Mia madre, quando ero neonato, ebbe un forte trauma post-partum e cominciò a ripudiare mio padre, era avezza ad avere rapporti sessuali con lui, si alienò a tal punto da essere ricoverata in una clinica per disturbi psichici a Roma per ben due anni. Io nel frattempo sono cresciuto con i nonni paterni, quando tornò non fù la stessa donna di prima e la sua vita fù un continuo ricercarsi invano. Molto instabile nel comportamento, passava da momenti di solarità a veri e propri deliri interiori ed esteriori, era perseguitata da un'angoscia esistenziale ed era molto condizionabile dalle persone.
Si sposò con mio padre per amore, ma quest'ultimo era un nullatenente e di ceto (nelle famiglie borghesi, lei era una conosciuta e facoltosa commerciante, una volta ci si teneva moltissimo al ceto) inferiore. La disgrazia fù che mia nonna materna ha dovuto convivere nella stessa casa con noi e io sono stato vittima fino all'età di sei anni di continui e furibondi litigi, lei aizzava continuamente mia madre perchè mio padre era un misero ragioniere, pezzente ed ignorante e questa cosa lievitò moltissimo. Nella famiglia c'era anche la sorella di mia madre, paraplegica dalla nascita e con un lieve ritardo mentale non riconosciuto (all'epoca le famiglie nascondevano tali posizioni).
Quello che portò alla rottura fù un giorno. quando lui ritornando dal lavoro mi chiese a tavola: che compiti devi fare? Gli risposi: le tabelline papà! (in effetti mi frugò prima nella cartella e lesse sul diario che dovevo fare anche un riassunto) Mi diede uno schiaffo di una tale violenza che mi scaraventò con la faccia nel piatto poi gridando: Tu devi imparare a fare l'uomo, non ti permettere più di dirmi bugie, hai capitooo, hai capitoooooo! Mia madre gli si avventò addosso e la spinse così forte che urtò con la testa verso la parete accasciandosi e perdendo i sensi, mia nonna pure gli si avventò e lui afferò la bottiglia di vino lanciandogliela, intento a colpirla, fortunatamente si frantumò sulla parete, mia zia paraplegica cominciò a vibrare tutta dallo spavento e cadde dalla sedia.
Io piangevo e singhiozzavo preso dalla disperazione più totale e alla vista di quel rosso sulla parete ho temuto che avesse ucciso mia madre. Di lì dopo qualche mese la separazione e, nel 1971 il divorzio. Io divenni di proprietà di mia madre, mio padre e la famiglia di mio padre si eclissarono completamente e non li vidi più fino all'età di 27 anni, quando, mia madre oramai terminale per un cancro ai polmoni, al cervello e alle ossa, telefonai a mia zia paterna ma, cominciando a frequentare mio padre mi accorsi subito che era ed è un vaso rotto con me, c'ho messo l'attack ma resta pur sempre un vaso rotto, ed è sempre pronto a rivedere in me mia madre e questo mi dà enormemente fastidio. Fortunatamente sua sorella, mia zia, è molto diversa da lui e mi stà vicina nei momenti di bisogno.
Questa incresciosa esperienza mi portò ad avere un blocco intestinale e un trauma a causa dello spavento fortissimo, come vedevo mio padre tremavo come una foglia al vento, un terrore pazzesco mi pervase tutto solo alla sua vista e per parecchii anni nelle notti mi svegliavo perchè avevo un lampo nella testa e gridavo e piangevo disperato. Non sono stato in grado di frequentare la scuola perchè aalienato e dissociatoper per un annetto e mezzo circa, mia madre, con molta discrezione, mi ci portava qualche giorno. Non sò se fu la conseguenza di questa dolorosa vicenda ma non ebbi più le erezioni spinali che hanno tutti i bambini, mia madre disperata mi portò dai migliori medici e con cure adeguate a base di farmaci tutto con il tempo, molto tempo, tornò fortunatamente nella normalità.
Non me la passai mai bene, mia nonna all'epoca copriva sua figlia paraplegica, omia zia materna, l'handicap era considerato un taboo, la viziò a dismisura, gli comprava di tutto vestiti, scarpe a josa, tutto era offerto a lei su un piatto d'argento perchè, poverina, era nata così. Intanto oltre ad avere tutto, prese il vizio di bere. All'epoca non esistevano ancora le sedie a rotelle ed usciva da sola su uno scannetto trascinandosi per andare in chiesa e si permetteva anche di chiedere i soldi alla gente, uscita dalla chiesa, andava al bar e beveva Strega (da mandare in galera il proprietario)e mia nonna mi supplicava, quando avevo 10 anni, di andarla a riprenderla e portarla a casa. Ubbriaca fradicia gridava contro di me e il barista, mi mandava a fare in c**o, fatti i c***i tuoi, io faccio quello che c***o mi parre, prendevo tutto e per bontà d'animo e molta forza interiore riuscivo a convincerla a ritornare. Quanndo ebbi 11 anni mia madre dovette operarsi d'urgenza per una vistosa flogosi alla gamba, tutti pnsavano che era maligna e anche io sono vissuto nel terrore di questo, il parroco mi portò da mio padre che non mi volle tenere, lo stesso si impietosì e mi tenne lui a casa sua per otto mesi. Quando mia madre tornò non riusciva a camminare e io imparai a fargli riabilitazione, le medicavo la ferita, le portavo a mangiare a letto, avevamo fatto una convenzione con un ristorante e io andavo a prendere il pasto, e la accompagnavo al bagno. Dopo molto tempo riprese a camminare.
Ma ritorniamo a mia madre, proprio perchè divenni proprietà di mia madre fui da lei idolatrato, nel corso degli anni dovevo divenire sempre più a sua immagine e somiglianza senza manifestare nel mio carattere e nel mio aspetto fisico somiglianze con mio padre. Ma la sua istabilità crebbe a dismisura, fino all'età di 15 anni tutto era armonico e amoroso, era molto tenera e premurosa, ma quando cominciarono a delinearsi in me gli aspetti fisici di mio padre e richieste che i giovani fanno, lo stereo soprattutto, mi si ritorse contro. Era un continuo 50% di comprensione e odio, una montagna russa fatta di giornate serene e di notti da incubo.
Non mi dava pace, quando cominciai ad amoreggiare con le ragazze era sempre presente, voleva indagare chi erano, se ci tenevano a me, se ci facevo soprattutto sesso e erano di rango borghese. Tutto questo influenzò moltissimo sulla mia crescita lei, astuta, in un certo periodo mi volle far passare per pazzo portandomi da uno spregiudicato neurologo che mi somministrò dosi abbondanti di Tavor. Tutto questo perchè volevo essere libero e indipendente, sia con l'amore, con gli amici, con la musica, con la scelta di acquistare uno stereo decente (ripudiava categoricamente gli impianti stereo, erano schifezze per lei) o un clarinetto (solo l'essenziale, guai se chiedevo un sassofono, l'ho fatto a 23 anni comprandolo con i miei soldi e mi ha letteralmente divorato!).
Sono un musicista e mia madre non mi ha mai dato la possibilità di uscire fuori dal territorio, le sue paranoie erano tali da farsi venire malanni e svenimenti. Dall'età di 19 anni in su mi ha cresciuto a cinghiate, mi prendeva dovunque, in faccia, sulle braccia e, una volta che mi tolsi la barba per piacere ad una ragazza (era d'obligo portarla causa la strabiliante somiglianza con mio padre) mi sputò in faccia dicendomi: Sei un porco, mi fai schifo, sei tale e quale a tuo padre! Nel periodo che stavo con una ragazza che a lei non gli scendeva perchè ci facevo sesso (mi costringeva ad ammetterlo prima o poi, con continui interrogamenti da terzo grado, strappate di capelli, insulti e nottate in bianco) mi mise sotto la pasta delle cicche di sigaretta dicendomi: io così sò cucinare, se non ti piace vai a mangiare da quella baldracca che frequenti!
Tutto questo odio fù scaturito dal fatto che a 21 anni, per una mia negligenza, non sono diventato insegnante di educazione musicale in ruolo, lei non mi fece frequentare il conservatorio ai fini concertistici ma solo mirati all'insegnamento in ruolo. Altre umiliazioni? Mia madre viveva di bed brekfast, riuscivano bene nei suoi introiti economici, duemilioniottocentomila al mese nel 1982, erano una bella sommetta! Bene, un periodo mi impose di andare a fare le pulizie, lavando l gabinetti, spazzando e rifacendo i letti, proprio come un servo! Nel 1989 è morta di un cancro devastante ai polmoni, al cervello e alle ossa ma io gli sono stato vicino sino all'ultimo.
Ho avuto la fortuna di conoscere mia moglie quando mia madre non c'era più, nessuna, non c'era donna che gli piaceva per me, tutte non erano come lei e le metteva alla gogna, svalorizzandomi e coprendomi di vergogna agli occhi delle mie ragazze. Era una tattica per farle dileguare e solo quando le stesse scappavano era felice di aver compiuto un atto d'amore verso di me.
Otto anni fà ebbi una fortissima depressione a causa di una serie di fattori scatenanti, i ricordi e le brutte esperienze, il mio modo di essere solare con tutti, il tradimento da parte di certe persone che ho frequentato e il peso che ho portato a causa di una serie di pesanti umiliazioni, mi hanno portato ad alienarmi. I psicofarmaci mi perseguitano, da una parte mi sono tanto d'aiuto dall'altra mi snaturano. All'epoca mi sembrava che il mondo era finito per me, non avevo il coraggio di uscire di casa e mi nascondevo alla presenza delle persone, ansia, paura, frustrazione, ricordi dolorosi sono affiorati come un eruzione vulcanica di enormi proporzioni e il magma mi bruciava nel cuore e nell'anima. Avrò versato litri di lacrime e mi sentivo pervarso da un'angoscia tremenda per questo non sono riuscito a lavorare per quasi due anni e con tante sedute di pisicanalisi, non sò come ringraziare la mia psicologa che mi ha tirato fuori per i capelli oltre all'affetto e le premure di mia moglie e dei miei figli. Tutt'ora li assumo in dosi più limitate rispetto ad un tempo e devo dire che mi fanno stare in perfetto equilibrio. Sono stabilizzatori di umore, ansiolitici e antidepressivi, tutti somministrati con cura da una buona neurologa.
Ma c'è il rovescio della medaglia però, attualmente sono diventato impotente, non ho più erezione ma solo stimoli sessuali. Ne ho parlato con la mia neurologa e mi ha detto che la cosa è conseguenziale e di normale amministrazione. Un cavolo, ho cinquant'anni e da quasi due anni non riesco nemmeno a masturbarmi più con il pene turgido ma floscio per poi eiaculare davanti a filmati pornografici. E' tutto molto frustrante, avvilente, mi sento un uomo a metà che lotta invano a tutti i costi per riavvalersi dei propri diritti di maschio, diritti ormai compromessi chissà per quanto tempo ancora.
La psicologa con i suoi interventi terapeutici è riuscita a far affiorare varie problematiche di carattere socioaffettivo che mi portavo dietro da quando ero bambino a causa di innumerevoli traumi subiti, mi ha aiutato a correlazionarmi con il prossimo e ad acquistare consapevolezza e equilibri. Con mia moglie mi ha stimolato ad essere più presente nel suo mondo, essendo io tendenzialmente di natura unidirezionale. ha cercato di capire da dove provenissero i nostri disagi per pianificare l'equilibrio sessuale che, per problematiche di coppia, era andato ad affievolirsi sfociando nella mancanza di desiderio. La neurologa, in questi anni ha ridotto i farmaci che attualmente prendo in questo modo:
Depakin chrono 300 mg. mezza compressa la mattina e mezza la sera.
Gabapentin teva pharma 300 mg. una compressa la mattina, una a pranzo e una la sera.
Venlafaxina 75 mg. due compresse la mattina.
Xanax 0,25 mg. una compressa la mattina, una a pranzo e una la sera.
Zyprexa velotab 5 mg. mezza compressa la sera.
La cosa che non capisco, e non ne ho avuto purtroppo risposte esaudienti che, pur avendo evidenti stimoli sessuali, non c'è erezione. Adesso per eciaculare utilizzo materiale pornografico in quanto dentro sono sessualmente integro e avverto il desiderio.
Crebbe in me il desiderio folle e compulsivo di acquistare su Ebay dischi long playng e stereofonia, come se fosse stata per me una liberazione e questo fù l'inizio di una profonda lacerazione interiore che mi ha portato all' attuale sconvolgimento economico e quasi al lastrico.
Sono un insegnante musicista professionista. Da quando ero ragazzino coltivo il mio amore per la musica diplomandomi al Conservatorio in clarinetto, adoro il Jazz e da ventitrè anni suono i sassofoni, attualmente propongo serate Live. Con molta devozione insegno strumento nella scuola cercando ogni giorno di far maturare nei miei alunni l'interesse e il gusto per l'arte meravigliosa che è la musica. Sono sposato e ho due splendidi figli, uno frequenta già l'università. Purtroppo da un pò di anni questa mia professione passione mi ha preso così tanto da rinchiudermi in me stesso e il legame con mia moglie si è a poco a poco sfaldato. Mi son ritrovato a spendere molti. moltissimi soldi per i sassofoni, lo stereo e i dischi in vinile, declinando quasi al lastrico le nostre finanze. Da un anno, esasperata, ha deciso di andare a vivere da sola in un'altra casa senza separarsi o divorziare.
Eravamo una bella coppia all'inizio, c'era dialogo e tenerezza, anche se lei non mi è stata mai vicina al mio lavoro in maniera convinta, forzandola e di malavoglia è venuta ad ascoltarmi solo un paio di serate e questo mi ha fatto soffrire tanto. Non è una musicista, lavora all'università e i suoi gusti musicali sono molto limitati e non si è voluta avvicinare al Jazz che io adoro. Non mi sento solo, ne abbandonato ma confuso, in me adesso c'è un sereno desiderio di riconquistare la sua fiducia, degli equilibri ma tutto è per lei solo un vaso rotto e il suo comportamento è frutto di frustrazioni e delusioni a tal punto che mi sono sentito dire qualche mese fà che il nostro matrimonio è stato ed è tutta una pagliacciata.
Adoro i miei figli ma anche loro seguono in buona misura la scia della madre, li sento prevenuti nei miei riguardi facendomi stare male, Adesso ritrovo in un bivio. Come e da dove ricominciare? Temo i fantasmi del passato e il crollo dovuto alla poca fiducia verso la mia persona, ci sarà per noi un futuro? La punta della piramide riuscirò a ribartarla? Se si, con sforzi e sacrifici, potrò di nuovo dar la luce negli occhi dei miei cari? Sono caduto nel vortice del mio desiderio di realizzarmi, e da qualche anno non ho più pesato i miei affetti più cari. Li ho fatti soffrire molto, e mi sento in colpa per questo. Adesso sono solo con la mia musica e nel cuore tanto amore verso di loro.
Eppure confesso che la musica è per me una linfa vitale, è nel mio sangue, nel dna, ma vorrei imparare ad essere uomo, responsabile e sereno,soprattutto ritrovarmi nell'intimo delle emozioni che provo per i miei figli e mia moglie, condividendole appieno.Il vuoto che io stesso mi sono costruito mi lacera e la loro titubanza, il fatto di sentirmi adesso osservato, perchè è quello che attualmente fanno, mi legano i polsi. La botta subita dal loro distacco, come se mi avessero messo in standby, ma mi amano lo sò e non mi hanno mai abbandonato è stata talmente tanto forte da scossonarmi sui binari della vita, adesso comincio ad esserne meno cieco, convinto e fiducioso.
Ho trascorso il capodanno con loro e mi sono emozionato, avverto i loro sentimenti ma non li espongono e ne tantomeno si espongono, non vogliono scivolare nuovamente su quell'olio che ho buttato ai loro piedi atto di acquisti, strumenti musicali,impianto Hi-Fi, Long Playing che sono costati sul nostro fabisogno giornaliero grandi privazioni e ristrettezze, oltre a quasi cinquanta mila euro. Questa ferita fresca sanguina adesso e solo con le parole fatte di buoni propositi non riesco a rimarginarla subito e ho paura che i sogni di esser rinato a persona nuova possano essere lavati dallo scetticismo e dai preconcetti che loro attualmente hanno su di me, come se avessi gridato per tanto tempo: al lupo, al lupo.
Mi chiedo, come potrò raddrizzare il tiro? Come farò a far convivere in me un uomo che è attualmente ricettivo e stà imparando dopo lunghi giorni di distacco fisico e solitudine a vista ad assumersi le proprie responsabilità, in modo da non farle più pesare sia sul bilancio economico che affettivo.
Mi sono sposato a ventott’anni e ho due splendidi figli, uno frequenta già l'università.Purtroppo da un pò di anni questa mia professione passione mi ha preso così tanto da rinchiudermi in me stesso e il legame con mia moglie si è a poco a poco sfaldato.
Ora tutto è invano e scivola via agli occhi della mia donna, qualsiasi cavillo è fonte di discussioni e litigi perchè ai suoi occhi non sono cambiato e ha la certezza che non lo farò mai. Spesso mi sento additato e messo alle corde, questo mi fà molto male. Riconosco che non potrò mai cambiare il carattere, non lo voglio fare ed è una forzatura che si scontra con la mia natura, sono pronto a modificare i miei comportamenti, ad adeguarmi alla precaria situazione economica cercando, come una fenice, di risuscitare dalla cenere. Il comportamento ermetico della mia compagna mi esaspera, non è pronta a darmi fiducia, erige dei paletti che affondano inesorabilmente in un terreno fatto di preconcetti. Penso sia di natura compulsiva socioaffettiva, è un mondo dove ho arginato i confini appagandomene limitando così le possibilità di essere sconfinata.
Sono andato oltre il mio cuore, sbattendo la testa sempre allo stesso punto ma per me era dolce come il miele, anzi, direi di più. Alcuni anni fà mio figlio mi ha dovuto bloccare Ebay perchè in una nottata combinai un casino, acquistai cinquemila euro di long playing nuovi di Jazz. La mente piano piano è andata verso i sassofoni, al meraviglioso stereo che posseggo e ai miei dischi e, anche se ero con il cuore pieno di amore verso i miei familiari ma finiva per forza così perchè tutto doveva essere compiuto, come un bambino che ruba di nascosto i soldi nel cassetto per comprarsi le caramelle e non una, chili.
Di coscienza devo ammettere che non lo facevo per cattiveria nei riguardi dei miei cari e spesso, dopo aver fatto simili acquisti avvertivo un profondo rimorso ma riuscivo presto a isolarlo perchè tanta era la tentazione irrefrenabile. Sono caduto nel vortice del mio desiderio di realizzarmi, e da qualche anno non ho più pesato i miei affetti più cari. Li ho fatti soffrire molto, e mi sento in colpa per questo. Adesso sono solo con la mia musica e nel cuore tanto amore verso di loro.
Ho bisogno di confrontarmi per nascere a nuova vita, senza ricadere sul mio testardo ermetismo che spesso mi porta a battere la testa sempre e solo al solito posto per poi sentirsi insoddisfatto, quasi sempre poco appagato a causa del chiodo fisso che spesso ho: studio della musica; sassofoni, stereo e dischi. Sapete, in parte ci stò riuscendo, da alcuni giorni ho provato a ribaltare questa clessidra che si stava svuotando solo all'estremità superiore, a non pensare solo a questi elementi da me ritenuti essenziali da tanti lunghissimi anni ma allontanarle, prendere le giuste distanze, senza annullarle evitando di rimurginarle in maniera ossessiva nella mente, come di natura faccio sempre giornalmente, ma fruendo alla stessa altri stimoli e interessi che non devono essere, come spesso sono, di natura economica.
In questi giorni và un po’ meglio, i contorni si stanno delineando. Ho cercato di essere riservato per dare spazio alla sua vita, certo, il cammino è ancora duro e tortuoso ancora e con molta riervatezza cerco di colmare quel vuoto che in questi anni gli ho procurato. Apprezza i miei piccoli passi, per me sono passi da gigante, non ne sono abituato, niente mi avrebbe fermato, tempo addietro, vivere addosso la mia misura come un vestito che mi calza a pennello. Attualmente non c'è nessuna tenerezza fra noi o spontanei scambi affettuosi, la nostra attualmente è un'amicizia che deve vivere del quotidiano, di problemi familiari e sostentamenti, Ritengo mia moglie una donna meravigliosa che si è sentita privata dei suoi spazi, delle sue risorse, eppure non mi ha mai mollato, ha saputo sapientemente lottare per offrirmi agiatezza e serenità senza chiedermi nulla in cambio, anche se questa cosa gli è pesata per ben 23 anni.
Adesso ho messo da parte i fantasmi del passato, le mie ossesive, compulsive richieste e il mio mondo egocentrico di manifestarmi, ma la ferita è ancora aperta e fortunatamente non sanguina più. Avete delle splendide idee per aiutarmi ad andare avanti? Sapete, non vorrei per il resto della vita ritrovarmi un coccio rotto riparato, mi dispiace di essermi comportato così e vorrei ritornare indietro di vent'anni ma tutto non è possibile. Come posso fare secondo voi? E' giusta la mia posizione di essermi messo un pò da parte per non eclissare la sua persona, come un essere che succhia incondizionatamente offrendo molto poco?
Riconosco che ciò che ho scritto è lunghissimo, ripetitivo per certi versi ma, credetemi, è tutto quello che sento di tirar fuori. Vi chiedo di offrirmi il vostro spassionato parere, di tendermi una mano con le vostre parole e, se necessita, di aprirmi gli occhi. E' una storia lunga e anche un pò triste. Ho ereditato 25 anni fà centocinquanta milioni delle vecchie lirette ed ero un ragazzo molto, molto sprovveduto. Invece di fare la formichina, siccome ho sempre avuto una forte passione per l'HI-Fi e non per l'Hight-Hend, non la conoscevo ancora, mi trovai a frequentare degli audiofili che mi imvogliavano a comprare.
Gli stessi riuscivano a dominarmi infondendomi una pressione psicologica notevole, mi facevano lievitare a dismisura il desiderio di acquistare per poi mettermi nella testa incertezze e condizionamenti sugli sugli acquisti fatti. L80% degli apparecchi li comprai nuovi in un negozio specializzato, li tenevo per qualche mese, alle volte per un paio di settimane e poi li riportavo al negozio con la svalutazione del 40-50%. Mi resi conto in breve tempo che questi amici audiofili, che altro non erano che dei vili pescecani che aspettavano il momento che io riportassi la merce in negozio per poi comprarsela quasi a metà prezzo.
La cosa andò avanti per oltre tre anni, la mia casa era un via vai di apparecchi e personaggi mistificatori, praticamente ho goduto da dio quegli anni ma condizionato da questi vili soggetti che mi mettevano continui tarli nell'orecchio che certi apparecchi non avevano il sinergismo giusto per suonare perfettamente al 100% e lì che cominciai a cambiare pre, finali, diffusori e compact disck, prosciugandomi completamente il portafoglio. Adesso le mie attuali modeste condizioni economiche mi permettono di conservare le Quad ESL63, ho un preso un pre Nakamichi CA-5E e un finale PA-5E, il Thorens TD165 con testina Audio Thecnica AT155LC, un compact disck Nad 501 e tuner Onkyo T-100. Sapete qual è l'amarezza in tutto ciò, ho un orecchio finissimo essendo un musicista "per amore" e ho dei ricordi magnifici delle valvole allo stato d'arte, niente le può uguagliare.
Per bontà, per aver aperto le porte della mia casa, io che sono orfano di madre e padre inesistente (i miei hanno divorziato) mi sono giocato la lucidità di decidere con la mia testa, sempre perchè ero rimasto solo ma sazio di alcune delle elettroniche che ho su citato! Adesso vivo in billico, avendo un grosso mutuo da pagare e un figlio da mantenere all'università, viviamo in quattro con un solo stipendio, quello di mia moglie perchè il mio se ne và appunto per questo. Adesso che ho cinquantunanni odio le persone che approfittano, che vogliono entrare di prepotenza nelle menti della gente offuscandole.
Io la mia scelta l'avevo fatta, un doppio impianto: Quad ESL63, l'Audio Research SP10, i Klimo Kent, il Michell Gyrodec con braccio Zeta arm e testina Koetsu Black, il Luxman D105U, il Revox B77 MKII simul sync e Pioneer CTF900. Il Secondo impianto le QuadESL57, il Leak TL12 plus e lo Stereo 20 Leak, il Quad II, il Well Tempered Table con testina Van Den Hul Grasshopper, il Cambridge cd player, il Teac X10 e il Nakamichi 1000 ma tutto non è stato possibile, fuorviato da questi st****i, calandomi, come si suol dire, le brache, è volato tutto via, come in una bolla di sapone.
Se vi fate il conto avrei speso molto molto meno e mi sarebbero rimasti i soldini da parte. Oramai questi roditori sono fuori da un ventennio dalla mia vita, ma che cosa mi è rimasto? Il vedere in faccia una società arrivista e speculatrice, per giunta su un ragazzo che aveva perso da poco la madre e che ha sempre avuto il desiderio, invano, di raggiungere un padre. No, non è giusto tutto questo. Dovrebbero fare i conti adesso con me, li caccerei tutti a calci nel c**o, ad uno ad uno! E' stato per me così tutto naturale e meraviglioso, diciamo una amore a prima vista, come lo è stato il sassofono* ma non l'ho potuto studiare perché nella città dove vivo non c'erano ancora le classi e ho ripiegato per il clarinetto. A 15 anni rimanevo incantato davanti le vetrine dei negozi di Hi-Fi ed osservavo intensamente e nei particolari le apparecchiature, come se mi parlassero, come se avessero avuto un'anima, erano belle fuori e mi immagginavo già come potessero suonare.
Feci un abbonamento alle riviste Suono e Stereoplay, mia madre almeno in questo mi concesse di farlo e con l'evidenziatore sottolineavo le caratteristiche foniche degli apparecchi, non quelle tecniche, non sono ferrato su questo, e le confrontavo fra loro. Non ho potuto seguire la musica, fare il concertista perchè mia madre non mi ha mai voluto far uscire fuori dal suo territorio, mi ha sempre tappato le ali, ero di sua proprietà e non ero autonomo, ma lo ero eccome solo che chiuso nella sua morsa altalinante fatta di amore ed odio verso la mia persona. Era fuori discussione confrontarmi con persone di altre regioni. Per lei il conservatorio era un trampolino per farmi approdare all'insegnamento nelle scuole medie, essere un professore.
Disdegnava i musicisti, li reputava pezzenti che non avevano una lira in tasca e più delle volte, quando ho cercato di fare corsi di perfezionamento o cencerti fuori dal mio territorio, al''età di 20-22 anii, simulava svenimenti e malori, il medico accorreva alle sue chiamate da sceneggiate. Insomma, non mi ha fatto volare via dalla sua ala. Mai e poi mai avrebbe messo a disposizione i suoi soldi per sostenermi in una impresa concertistica, gli stessi erano destinati per sposarmi con una donna possidente, di buona famiglia e che aveva studiato che avrebbe avuto le stesse mie credenziali.
Questa sua oppressione mi è costata molto, anche dopo la sua morte, quando avevo 25 anni, mi sono arrampicato sugli specchi, ma tante sono state le peripezie subite, e il vuoto della solitudine non mi ha spinto ad allontanarmi ormai autonomo e con i soldi in tasca. Insegnavo già, anche se supplente, pian piano mi concentrai sulle mie risorse umane e musicali cercando di fare quello che potevo, poi a 28 anni mi sono sposato. Gli avvoltoi sapevano della mia vicenda, alcuni erano al corrente delle mie vicende, la mia non è una grossa città e venticinque anni fà era molto più piccola di oggi.
E' per questo che li condanno, oltre a sbranarmi fuori mi hanno sbranato anche dentro. Anche io, se pur condizionato da loro entrando in un giro vizioso, avevo molta cura e rispetto per le apparecchiature da me su elencate ma mi fidavo cicamente degli audiofili, con le loro parole: sai ma questo ha poco ... oppure, questo ha poca scena, ecc. ero tanto influenzato a tal punto, anche se infondo controvoglia a sostituire la catena Hi-Fi con un pizzico di poca convinzione. Non è stato un percorso spontaneo il mio, solo quando andai con le mie gambe a comprare le QuadESL63, il Musical Fidelity P270 e l'MVT, il Gyrodeck, la testina Mission Rose, il compact disck Mission ero veramente felice, appagato di aver fatto centro su un impianto da me tanto ambito anche, se non ti nascondo, non ero ancora al corrente dell'Hi-Hend e questo impianto era di razza.
Ero orgoglioso di aver scelto quello che a me tanto piaceva a tal punto da passare intere nottate ad ascoltare estasiato, ritrovavo suoni naturali a me familiari essendo modestamente una persona esperta nel settore della musica dal vivo. Attualmente compro solo Jazz, perchè sono un sassofonista, ma ho pop d'annata, rock, cantanti italiani, dance music e altro, pochissima classica. Pochi mesi fa ho speso l’orrore di 2800 euro di dischi non sò se è legato al mio passato, quando mia madre mi nascondeva i dischi che lei riteneva inutili, tipo i Genesis, I Pink Floyd, The Alan Parsons Project, Eagles, Toto, Supertramp, Chicago, Talk Talk, Jethro Tull, Gentle Giant, Spyro Gyra, Shakatak, Randy Crawford, Kate Bush, Grover Washington Jr., Andreas Vollenweider, Mina, Battisti, De Gregori e anche Papetti e Gil Ventura, tra la dance Donna Summer, Amii Stewart, Boney M, The Ritchie Family, Silver Convention, Asha Puthli, Dee D. Jackson, Earth Wind & Fire ecc.
Le sue ristretezze sugli acquisti erano così incisive da farmi acquistare due massimo tre dischi al mese e, permetti, è squallida questa cosa, soprattutto per una possidente di 100 milioni di lire nel 1977 era una cifra enorme che lievitò nel 1986 a 150 milioni, facendomi tenere solo quelli di musica classica. Attualmente si è trasformata in compulsione, forte desiderio di possederne in grosse quantità. Adesso, anche volendo, non posso più cambiare e, credetemi, non rientra nella mia vera natura farlo.
Tra mutuo di 870 euro al mese, figlio all'università a Roma 800 euro al mese e spese amministrative e di convitto viviamo con il solo stipendio di mia moglie a tre persone. sassofono* Quando a ventitre anni avanzai l'acquisto di un sassofono con i soldi miei, lo tengo a precisare, si scatenò l'inferno in casa mia. Mia madre riteneva i sassofonisti di Blues, Rock, Pop, Leggera e Jazz dei pezzenti morti di fame che arrancavano le giornate suonando per pochi spiccioli, degli zingari senza dimora, che si limitano a suonare sui palchi con le cantanti "baldracche". Categoricamente mai e poi mai suo figlio avrebbe potuto intraprendere questa carriera.
Sicuramente al di fuori della vicenda tutto assume delineati contorni. La mia fù una liberazione, libero di mia madre, di mio padre, assente e menefreghista. Quando a ventisette anni lo cercai per non rimanere solo nella vita e sprovveduto, lui si manifestò quasi impassibile del mio mondo, dava tutto per scontato che oramai ero un uomo e che quello che aveva fatto nei miei riguardi non era da assolutamente da considerare. La cosa che gravò moltissimo sul mio esistere di figlio che non fece nessun passo per conoscermi e non lo fà tutt'oggi, non è giusto questo, in quanto io sono stato impossibilitato da mia madre per tanti anni a frequentarlo e conoscerlo. Gli confidai all'epoca subito questa mia eredità e lui mi rispose con molta incuria e cinismo, quasi come una presa per i fondelli, che i soldi erano miei e potevo farci ciò che mi piaceva. Un comportamento vendicativo scaturì in me, la somma delle forti umiliazioni subite e il suo cinismo mi portarono ad assumere un comportamento compulsivo.
Otto anni fà sono purtroppo caduto in una forte depressione, la causa scatenante fù il loro comportamento e il ritrovarmi dissociato con alcune persone che ritenevo vere e mi hanno tradito, infondendomi un'amicizia falsa e interessata, raggirandomi e manipolandomi ome un burattino. Con cure adeguate neurologiche e di psicanalisi adesso và meglio rispetto a prima. Crebbe in me la compulsione di spendere per dischi, forse quei dischi che non ho avuto da ragazzo. Questa mia malattia adesso è alle corde, però ogni scintilla è buona per spendere. Per questo mio figlio grande mi ha messo un blocco su Ebay e su siti dove si vendono vinili e solo lui conosce la password. Sono andato ad aggravare la mia posizione economica quando tre anni fà mi trovai ad acquistare dei sassofoni in un negozio specializzato. Ero andato con l'intento di comprare un sax tenore e, invece, preso dalla foga di possesso, mi ritrovai ad acquistarne tre, il contralto, il tenore e il baritono, spendendo sedicimilacinquecento euro più le spese di finanziaria ventunomila.
Attualmente stò pagando trecentocinquanta euro al mese per cinque anni, fortunatamente ne sono rimasti due. Questo fù il fattore scatenante che portò mia moglie a decidere di andare a vivere in un'altra casa con i miei figli, senza separarsi o divorziare, per riavvalersi delle sue posizioni e darmi la possibilità di riflettere, capire con la solitudine il mio comportamento anomalo verso il danaro. Lei, pur volendomi bene, mi accudisce, mi fà la spesa, mi lava i panni sporchi e ogni sabato manda una donna di servizio a pulirmi la casa. Mi vuol ben e lo dice, ma adesso ha bisogno di spazi per riflettere e ritrovarsi, per riavvalersi dei suoi diritti.
Adesso, conscio di tutto stò lavorando su me stesso per avvalere dignità. Non inoltro nessuna richiesta, anche perché da parte mia attualmente sono molto concentrato su come risolvere in maniera affettiva la mia attuale situazione. Le compulsioni da acquisti si stanno pacando e cerco di essere molto attento a quello che il mio ruolo di marito e padre può assumere. Certo, non vi nascondo, sono un po’ come un bambino che muove i suoi primi passi perché a cinquantunanni compiuti mi ritrovo adesso a fare i conti con un po’ di maturità, la stessa che non è stata stimolata da nessuno nel mio percorso di vita. Mia moglie stà notando che io cerco questo equilibrio ed è più serena, certo non del tutto convinta ma almeno si è aperta una finestra al dialogo, grazie alla mia attuale volontà di calarmi nel quotidiano.