Quella voce era poco più di un sussurro, eppure Dany ebbe la sensazione che il cavaliere stesse camminando giusto dietro di lei. "Il mio orso" pensò "il mio vecchio, dolce orso, che mi ha amato e mi ha tradito." Le era davvero mancato molto, serJorah.
Aveva voglia di rivedere quella sua brutta faccia, abbracciarlo e stringersi contro il suo petto... ma sapeva che se si fosse voltata, ser Jorah sarebbe svanito.
«Sto sognando» disse. «Un sogno a occhi aperti, a occhi aperti.
Sono sola, e sono perduta.»
"Sei perduta perché ti sei ostinata a restare in quel posto al quale non sei mai appartenuta" mormorò ser Jorah, come in un soffio di vento. "E sei sola perché mi hai impedito di essere al tuo fianco." «Tu mi hai tradito. Tu hai passato delle informazioni su di me, in cambio di oro.»
"In cambio della mia casa. Non ho mai desiderato altro." «E me. Desideravi anche me.» Dany glielo aveva letto negli occhi.
"Sì, ti ho desiderato" sussurrò l'erba, piena di tristezza.
«Tu mi hai baciato. Io non ti ho mai detto che potevi farlo, ma tu lo hai fatto lo stesso. Mi hai venduto ai miei nemici, ma quando mi hai baciato eri sincero.»
"Io ti avevo dato dei buoni consigli. Preserva le tue lance e le tue spade per i Sette Regni, ti avevo detto. Lascia Meereen ai meereenesi e dirigiti verso ovest. Ma tu non mi hai ascoltato." «Io dovevo prendere Meereen... oppure lasciare che i miei figli morissero di fame lungo la marcia.» Dany vedeva ancora la fila di cadaveri che si era lasciata dietro nella traversata del deserto rosso. Non era uno spettacolo che desiderava rivedere.
«Dovevo prendere Meereen per nutrire la mia gente.»
"Tu hai preso Meereen" le rispose ser Jorah "ma poi ti sei ostinata a restare." «Per essere regina.»
'Tu sei un regina" disse il suo orso. "Nell'Occidente." «È talmente lontano» si lamentò Dany. «Ero stanca, Jorah, stanca della guerra. Volevo riposare, ridere, piantare alberi e vederli crescere. Io sono solo una giovane fanciulla.»
"No, tu sei il sangue del drago." Il sussurro ora stava facendosi più debole, come se ser Jorah avesse perduto terreno dietro di lei. "I draghi non piantano alberi. Questo ricordalo. Ricorda chi sei, e ciò che sei destinata a diventare. Ricorda il motto della tua stirpe." «Fuoco e sangue» disse Daenerys al mare d'erba ondeggiante.
Una pietra rotolò sotto il suo piede. Dany cadde in ginocchio e lanciò un grido di dolore, continuando a sperare che il suo orso la raccogliesse e l'aiutasse a rimettersi in piedi.
"Il mondo non accettava volentieri le persone che soffrono senza pudore. Ognuno vuole solo illudersi che il male non esiste e così nessuno accetta di dividere troppo a lungo con qualcuno la testimonianza del contrario."
"Niente di vero tranne gli occhi", Giorgio Faletti.
Da un essere umano, che cosa ci si può attendere? Lo si colmi di tutti i beni di questo mondo, lo si sprofondi fino alla radice dei capelli nella felicità, e anche olter, fin sopra la testa, tanto che alla superficie della felicità salgano solo le bollicine, come sul pelo dell'acqua; gli si dia di che vivere, al punto che non gli rimanga altro da fare che dormire, divorare dolci e pensare alla sopravvivenza dell'umanità; ebbene, in questo stesso istante, proprio lo stesso essere umano vi giocherà un brutto tiro, per pura ingratitudine, solo per insultare. Egli metterà in gioco perfino i dolci e si augurerà la più nociva assurdità, la più dispendiosa sciocchezza, soltanto per aggiungere a questa positiva razionalità un proprio funesto e fantastico elemento. Egli vorrà conservare le sue stravaganti idee, la sua banale stupidità.
"Ogni volta che permetti a qualcuno di deluderti, perdi un pò di fiducia in te stesso..." Ma non ricordo più il titolo del libro e su google non lo trovo...
Accetta ciò che la vita ti offre e sforzati di bere dalle coppe che ti vengono presentate. Si devono assaporare tutti i vini: di alcuni, solo qualche sorso; di altri, l’intera bottiglia.”
“Come posso riconoscerli?”
“Dal gusto. Soltanto chi ha assaggiato il vino cattivo sa individuare quello buono.
"Inez prese il pacchetto di sigarette e il caffè e uscì sulla veranda dove si sedette a riflettere sulla sua 'palpabile infelicità'. Non le sembrava di essere palpabilmente infelice, ma non le sembrava neppure di essere palpabilmente felice. La felicità o l'infelicità non sembravano neppure essere tra le carte del mazzo con cui solitamente giocava la sua partita, e allora su quella veranda nel pallido sole del mattino risolse di ricostruire i dettagli delle occasioni in cui ricordava di essere stata veramente felice. Mentre pensava a tali occasioni venne colpita dalla loro banalità, da quanto poco c'entrassero con gli eventi principali della sua vita. Ripensandoci, le sembrava di essere stata felice soprattutto nelle case prese a prestito e a pranzo. "
Noi uomini siamo fatti così: é una fortuna che l'immaginazione illumini di poesia i sensi, che i desideri del corpo lascino il passo ai sogni dell'anima. Insomma se mi avessero detto "Avrete questa donna stasera e sarete ucciso domani" avrei accettato. Ma se invece mi avessero detto "Pagate dieci denari e sarete il suo amante" avrei rifiutato e pianto come un bambino che, al risveglio, vede svanire il castello incantato intravisto la notte.
La signora delle camelie, Alexandre Dumas (figlio).