrebbe un costo stimato di 2,5-3 miliardi di euro (ovvero, come ha ricordato Berlusconi all’assemblea della Confcommercio, sarebbe pari a circa un punto di cuneo fiscale sul lavoro).
    Come sostituire questa imposta o come finanziarne altrimenti l’abolizione non è stato ancora indicato. Si è infatti parlato di dismissione di immobili e recupero dell’evasione fiscale, ma ci si dimentica che queste fonti sono già state “ipotecate” per il finanziamento delle misure esplicitamente previste nel programma.
    La situazione dell’economia e dei conti pubblici richiede però molta attenzione nel decidere se e quali imposte tagliare. Le perdite di gettito devono essere coperte e le poche risorse che (forse) saranno disponibili devono essere concentrate su obiettivi accuratamente selezionati.
    L’eliminazione dell’Ici sulla prima casa, se anche venisse finanziata, sarebbe inadeguata a favorire la crescita economica e discutibile sotto il profilo redistributivo.

    Un taglio inadatto a stimolare la crescita economica
    Nel caso dell’Ici sulla prima casa, si può immaginare un limitato effetto positivo sul mercato immobiliare, cosa di cui comunque non si avverte grande bisogno, e sul reddito disponibile delle famiglie proprietarie (ossia il 68 per cento delle famiglie italiane, secondo i dati dell’indagine Banca d’Italia sui redditi e la ricchezza delle famiglie italiane riferita al 2004) e, quindi, della domanda. L’esperienza recente insegna che non bisogna far molto conto su quest’ultimo effetto. Nel 2005 la riduzione delle aliquote Irpef, per un ammontare almeno doppio (6 miliardi) di quello di cui si parla per l'Ici, non sembra aver dato i risultati sperati: il contributo della spesa delle famiglie alla crescita del Pil nel 2005 è stato esattamente pari a zero (nei due anni precedenti era stato di 0,3 e 0,6 punti percentuali). Questa via non sembra, insomma, quella migliore per stimolare l'economia.

    Una misura con discutibili effetti distributivi
    La tutela fiscale riconosciuta al bene “casa di abitazione” è oggi nel nostro paese fortemente asimmetrica. Chi abita in una casa di sua proprietà gode di una agevolazione Irpef: la rendita della prima casa è infatti, dal 2000, esente da ogni imposta; in più, se ha contratto un mutuo per acquistarla, può detrarre in buon parte gli interessi dall’Irpef, conseguendo un ulteriore risparmio fiscale. Chi invece abita una casa in affitto non gode di nessuna agevolazione fiscale (una detrazione è riconosciuta infatti solo in presenza di “canoni convenzionali” ancora poco diffusi).
    Eliminare l’Ici sulla prima casa significherebbe in primo luogo ampliare ulteriormente questa asimmetria.
    Il concetto di prima casa è poi un concetto ambiguo: è prima casa un appartamento di 80 metri quadrati in periferia, ma è prima casa anche l’appartamento ristrutturato in centro a Roma o la villa di Arcore. L’esenzione dall’imposta distribuirebbe quindi un beneficio in modo molto sperequato fra cittadini. Come è invece attualmente disegnata l’Ici permette di andare incontro ai piccoli proprietari (con una generosa detrazione di imposta), senza favorire troppo i patrimoni milionari.

    Gli studi condotti sugli effetti distributivi dell’Ici nel nostro paese mettono in evidenza che essa è un’imposta proporzionale rispetto al valore del patrimonio, ma progressiva rispetto al reddito (questo perché il patrimonio immobiliare è distribuito ancora meno equamente di quanto non lo sia il reddito). Eliminare o depotenziare questa imposta significherebbe quindi ridurre ulteriormente l’efficacia redistributiva complessiva del nostro sistema fiscale.
    Con l’abolizione dell’Ici i proprietari della prima casa si troverebbero a beneficiare dei servizi comunali rivolti a tutte le abitazioni (fognature, illuminazione delle strade, altre spese di urbanizzazione, eccetera) senza concorrere a pagarli, trasferendone cioè l’onere su altri soggetti (nel caso in cui l’Ici venisse sostituita con trasferimenti statali finanziati con la fiscalità generale si potrebbe trattare addirittura di cittadini residenti in altre parti di Italia). Anche questo effetto non sembra certo condivisibile sotto il profilo distributivo.

  5. #255
    Assuefatto da FdT
    Uomo 37 anni da Milano
    Iscrizione: 7/10/2007
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    Piaciuto: 0 volte

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    Quote Originariamente inviata da lakeofire Visualizza il messaggio
    Ma per piacere!!!!!
    L'antiberlusconismo non esiste??? Voi avete governato solo grazie a questo.
    Hai citato i giornali dei partiti (tipo la Padania) e quelli obiettivamente schierati (libero, il Giornale, così) perchè non citi quelli che definite neutrali (corriere, repubblica,ecc..) e che invece fanno cagare???
    E soprattutto l'informazione sta dalla parte di Berlusconi...
    e tutto ciò che ci sta contro? Dalla magistratura e infinte altre cose, anzi per essere chiari infinitomenouno (che battuta del *****)
    piccolo esempio, Mediaset è del Berlusca ma programmi politici di parte non ne ho mai visti!!!

    sulla RAI invece?? oddio non saprei da dove cominciare, personaggi tipo Luttazzi, Santoro, poi quella rincoglionita coi capelli rossicci che non mi ricordo come si chiama, poi Floro Floris o quel che l'è, Littizzetto...ecc ecc..

    fortuna che l'informazione è in mano a Berly.

  6. #256
    Assuefatto da FdT
    Uomo 37 anni da Milano
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    Effetti negativi dell'abolizione dell'ICI
    Da Business online:

    Via l'Ici sulla prima casa? di Maria Cecilia Guerra
    Nel programma elettorale depositato, assieme al simbolo, dalla Casa delle libertà la parola Ici non ricorre nemmeno una volta. La proposta di eliminare l’Ici sulla prima casa, avanzata da Silvio Berlusconi nel confronto con Romano Prodi di lunedì sera, è quindi a tutti gli effetti un’improvvisazione. Come ogni proposta che coinvolge il disegno del sistema fiscale e, in particolare, per quanto riguarda l’Ici, anche l’autonomia finanziaria degli enti decentrati, andrebbe invece meglio meditata.

    Il finanziamento
    La proposta di abolire l’Ici sulla prima casa si aggiunge alle quindici proposte di tagli alle imposte già contenute nel programma della Casa delle libertà. Questa da sola avrebbe un costo stimato di 2,5-3 miliardi di euro (ovvero, come ha ricordato Berlusconi all’assemblea della Confcommercio, sarebbe pari a circa un punto di cuneo fiscale sul lavoro).
    Come sostituire questa imposta o come finanziarne altrimenti l’abolizione non è stato ancora indicato. Si è infatti parlato di dismissione di immobili e recupero dell’evasione fiscale, ma ci si dimentica che queste fonti sono già state “ipotecate” per il finanziamento delle misure esplicitamente previste nel programma.
    La situazione dell’economia e dei conti pubblici richiede però molta attenzione nel decidere se e quali imposte tagliare. Le perdite di gettito devono essere coperte e le poche risorse che (forse) saranno disponibili devono essere concentrate su obiettivi accuratamente selezionati.
    L’eliminazione dell’Ici sulla prima casa, se anche venisse finanziata, sarebbe inadeguata a favorire la crescita economica e discutibile sotto il profilo redistributivo.

    Un taglio inadatto a stimolare la crescita economica
    Nel caso dell’Ici sulla prima casa, si può immaginare un limitato effetto positivo sul mercato immobiliare, cosa di cui comunque non si avverte grande bisogno, e sul reddito disponibile delle famiglie proprietarie (ossia il 68 per cento delle famiglie italiane, secondo i dati dell’indagine Banca d’Italia sui redditi e la ricchezza delle famiglie italiane riferita al 2004) e, quindi, della domanda. L’esperienza recente insegna che non bisogna far molto conto su quest’ultimo effetto. Nel 2005 la riduzione delle aliquote Irpef, per un ammontare almeno doppio (6 miliardi) di quello di cui si parla per l'Ici, non sembra aver dato i risultati sperati: il contributo della spesa delle famiglie alla crescita del Pil nel 2005 è stato esattamente pari a zero (nei due anni precedenti era stato di 0,3 e 0,6 punti percentuali). Questa via non sembra, insomma, quella migliore per stimolare l'economia.

    Una misura con discutibili effetti distributivi
    La tutela fiscale riconosciuta al bene “casa di abitazione” è oggi nel nostro paese fortemente asimmetrica. Chi abita in una casa di sua proprietà gode di una agevolazione Irpef: la rendita della prima casa è infatti, dal 2000, esente da ogni imposta; in più, se ha contratto un mutuo per acquistarla, può detrarre in buon parte gli interessi dall’Irpef, conseguendo un ulteriore risparmio fiscale. Chi invece abita una casa in affitto non gode di nessuna agevolazione fiscale (una detrazione è riconosciuta infatti solo in presenza di “canoni convenzionali” ancora poco diffusi).
    Eliminare l’Ici sulla prima casa significherebbe in primo luogo ampliare ulteriormente questa asimmetria.
    Il concetto di prima casa è poi un concetto ambiguo: è prima casa un appartamento di 80 metri quadrati in periferia, ma è prima casa anche l’appartamento ristrutturato in centro a Roma o la villa di Arcore. L’esenzione dall’imposta distribuirebbe quindi un beneficio in modo molto sperequato fra cittadini. Come è invece attualmente disegnata l’Ici permette di andare incontro ai piccoli proprietari (con una generosa detrazione di imposta), senza favorire troppo i patrimoni milionari.

    Gli studi condotti sugli effetti distributivi dell’Ici nel nostro paese mettono in evidenza che essa è un’imposta proporzionale rispetto al valore del patrimonio, ma progressiva rispetto al reddito (questo perché il patrimonio immobiliare è distribuito ancora meno equamente di quanto non lo sia il reddito). Eliminare o depotenziare questa imposta significherebbe quindi ridurre ulteriormente l’efficacia redistributiva complessiva del nostro sistema fiscale.
    Con l’abolizione dell’Ici i proprietari della prima casa si troverebbero a beneficiare dei servizi comunali rivolti a tutte le abitazioni (fognature, illuminazione delle strade, altre spese di urbanizzazione, eccetera) senza concorrere a pagarli, trasferendone cioè l’onere su altri soggetti (nel caso in cui l’Ici venisse sostituita con trasferimenti statali finanziati con la fiscalità generale si potrebbe trattare addirittura di cittadini residenti in altre parti di Italia). Anche questo effetto non sembra certo condivisibile sotto il profilo distributivo.
    ma tutte le volte ci devi rifilare queste pappardelle di robe da leggere??

    e poi citi queste informazioni perchè piacciono a te!!! cosa ne sai che non sono di parte??

  7. #257
    Mai più senza FdT lakeofire
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    Quote Originariamente inviata da infinitomenouno Visualizza il messaggio
    Effetti negativi dell'abolizione dell'ICI
    Da Business online:

    Via l'Ici sulla prima casa? di Maria Cecilia Guerra
    Nel programma elettorale depositato, assieme al simbolo, dalla Casa delle libertà la parola Ici non ricorre nemmeno una volta. La proposta di eliminare l’Ici sulla prima casa, avanzata da Silvio Berlusconi nel confronto con Romano Prodi di lunedì sera, è quindi a tutti gli effetti un’improvvisazione. Come ogni proposta che coinvolge il disegno del sistema fiscale e, in particolare, per quanto riguarda l’Ici, anche l’autonomia finanziaria degli enti decentrati, andrebbe invece meglio meditata.

    Il finanziamento
    La proposta di abolire l’Ici sulla prima casa si aggiunge alle quindici proposte di tagli alle imposte già contenute nel programma della Casa delle libertà. Questa da sola avrebbe un costo stimato di 2,5-3 miliardi di euro (ovvero, come ha ricordato Berlusconi all’assemblea della Confcommercio, sarebbe pari a circa un punto di cuneo fiscale sul lavoro).
    Come sostituire questa imposta o come finanziarne altrimenti l’abolizione non è stato ancora indicato. Si è infatti parlato di dismissione di immobili e recupero dell’evasione fiscale, ma ci si dimentica che queste fonti sono già state “ipotecate” per il finanziamento delle misure esplicitamente previste nel programma.
    La situazione dell’economia e dei conti pubblici richiede però molta attenzione nel decidere se e quali imposte tagliare. Le perdite di gettito devono essere coperte e le poche risorse che (forse) saranno disponibili devono essere concentrate su obiettivi accuratamente selezionati.
    L’eliminazione dell’Ici sulla prima casa, se anche venisse finanziata, sarebbe inadeguata a favorire la crescita economica e discutibile sotto il profilo redistributivo.

    Un taglio inadatto a stimolare la crescita economica
    Nel caso dell’Ici sulla prima casa, si può immaginare un limitato effetto positivo sul mercato immobiliare, cosa di cui comunque non si avverte grande bisogno, e sul reddito disponibile delle famiglie proprietarie (ossia il 68 per cento delle famiglie italiane, secondo i dati dell’indagine Banca d’Italia sui redditi e la ricchezza delle famiglie italiane riferita al 2004) e, quindi, della domanda. L’esperienza recente insegna che non bisogna far molto conto su quest’ultimo effetto. Nel 2005 la riduzione delle aliquote Irpef, per un ammontare almeno doppio (6 miliardi) di quello di cui si parla per l'Ici, non sembra aver dato i risultati sperati: il contributo della spesa delle famiglie alla crescita del Pil nel 2005 è stato esattamente pari a zero (nei due anni precedenti era stato di 0,3 e 0,6 punti percentuali). Questa via non sembra, insomma, quella migliore per stimolare l'economia.

    Una misura con discutibili effetti distributivi
    La tutela fiscale riconosciuta al bene “casa di abitazione” è oggi nel nostro paese fortemente asimmetrica. Chi abita in una casa di sua proprietà gode di una agevolazione Irpef: la rendita della prima casa è infatti, dal 2000, esente da ogni imposta; in più, se ha contratto un mutuo per acquistarla, può detrarre in buon parte gli interessi dall’Irpef, conseguendo un ulteriore risparmio fiscale. Chi invece abita una casa in affitto non gode di nessuna agevolazione fiscale (una detrazione è riconosciuta infatti solo in presenza di “canoni convenzionali” ancora poco diffusi).
    Eliminare l’Ici sulla prima casa significherebbe in primo luogo ampliare ulteriormente questa asimmetria.
    Il concetto di prima casa è poi un concetto ambiguo: è prima casa un appartamento di 80 metri quadrati in periferia, ma è prima casa anche l’appartamento ristrutturato in centro a Roma o la villa di Arcore. L’esenzione dall’imposta distribuirebbe quindi un beneficio in modo molto sperequato fra cittadini. Come è invece attualmente disegnata l’Ici permette di andare incontro ai piccoli proprietari (con una generosa detrazione di imposta), senza favorire troppo i patrimoni milionari.

    Gli studi condotti sugli effetti distributivi dell’Ici nel nostro paese mettono in evidenza che essa è un’imposta proporzionale rispetto al valore del patrimonio, ma progressiva rispetto al reddito (questo perché il patrimonio immobiliare è distribuito ancora meno equamente di quanto non lo sia il reddito). Eliminare o depotenziare questa imposta significherebbe quindi ridurre ulteriormente l’efficacia redistributiva complessiva del nostro sistema fiscale.
    Con l’abolizione dell’Ici i proprietari della prima casa si troverebbero a beneficiare dei servizi comunali rivolti a tutte le abitazioni (fognature, illuminazione delle strade, altre spese di urbanizzazione, eccetera) senza concorrere a pagarli, trasferendone cioè l’onere su altri soggetti (nel caso in cui l’Ici venisse sostituita con trasferimenti statali finanziati con la fiscalità generale si potrebbe trattare addirittura di cittadini residenti in altre parti di Italia). Anche questo effetto non sembra certo condivisibile sotto il profilo distributivo.
    Mi sembra che l'abolizione dell'ICI venga "compensata" (anche se non è il termine corretto) dal federalismo fiscale. Ci saranno meno soldi che dalle regioni vanno allo stato e quindi più soldi da utilizzare in "casa propria". Se la regione è ben gestita non dovrebbero esserci molti problemi.

    Il discorso che la prima casa sia grande o piccola che cavolo cambia? Sempre prima casa è. Io non capisco perchè se uno ha una casa da 100mq non debba pagare, mentre se ce l'ha da 400mq deve essere ucciso.
    La prima casa è prima casa. Berlusconi ha come prima casa Arcore? bne quella non paga, tanto ne ha lo stesso tante altre, pagherà in tutte quelle.

  8. #258
    infinitomenouno
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da lakeofire Visualizza il messaggio
    Ma per piacere!!!!!
    L'antiberlusconismo non esiste??? Voi avete governato solo grazie a questo.
    Hai citato i giornali dei partiti (tipo la Padania) e quelli obiettivamente schierati (libero, il Giornale, così) perchè non citi quelli che definite neutrali (corriere, repubblica,ecc..) e che invece fanno cagare???
    E soprattutto l'informazione sta dalla parte di Berlusconi...
    e tutto ciò che ci sta contro? Dalla magistratura e infinte altre cose, anzi per essere chiari infinitomenouno (che battuta del *****)
    Hai appena negato logicamente che sono infinite le cose controllate dai cosiddetti antiberlusconiani, cioè la negazione di tutto, quindi ti sei contraddetto da solo.
    Siccome vincenzo ha detto che tutta l'informazione è contro berlusconi, ne sarebbe bastata una favorevole per negare questa affermazione (io ne ho trovate a decine). ci tengo a precisare alcune cose:
    1- abbassa i toni (non siamo allo stadio)
    2- voi chi? io non faccio parte di alcun partito e sto prendendo la decisione di fare disegni osceni sulla scheda.
    3- ti senti illuminato da qualcuno?
    4- hai appena detto che certi giornali fanno cagare, io dico tutti, perchè sono tutti politicamente schierati, chi più, chi meno; c'è quello che sostiene prodi, quello che sostiene montezemolo, quello che sostiene gli industriali, quelli che sostengono berlusconi e cosi via.
    5- la magistratura è contro chi le pare, contro berlusconi ovviamente ma è la stessa magistratura che ha fatto cadere prodi, quindi anche all'interno della magistratura c'è il solito banale scontro politico
    6- la politica è tutto uno schifo
    7- una sola cosa è assoluta, ossia la stupidità umana; tutto il resto è relativo.

  9. #259
    Mai più senza FdT lakeofire
    Uomo 39 anni
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    Quote Originariamente inviata da Marcolino87 Visualizza il messaggio
    ma tutte le volte ci devi rifilare queste pappardelle di robe da leggere??


    Quote Originariamente inviata da Marcolino87 Visualizza il messaggio
    e poi citi queste informazioni perchè piacciono a te!!! cosa ne sai che non sono di parte??
    Questa fonte non la conosco, penso sia molto "tecnica" cmq.
    Di sicuro nel web non è difficile trovare qualcosa contro Berlusconi & C.

  10. #260
    infinitomenouno
    Ospite

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    Quote Originariamente inviata da Marcolino87 Visualizza il messaggio
    peccato che il resto dell'informazione che non "possiede" Berlusconi è ancor di più..

    e poi parli pure della RAI??

    ma smettila va che bastano "anno zero" e "ballarò" per eguagliare tutti quelli che hai citato!
    Mi riferivo all'editto Bulgaro...pensavo fossi informato.

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