Ho scostato i tuoi folti capelli e ho scoperto la fronte e gli occhi scuri, sgranati, seri, inquisitori. I tuoi occhi così tristi - magari sapessi il motivo - che tuttavia, in ogni lettera, sento pronti a illuminarsi, a spalancarsi. I tuoi occhi alla Giulietta Masina (alla fine di Le notti di Cabiria, ricordi?). E con quello sguardo mi chiedi allora: chi sei? Non so, vorrei essere chiunque il tuo sguardo vede in me. Si, se solo non avrai paura di vedere - forse sarò. [...] Anche adesso, mentre scrivo, la mia anima si strugge quando ridi, quando tremi, quando ti stringi a me, perché, come nessuna delle donne che mi hanno abbracciato, so che tu ti stringerai a me completamente, nella tua interezza, perché sei viva. Ho annotato dentro di me questo piccolo particolare che ha sempre attirato la mia attenzione. Perché le donne, capisci, mi hanno sempre abbracciato, all'inizio, solo con metà corpo, metà del loro corpo contro il mio corpo affamato. Solo un seno, per essere precisi (anche se non so come abbraccino gli altri uomini). Mentre tu hai violato questa legge femminile proclamando con il tuo corpo che sei fedele e hai degli obblighi esclusivamente verso l'uomo che sono, non verso la totalità delle donne che sta dietro di te.