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New moon

  1. #71
    Dovahkiin
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    Quote Originariamente inviata da Sally Visualizza il messaggio
    ma quali sono e chi li stabilisce sti canoni quando si parla di leggende? Blade alla fine salva gli umani e uccide i vampiri, per quanto sia violento...

    Boh, capirei se il vampiro in questione fosse un adolescente che dorme tutti i gironi, mangia la pizza, beve birra e rutta come un dannato... ma visto che l'unica cosa diversa è questa della luce del sole non vedo tutti sti problemi...
    Nah, è solo un adolescente che sta in un liceo e s'innamora della compagna di banco e tutte quelle cagate lì alla 3msc.

    Guarda che le leggende hanno sempre tutte tra loro tratti in comune. La leggenda del conte Dracula è nata in Romania, ma è stata trasposta come leggenda in tutto il mondo con canoni definiti.
    E' come ha detto Holly... I mannari sono delle leggende, ma in TUTTO il mondo si sa che il lupo mannaro si trasforma con la luna piena... Ora se il lupo mannaro si trasformasse alla cazz quando gli pare come MINIMO devi darmi una spiegazione approfondita e convincente, sennò la butti lì alla cazz e non ci sta.




    Riguardo il fatto del lupo mannaro che dici...

    Secondo la leggenda, il licantropo è un uomo condannato da una maledizione a trasformarsi in una bestia feroce ad ogni plenilunio: la forma di cui si racconta più spesso è quella del lupo, ma in determinate culture prevalgono l'orso o il gatto selvatico (si veda in seguito). Nella narrativa e nella cinematografia horror sono stati aggiunti altri elementi che invece mancavano nella tradizione popolare, quali il fatto che lo si può uccidere solo con un'arma d'argento, oppure che il licantropo trasmetta la propria condizione ad un altro essere umano dopo averlo morso. Altre volte, invece, per "licantropo" non si intende il lupo mannaro: quest'ultimo infatti, si trasformerebbe contro la propria volontà, mentre il licantropo si potrebbe trasformare ogni volta che lo desidera e senza perdere la ragione (la componente umana).

  2. #72
    Rum e Cocaina Sally
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    Quote Originariamente inviata da drkheart Visualizza il messaggio
    Nah, è solo un adolescente che sta in un liceo e s'innamora della compagna di banco e tutte quelle cagate lì alla 3msc.

    Guarda che le leggende hanno sempre tutte tra loro tratti in comune. La leggenda del conte Dracula è nata in Romania, ma è stata trasposta come leggenda in tutto il mondo con canoni definiti.
    E' come ha detto Holly... I mannari sono delle leggende, ma in TUTTO il mondo si sa che il lupo mannaro si trasforma con la luna piena... Ora se il lupo mannaro si trasformasse alla cazz quando gli pare come MINIMO devi darmi una spiegazione approfondita e convincente, sennò la butti lì alla cazz e non ci sta.


    Riguardo il fatto del lupo mannaro che dici...

    Secondo la leggenda, il licantropo è un uomo condannato da una maledizione a trasformarsi in una bestia feroce ad ogni plenilunio: la forma di cui si racconta più spesso è quella del lupo, ma in determinate culture prevalgono l'orso o il gatto selvatico (si veda in seguito). Nella narrativa e nella cinematografia horror sono stati aggiunti altri elementi che invece mancavano nella tradizione popolare, quali il fatto che lo si può uccidere solo con un'arma d'argento, oppure che il licantropo trasmetta la propria condizione ad un altro essere umano dopo averlo morso. Altre volte, invece, per "licantropo" non si intende il lupo mannaro: quest'ultimo infatti, si trasformerebbe contro la propria volontà, mentre il licantropo si potrebbe trasformare ogni volta che lo desidera e senza perdere la ragione (la componente umana).
    Dracula ok, i vampiri in generale sono un'altra cosa e hanno radici molto più profonde.. dai un'occhi su wiki che vedi tutto.

    "Un'adolescente che sta in un liceo" è stato trasformato da adolescente, cosa doveva fare, invecchiare? Questi sono i vostri canoni. Sta in un liceo perchè la sua "famiglia" ne ha piene le palle di spostarsi di continuo e l'unico modo per restare nello stesso posto è quello di 'mimetizzarsi': il "padre" lavora e quelli dall'apparenza giovane se vogliono restare lì devono per forza andare a scuola. Nel libro appaiono anche vampiri normali, nomadi, cattivi, succhiasangue e tutto quello che piace a voi...

    Come detto a Holly, forse è meglio leggere prima di spalare merda perchè sarei anche stanca di spiegarvi il perchè delle cose...

  3. #73
    Dovahkiin
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    Quote Originariamente inviata da Sally Visualizza il messaggio
    Dracula ok, i vampiri in generale sono un'altra cosa e hanno radici molto più profonde.. dai un'occhi su wiki che vedi tutto.

    "Un'adolescente che sta in un liceo" è stato trasformato da adolescente, cosa doveva fare, invecchiare? Questi sono i vostri canoni. Sta in un liceo perchè la sua "famiglia" ne ha piene le palle di spostarsi di continuo e l'unico modo per restare nello stesso posto è quello di 'mimetizzarsi': il "padre" lavora e quelli dall'apparenza giovane se vogliono restare lì devono per forza andare a scuola. Nel libro appaiono anche vampiri normali, nomadi, cattivi, succhiasangue e tutto quello che piace a voi...

    Come detto a Holly, forse è meglio leggere prima di spalare merda perchè sarei anche stanca di spiegarvi il perchè delle cose...
    Io l'ho letto
    E ti dico che l'atmosfera non è certo quella di un romanzo che tratta di vampiri.
    Avevo preso Dracula come esempio, ma la cosa vale anche in altri racconti.

    Toh, guardando su Wiki magari trovi anche la risposta alla questione dello specchio che prima hai posto...


    I vampiri, inoltre, non possono vedere la loro immagine riflessa da uno specchio né da nessun'altra superficie, poiché la luce del sole in questo modo si rifletterebbe su di loro. Il fatto di evitare lo specchio per la riflessione della luce del sole non trova riscontro nella notte, visto che il vampiro non corre nessun pericolo se si trova dinanzi uno specchio in notturna, visto che non c'è luce solare ma dato che, secondo la credenza popolare piu antica lo specchio riflette l'anima delle persone, il vampiro, non possedendo piu un anima dal momento della sua trasformazione in non-morto, non potrà mai vedersi riflesso, né di giorno né di notte.

    Però c'è anche da dire che Wiki riporta anche che, in alcune sparute fonti, la luce del sole in realtà rende il vampiro molto più debole senza distruggerlo...

  4. #74
    Moderatrice Holly
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    Quote Originariamente inviata da Sally Visualizza il messaggio
    ma quali sono e chi li stabilisce sti canoni quando si parla di leggende? Blade alla fine salva gli umani e uccide i vampiri, per quanto sia violento...

    Boh, capirei se il vampiro in questione fosse un adolescente che dorme tutti i gironi, mangia la pizza, beve birra e rutta come un dannato... ma visto che l'unica cosa diversa è questa della luce del sole non vedo tutti sti problemi...



    "La Meyer lo fa brillare": è spiegato che la storia dei vampiri che bruciano è una leggenda, nata dal fatto che nessuno ha mai visto un vampiro esposto alla luce del sole. Non si espongono alla luce del sole perchè la loro pelle è talmente bianca che si noterebbe la colossale differenza con la normale pelle di un umano. Il brillare non è altro che il commento di lei quando lo vede al sole, che lo descrive così bianco che la sua pelle sembra composta da migliaia di diamanti sberluccicanti.

    Ps1. I lupi mannari si trasformano anche senza luna piena, ci sono migliaia di esempi in letteratura, uno può già essere visto nella prima saga che ho citato.

    Ho capito quello che vuoi dire tu: quello che voglio dire io è che i canoni vengono stravolti ogni giorno ma nessuno dice mai niente. Lo fa lei, ha successo, e allora non va bene.

    Che poi ti sembra normale criticare così tanto un romanzo che non hai nemmeno letto?
    forse non è chiaro

    sto contestando un concetto prescinendo dalla storia. se leggerò il libro mi rimangerò tutto e mi scuserò.

    ma leggi quello che scrivo? tutto questo conferma che la discussione nasce dal fatto che non ti piace quello che scrivo e come lo scrivo, perché mi spunti simpaticamente con contestazioni qui e lì da parecchio tempo ma ripeto per la millequattrocentesima volta che per stravolgere un canone - sebbene non sia definito MA C'E' - bisogna avere le competenze per farlo. NON SO SE LA MEYER LE ABBIA, ma il concetto in sè MI SEMBRA una cagata
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  5. #75
    Overdose da FdT Jean Grey
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    Non ho letto tutta la discussione comunque... io sono una di quelle persone che detesta la meyer e i suoi libri. E semplicemente perchè, da amante della letteratura e dei film sui vampiri, trovandomi a leggere i libri della meyer sono rimasta scandalizzata. Li ha ridicolizzati e spogliati di tutto il loro fascino. Ora sono diventati l'emblema dell'amore romantico e idealizzato di quasi tutte le ragazzine esistenti sulla Terra. E mi fa ridere pensare alla figura del vampiro associata al romanticismo!! Quindi è per questo che mi fanno altamente schifo i suoi libri: vedere i miei poveri vampiri caratterizzati in quel modo patetico e superficiale è quasi una bestemmia per me

  6. #76
    Moderatrice Holly
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    Quote Originariamente inviata da Julie* Visualizza il messaggio
    Non ho letto tutta la discussione comunque... io sono una di quelle persone che detesta la meyer e i suoi libri. E semplicemente perchè, da amante della letteratura e dei film sui vampiri, trovandomi a leggere i libri della meyer sono rimasta scandalizzata. Li ha ridicolizzati e spogliati di tutto il loro fascino. Ora sono diventati l'emblema dell'amore romantico e idealizzato di quasi tutte le ragazzine esistenti sulla Terra. E mi fa ridere pensare alla figura del vampiro associata al romanticismo!! Quindi è per questo che mi fanno altamente schifo i suoi libri: vedere i miei poveri vampiri caratterizzati in quel modo patetico e superficiale è quasi una bestemmia per me
    ma dipende da quale romanticismo intendi XD
    i vampiri appartengono al filone gotico del romanticismo (la corrente letteraria del primo ottocento )
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  7. #77
    Rum e Cocaina Sally
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    Quote Originariamente inviata da drkheart Visualizza il messaggio
    Io l'ho letto
    E ti dico che l'atmosfera non è certo quella di un romanzo che tratta di vampiri.
    Avevo preso Dracula come esempio, ma la cosa vale anche in altri racconti.

    Toh, guardando su Wiki magari trovi anche la risposta alla questione dello specchio che prima hai posto...


    I vampiri, inoltre, non possono vedere la loro immagine riflessa da uno specchio né da nessun'altra superficie, poiché la luce del sole in questo modo si rifletterebbe su di loro. Il fatto di evitare lo specchio per la riflessione della luce del sole non trova riscontro nella notte, visto che il vampiro non corre nessun pericolo se si trova dinanzi uno specchio in notturna, visto che non c'è luce solare ma dato che, secondo la credenza popolare piu antica lo specchio riflette l'anima delle persone, il vampiro, non possedendo piu un anima dal momento della sua trasformazione in non-morto, non potrà mai vedersi riflesso, né di giorno né di notte.

    Però c'è anche da dire che Wiki riporta anche che, in alcune sparute fonti, la luce del sole in realtà rende il vampiro molto più debole senza distruggerlo...
    che l'atmosfera non sia quella di un classico romanzo sui vampiri è ovvio! Nessuno lo mette in dubbio!

    Lo specchio: in Twilight non credo venga nemmeno accennato.. In The southern vampire series spiegano che è leggenda, leggenda inventata dagli stessi vampiri per provare la loro innocenza nel passato (hanno messo in giro la voce loro stessi -il vampiro non si specchia- così quando facevano specchiare i sospettati e vedevano il riflesso venivano considerati umani e non giustiziati..) e non ci vedo nulla di male! Questo è re-inventare, almeno secondo me!

    Il vampiro e il sole: in twilight non gli fa nulla (ma spiegano il perchè della leggenda), in the Southern brucia e nell'altra alcuni vampiri hanno un anello che gli permette di girare dove e quando vogliono.

    Ma anche le chiese, le croci, ogni romanzo ha una prospettiva diversa e la motiva.. (come quella dello specchio=
    Quote Originariamente inviata da Holly Visualizza il messaggio
    forse non è chiaro

    sto contestando un concetto prescinendo dalla storia. se leggerò il libro mi rimangerò tutto e mi scuserò.

    ma leggi quello che scrivo? tutto questo conferma che la discussione nasce dal fatto che non ti piace quello che scrivo e come lo scrivo, perché mi spunti simpaticamente con contestazioni qui e lì da parecchio tempo ma ripeto per la millequattrocentesima volta che per stravolgere un canone - sebbene non sia definito MA C'E' - bisogna avere le competenze per farlo. NON SO SE LA MEYER LE ABBIA, ma il concetto in sè MI SEMBRA una cagata
    quindi il succo è: si può 'stravolgere' un canone (che poi ti ripeto, l'unica cosa che 'stravolge' è quella del sole e stop, perchè è spiegato benissimo che per natura lui è un assassino che decide però di sopravvivere in altri modi, nonostante sia costantemente attratto dal sangue degli umani, Bella compresa) solo se hai le competenze per farlo.

    Quali sono queste competenze? Non è più facile dire credo che sia un libro scritto per la massa e in quanto tale presumo faccia schifo?

    In ogni caso, stai contestando un concetto prendendo esempi da un libro che non hai letto e quindi sbagliati. Lui al sole brilla: sbagliato. Come scritto a Dark, se fosse uno che beve birra mangia pizza e rutta, ti darei anche ragione.. questo si che sarebbe stravolgere.

  8. #78
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    Quote Originariamente inviata da Holly Visualizza il messaggio
    ma dipende da quale romanticismo intendi XD
    i vampiri appartengono al filone gotico del romanticismo (la corrente letteraria del primo ottocento )
    Non so se hai letto i libri, ma intendo quel tipo di relazione romantica che viene a crearsi tra Bella ed Edward. Io l'ho trovata ridicola ecco. Nel mio immaginario un vampiro non potrebbe mai amare in quel modo. Per questo penso che l'uguaglianza "il vampiro edward" = "ragazzo dei sogni" pensata da molte ragazzine sia una cagata immane XD

  9. #79
    Dovahkiin
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    Toh, eccoti un bell'articoletto da "Repubblica"

    «Tu sei come me», dice il vampiro dodicenne al coetaneo umano che ha appena scoperto la sua natura. È vero: se potesse, il bambino Oskar ucciderebbe i bulli che lo picchiano e lo insultano. Ma vive nel mondo degli uomini e deve sottostare alle sue regole: per questo si limita ad accoltellare un albero, fingendo che si tratti del suo persecutore. Il vampiro Eli non ha costrizioni e può uccidere, ma soltanto per continuare a vivere. Questo è il momento rivelatore di Lasciami entrare, uno dei migliori film sui vampiri degli ultimi tempi, tratto da un romanzo che affronta con oscura delicatezza il tema dei ritornanti. Film (di Tomas Alfredson) e libro (di John Ajvide Lindqvist) sono entrambi svedesi e prediligono al colpo di scena e agli effetti speciali la normalità di un'amicizia fra disperati. Senza redenzione finale: Eli è e resta un predatore, e anche quando gioca con un cubo di Rubik le sue unghie sono incrostate di sangue. La feroce malinconia della storia ha avuto riscontri più che positivi: il film, da pochi giorni nelle sale italiane, ha collezionato premi su premi, e un remake americano a firma di Matt Reeves è già in lavorazione. Il libro, pubblicato in Italia da Marsilio e uscito nel 2004 in Svezia, ha elevato allo status di autore di best-seller un ex-prestigiatore ed ex-cabarettista di Stoccolma. Il merito di Lidqvist, però, non è soltanto quello di aver portato agli onori delle classifiche l'horror svedese («L'horror non è poco comune nel mio paese,» ha dichiarato lo scrittore alla rivista Horror Magazine, «non esiste proprio. Anche se io ho avuto tanto successo coi miei libri, continua a non esserci nessun altro romanziere dell'orrore, in Svezia»). Soprattutto, Lindqvist ha restituito dignità, valore simbolico e potenza mitica alla figura stessa del vampiro. Mai così diffusa, soprattutto in Italia.
    Mai così tradita.
    La parola 'vampiro', nei tempi recenti, si associa infatti a una fisionomia ben precisa: ha i capelli color bronzo, lo sguardo ardente e le buone maniere di Edward Cullen, principe più adatto al castello di Biancaneve che a quello di Dracula. La tetralogia di Twilight, di cui è protagonista, creata da Stephenie Meyer, è da mesi in testa alle classifiche dei libri più venduti, complice l'uscita del film tratto dal primo volume e il quasi contemporaneo arrivo in libreria dell'ultimo capitolo della saga, Breaking Dawn. Cullen beve solo sangue animale e rispetta gli umani: qualcosa di inedito, e forse di profondamente sbagliato, nella letteratura fantastica.
    Come notavano anni fa nel saggio Le vampire i due studiosi Arianna Conti e Franco Pezzini, i vampiri sono, sempre, sintomo di ribellione a-ideologica al conformismo. Cullen incarna l'esatto contrario. Invece di essere portatore di una non-morale, ne ripristina una. Invece di spezzare le norme comunitarie, se ne fa portatore: è integrato nella società umana, impone il matrimonio alla sua amata Bella, rimandando il contatto sessuale a dopo le nozze, non intende farne una sua simile mordendola. E, non casualmente, il sole, indispensabile agli umani e fatale per i non-morti, non lo uccide, ma lo fa brillare come un gioiello.
    Il modello Cullen si estende a non pochi dei numerosissimi libri sui vampiri usciti in questi ultimi tempi. Newton Compton ha mandato in stampa due dei quattro volumi de Il diario del vampiro, di Lisa J. Smith, autrice specializzata in romanzi per giovani adulti e vampiri innamorati. La casa editrice ReNoir pubblica un'accoppiata romanzo più serie manga che si chiama Vampire Kisses, di Ellen Schreiber, dove si narra la storia d'amore fra una goth-girl di nero vestita e il bel ritornante Sterling. Ovunque ci si imbatte in modelli più o meno estremi di inserimento dei vampiri nella società degli uomini, con la perdita della loro parte aliena. Avviene in manga come Vampire Knight e nell'acclamatissimo serial televisivo True Blood, nato dai romanzi di Charlaine Harris e in arrivo su Fox Italia a marzo. Dunque, quel che predomina è un sovrannaturale addomesticato, che si rende identico al naturale. Mentre la dimensione 'altra' del mondo dovrebbe, per parafrasare Stephen King, colare a poco a poco nella nostra, come liquido dal fondo di un sacchetto di carta. Contaminandola. Questa, per King, è la paura. Che è anche la parola chiave del nostro tempo: e forse è proprio l'accresciuto timore verso quel che ci è estraneo a spingere gli scrittori ad ammorbidire la figura mitica più spaventosa dell'immaginario. I vampiri sono morti che tornano. Sono, dunque, incarnazione di una tremenda anomalia sociale. Peggio: la estendono attraverso il contagio, rendendoci contemporaneamente vittime e colpevoli, come raccontò in modo esemplare Abel Ferrara in un film di oltre dieci anni fa, The Addiction, dove il vampirismo si diffonde rabbiosamente col morso di una studentessa (una versione più morbida dello stessa tema è in un altro romanzo pubblicato recentemente da Fazi, VampIRUS di Scott Westerfeld). Di contagio (il male subìto porta a commetterne altro) parla anche il semiologo Renato Giovannoli in un saggio pubblicato da Medusa, Il caso Manzoni-Dracula e altri casi di vampirismo letterario. E di contagio parla Lindqvist: ne fa, anzi, uno dei punti di forza di Lasciami entrare. Eli diffonde il male, anche se suo malgrado. Contagia il suo ex-protettore umano, un pedofilo ossessionato dal desiderio di possederla, al punto di non trovare requie neanche dopo la non-morte. Contagia Virginia, una donna alcoolista, che respinge il suo nuovo status e cerca volontariamente la fine esponendosi alla luce (il sole, qui, consuma la pelle dei vampiri come acido). Non contagia Oskar: non fisicamente, almeno, anche se una delle pagine più belle del romanzo è dedicata al timore del bambino di essere diventato un vampiro (o di essere un omosessuale, quando scopre che Eli non è esattamente una femmina). L'influenza di Eli è semmai mentale: perché, dopo averla incontrata, Oskar troverà il coraggio di reagire, anche con la violenza, ai suoi aguzzini.
    C'è una parola serba, ocajinik, che in tempi lontani indicava il morto che torna e che ora significa semplicemente 'infelice'. Il portatore di contagio fa paura ed ha paura, perché è solo. La solitudine unisce Eli e Oskar. La solitudine è quella che affligge gli zombi di un altro magnifico romanzo di Lindqvist uscito per Marsilio, L'estate dei morti viventi. La solitudine condanna coloro che si allontanano dal contesto sociale, come dimostra Gianfranco Manfredi in un altro romanzo sul tema, Ho freddo, uscito per Gargoyle, dove l'autore risale alle origini storiche del vampirismo dimostrando come la rabbia e la paura degli umani producano catastrofi peggiori di un paio di canini aguzzi.
    Negli indifferenti anni Ottanta in cui è ambientata la storia di Lindqvist, esseri umani picchiano, sniffano, bevono, insidiano bambini. Eppure, è Eli la loro paura. Perché non appartiene all'umanità, non ha un sesso, non ha dimora. Poco conta che sia capace di provare tenerezza davanti a un giocattolo e di lasciare messaggi d'amore a Oskar usando i dialoghi di Romeo e Giulietta. Infatti, non sarà lei a integrarsi: sarà Oskar a trasgredire ogni possibile norma pur di restarle vicino, allontanandosi per sempre dalla comunità.
    I docili vampiri di Stephenie Meyer, al contrario, cercano con ogni mezzo di adeguarsi al mondo umano: facendo propri gli aspetti superflui del medesimo, come le automobili lussuose e le carte di credito da donare alla fidanzata.
    Ma l'horror, dice Lindqvist, non deve rassicurare, bensì mostrare «le cose in agguato degli angoli bui. Del mondo. Della mente». Per questo, forse, la fila di quattordicenni, alla fine di Lasciami entrare, borbottava uscendo: «Che peccato, il film era un'altra cosa rispetto a Twilight».

    Loredana Lipperini

  10. #80
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    Quote Originariamente inviata da drkheart Visualizza il messaggio
    Toh, eccoti un bell'articoletto da "Repubblica"

    «Tu sei come me», dice il vampiro dodicenne al coetaneo umano che ha appena scoperto la sua natura. È vero: se potesse, il bambino Oskar ucciderebbe i bulli che lo picchiano e lo insultano. Ma vive nel mondo degli uomini e deve sottostare alle sue regole: per questo si limita ad accoltellare un albero, fingendo che si tratti del suo persecutore. Il vampiro Eli non ha costrizioni e può uccidere, ma soltanto per continuare a vivere. Questo è il momento rivelatore di Lasciami entrare, uno dei migliori film sui vampiri degli ultimi tempi, tratto da un romanzo che affronta con oscura delicatezza il tema dei ritornanti. Film (di Tomas Alfredson) e libro (di John Ajvide Lindqvist) sono entrambi svedesi e prediligono al colpo di scena e agli effetti speciali la normalità di un'amicizia fra disperati. Senza redenzione finale: Eli è e resta un predatore, e anche quando gioca con un cubo di Rubik le sue unghie sono incrostate di sangue. La feroce malinconia della storia ha avuto riscontri più che positivi: il film, da pochi giorni nelle sale italiane, ha collezionato premi su premi, e un remake americano a firma di Matt Reeves è già in lavorazione. Il libro, pubblicato in Italia da Marsilio e uscito nel 2004 in Svezia, ha elevato allo status di autore di best-seller un ex-prestigiatore ed ex-cabarettista di Stoccolma. Il merito di Lidqvist, però, non è soltanto quello di aver portato agli onori delle classifiche l'horror svedese («L'horror non è poco comune nel mio paese,» ha dichiarato lo scrittore alla rivista Horror Magazine, «non esiste proprio. Anche se io ho avuto tanto successo coi miei libri, continua a non esserci nessun altro romanziere dell'orrore, in Svezia»). Soprattutto, Lindqvist ha restituito dignità, valore simbolico e potenza mitica alla figura stessa del vampiro. Mai così diffusa, soprattutto in Italia.
    Mai così tradita.
    La parola 'vampiro', nei tempi recenti, si associa infatti a una fisionomia ben precisa: ha i capelli color bronzo, lo sguardo ardente e le buone maniere di Edward Cullen, principe più adatto al castello di Biancaneve che a quello di Dracula. La tetralogia di Twilight, di cui è protagonista, creata da Stephenie Meyer, è da mesi in testa alle classifiche dei libri più venduti, complice l'uscita del film tratto dal primo volume e il quasi contemporaneo arrivo in libreria dell'ultimo capitolo della saga, Breaking Dawn. Cullen beve solo sangue animale e rispetta gli umani: qualcosa di inedito, e forse di profondamente sbagliato, nella letteratura fantastica.
    Falso. Il primo romanzo che scrive di un vampiro che mangia animali è quello della Smith, del 1991. E ce ne sono altri... Angel di Buffy (1997) decide di bere solo sangue animale, cioè cavolo son cose vecchie però stavolta non va bene perchè ha fatto troppo successo -.- entrambi rispettano gli umani, come anche Blade, che siero o meno, decide di essere 'buono' e di andare contro alla sua natura.

    Senza togliere nulla alla Lipperini che leggo spesso, ma qua ha toppato alla grande.

    (il film citato l'ho visto, ma non ho letto il libro. Ovviamente non ha nulla a che fare con Twilight, ma nemmeno con Dracula.. forse perchè mettere una bambina così piccola in una posizione simile ai miei occhi l'ha reso quasi 'lugubre'.. cioè boh non so come spiegarmi. E' bellissimo, ma molto particolare rispetto a ogni altro film sui vampiri)



    Come notavano anni fa nel saggio Le vampire i due studiosi Arianna Conti e Franco Pezzini, i vampiri sono, sempre, sintomo di ribellione a-ideologica al conformismo.
    Cullen incarna l'esatto contrario. Invece di essere portatore di una non-morale, ne ripristina una. Invece di spezzare le norme comunitarie, se ne fa portatore: è integrato nella società umana, impone il matrimonio alla sua amata Bella, rimandando il contatto sessuale a dopo le nozze, non intende farne una sua simile mordendola. E, non casualmente, il sole, indispensabile agli umani e fatale per i non-morti, non lo uccide, ma lo fa brillare come un gioiello.
    Nel libro è tutto spiegato. Lui sa di essere un assassino, è la sua natura, ma non lo accetta. E' convinto che essendo diventato un non-morto non-vivo, sia dannato. Quindi vuole in qualche modo cercare di rimediare per salvare la sua anima, ammesso che esista. MAtrimonio poi sesso, ai suoi tempi (ha circa 100 anni) funzionava così. Non vuole morderla perchè significherebbe privarla della sua anima. (Il vampiro che vuol fare il buono.. è un classico!)


    Il modello Cullen si estende a non pochi dei numerosissimi libri sui vampiri usciti in questi ultimi tempi. Newton Compton ha mandato in stampa due dei quattro volumi de Il diario del vampiro, di Lisa J. Smith, autrice specializzata in romanzi per giovani adulti e vampiri innamorati. La casa editrice ReNoir pubblica un'accoppiata romanzo più serie manga che si chiama Vampire Kisses, di Ellen Schreiber, dove si narra la storia d'amore fra una goth-girl di nero vestita e il bel ritornante Sterling. Ovunque ci si imbatte in modelli più o meno estremi di inserimento dei vampiri nella società degli uomini, con la perdita della loro parte aliena. Avviene in manga come Vampire Knight e nell'acclamatissimo serial televisivo True Blood, nato dai romanzi di Charlaine Harris e in arrivo su Fox Italia a marzo.
    In realtà in True Blood lui beve sangue in bottiglia, ma ogni tanto si morde anche lei e si beve anche il suo. E quando si incazza si beve anche quello degli altri. E uccide, se motivato. (esempio: c'è un episodio in cui lei racconta a lui dello zio che da piccola la molestava. Lui va e lo uccide. Lei sclera perchè capisce che i loro mondi, i loro modi di vedere le cose, forse sono troppo diversi... visto che a lui, per uccidere, basta così poco).

    Usciti in questi ultimi tempi in Italia, perchè esistono da 20 anni. Non 5, 20.

    Dunque, quel che predomina è un sovrannaturale addomesticato, che si rende identico al naturale. Mentre la dimensione 'altra' del mondo dovrebbe, per parafrasare Stephen King, colare a poco a poco nella nostra, come liquido dal fondo di un sacchetto di carta. Contaminandola. Questa, per King, è la paura. Che è anche la parola chiave del nostro tempo: e forse è proprio l'accresciuto timore verso quel che ci è estraneo a spingere gli scrittori ad ammorbidire la figura mitica più spaventosa dell'immaginario. I vampiri sono morti che tornano. Sono, dunque, incarnazione di una tremenda anomalia sociale. Peggio: la estendono attraverso il contagio, rendendoci contemporaneamente vittime e colpevoli, come raccontò in modo esemplare Abel Ferrara in un film di oltre dieci anni fa, The Addiction, dove il vampirismo si diffonde rabbiosamente col morso di una studentessa (una versione più morbida dello stessa tema è in un altro romanzo pubblicato recentemente da Fazi, VampIRUS di Scott Westerfeld). Di contagio (il male subìto porta a commetterne altro) parla anche il semiologo Renato Giovannoli in un saggio pubblicato da Medusa, Il caso Manzoni-Dracula e altri casi di vampirismo letterario.
    E di contagio parla Lindqvist: ne fa, anzi, uno dei punti di forza di Lasciami entrare. Eli diffonde il male, anche se suo malgrado. Contagia il suo ex-protettore umano, un pedofilo ossessionato dal desiderio di possederla, al punto di non trovare requie neanche dopo la non-morte. Contagia Virginia, una donna alcoolista, che respinge il suo nuovo status e cerca volontariamente la fine esponendosi alla luce (il sole, qui, consuma la pelle dei vampiri come acido). Non contagia Oskar: non fisicamente, almeno, anche se una delle pagine più belle del romanzo è dedicata al timore del bambino di essere diventato un vampiro (o di essere un omosessuale, quando scopre che Eli non è esattamente una femmina). L'influenza di Eli è semmai mentale: perché, dopo averla incontrata, Oskar troverà il coraggio di reagire, anche con la violenza, ai suoi aguzzini.
    C'è una parola serba, ocajinik, che in tempi lontani indicava il morto che torna e che ora significa semplicemente 'infelice'. Il portatore di contagio fa paura ed ha paura, perché è solo. La solitudine unisce Eli e Oskar. La solitudine è quella che affligge gli zombi di un altro magnifico romanzo di Lindqvist uscito per Marsilio, L'estate dei morti viventi. La solitudine condanna coloro che si allontanano dal contesto sociale, come dimostra Gianfranco Manfredi in un altro romanzo sul tema, Ho freddo, uscito per Gargoyle, dove l'autore risale alle origini storiche del vampirismo dimostrando come la rabbia e la paura degli umani producano catastrofi peggiori di un paio di canini aguzzi.
    Negli indifferenti anni Ottanta in cui è ambientata la storia di Lindqvist, esseri umani picchiano, sniffano, bevono, insidiano bambini. Eppure, è Eli la loro paura. Perché non appartiene all'umanità, non ha un sesso, non ha dimora. Poco conta che sia capace di provare tenerezza davanti a un giocattolo e di lasciare messaggi d'amore a Oskar usando i dialoghi di Romeo e Giulietta. Infatti, non sarà lei a integrarsi: sarà Oskar a trasgredire ogni possibile norma pur di restarle vicino, allontanandosi per sempre dalla comunità.
    I docili vampiri di Stephenie Meyer, al contrario, cercano con ogni mezzo di adeguarsi al mondo umano: facendo propri gli aspetti superflui del medesimo, come le automobili lussuose e le carte di credito da donare alla fidanzata.
    mai successo.

    Per quanto riguarda il contagio, c'è anche in Twilight
    Bella alla fine diventa un vampiro


    Idem per la solitudine. Se hai letto, avrai notato che lui vive integrato nella società nel senso che va a scuola... ma non ha contatti di nessun tipo con gli umani, non ci parla, non ci esce, non li tocca.

    Cercano di integrarsi, si: è proprio quello il punto. A differenza di tutti gli altri vampiri che appaiono nella saga, loro sono gli unici che rimpiangono la vita 'umana' e odiano quella nomade e la loro nuova natura.

    Ma l'horror, dice Lindqvist, non deve rassicurare, bensì mostrare «le cose in agguato degli angoli bui. Del mondo. Della mente». Per questo, forse, la fila di quattordicenni, alla fine di Lasciami entrare, borbottava uscendo: «Che peccato, il film era un'altra cosa rispetto a Twilight».

    Loredana Lipperini
    Forse il problema è qua: Twilight non è un horror e non ha nessuna pretesa di esserlo. La Meyer mi pare abbia addirittura detto che non ama l'horror ma allo stesso tempo è sempre stata sempre affascinata dalla figura del vampiro..

    Dirai 'non puoi prendere un personaggio horror e piazzarlo in un contesto normale'! Come no! Le streghe? Hellboy? E' il classico tema del cattivo per natura che combatte contro la stessa perchè vuole essere buono...

    Poi posso capire, di nuovo, che non possa piacere. Magari tu vedi i vampiri come eterni cattivi, e così deve essere altrimenti non ti piace e ti sembra tutta una cazzata. Ma non è una regola... soprattutto quando parliamo di leggende. Perchè seguendo questa logica centinaia di romanzi fantastici sarebbero da buttare e non solo sui vampiri...

    Poi se uno mi fa un film su Jason che saltella nel prato col sorriso a mille denti e il fiore in bocca, allora ti darei ragione.. ma per i personaggi inventati e ben definiti lo trovo completamente diverso.

    Il problema è lo stesso di Moccia, quando qualcosa piace alla massa è da criticare. E su Moccia sono d'accordo, ho letto metà libro ed è proprio scritto di merda. Nonostante io sia una fanatica del romanticismo (inteso come relazione amorosa tra 2 persone) e mi sciolga al primo accenno dello stesso... l'ho proprio trovato banale, scritto male e via dicendo.

    Questo non sarà mai un pilastro della letteratura, i dialoghi non sono neanche lontanamente paragonabili ai botta e risposta pungenti di Wilde, non usa un linguaggio ricercato e non fa paura.

    E' una semplice storia di un vampiro 'gentiluomo' che vuole essere buono e si innamora di una tipa. E lo prendo per quello che è... senza pretese.

    Ma mi da fastidio il volerlo criticare ai tutti i costi su basi poco fondate... perchè ti ripeto che non è cosa nuova il cambaire le regole, solo che la gente -anche alcuni critici- di questo genere se ne sono sempre sbattuti le palle e hanno letto poco o niente, magari Anne Rice e poi boom! Twilight! Solo perchè ha avuto successo. E gli sembra di aver scoperto un nuovo mondo fatto di zucchero filato che distrugge una tradizione... già distrutta 20 anni fa senza che nessuno battesse ciglio.

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