Originariamente inviata da
Wolverine
No, proprio per niente. La democrazia rappresentativa (che non è l'unico tipo di democrazia teorizzato ma di certo è il più attuabile e attuato) parte comunque dal presupposto fondamentale che una comunità deve avere un'organizzazione centrale. Già questo non la rende utopistica. Utopistiche sono invece ad esempio l'anarchia, o la democrazia diretta in comunità più grandi di un villaggio o un piccolo paese (con la "p" minuscola non a caso).
- - - Aggiornamento - - -
Hai fatto una domanda, io ho risposto
Riagganciandomi al post di Half Shadow, ovviamente se preso in senso letterale è ovvio che la prima reazione è quella di snobbarlo, non ti biasimo per questo. Ma non puoi dimenticare che l'Italia ha in particolare assorbito molto e molto bene una parte del pensiero di Gramsci, ossia la necessità, per un'ideologia, di "impadronirsi" gradualmente di tutti i gangli culturali di una comunità ancor prima che di quelli governativi. Anzi, per quel che mi pare di ricordare, paradossalmente Gramsci non riteneva neanche così imprescindibile entrare effettivamente nei palazzi del potere, purchè sussista il dominio nella cultura.
Da "avversario", ho sempre riconosciuto a questo tipo di pensiero una grandissima genialità, anche se c'è da dire che se pur in maniera rozza anche lo stesso Mussolini cercò di fare proprio quello, prendere il potere inculcando la cultura fascista nel popolo italiano. La differenza è che i comunisti sono stati molto più pazienti e, agevolati dai disastri della guerra, hanno saputo pian piano infiltrarsi in mondi chiave come il giornalismo (tranne alcune nicchie), la televisione (idem), il cinema, la scuola e l'università. Quando hai in mano una fetta rilevante di questi mondi, di fatto sei GIÁ al governo...