[..]Sentivo la profondità della sua quiete, dove nessuna cosa vivente poteva giungere, simile ad un immoto specchio d'acqua nascosto nell'oscurità. In un attimo cristallino compresi che tutto ciò era perte dell'attrazione che provavo: volevo immergere le mani nell'immobilità e nella quiete di quel luogo di morte per abbracciarlo, affrontarlo, conquistarlo. Volevo riempirlo di un'ardente onda di vita. Sapevo di poterlo fare, ma soltanto al prezzo di bere quell'acqua ferma e cupa.-[..]