Non sono ferratissimo in materia ma nel tuo caso l'avvocato procede a depositare un decreto ingiuntivo verso l'azienda debitrice per l'ammontare del debito più interessi e spese legali, poi l'azienda se fallita avrà sicuramente un curatore che nel caso farà ricorso oppure come presumo andrai direttamente ad accodarti ai creditori.
Il problema è che la lista di creditori è lunga un chilometro e da quanto ne so l'azienda in questo momento ha praticamente zero.
Ecco, me lo immaginavo, per una volta che ho delle notifiche...sia mai che qualcuno/a mi scriva in privato!
Dunque, in linea di massima tranquillo per le (eventuali) spese della controparte.
Il punto è decidere se e come muoversi, per limitare al massimo i tuoi danni.
Da quel che ho capito è una semplice questione di recupero di un credito, giusto? Roba da decreto ingiuntivo+precetto+pignoramento, non c'è tra voi una controversia (che magari potrebbe avere un esito incerto)?
Se è così (sempice recupero credito), puoi "tranquillamente" procedere, non ti preoccupare delle spese di assistenza legale dell'altro. D'altra parte, valuta bene se e come agire: da quanto dici l'azienda in questione è decotta, con un sacco di creditori e poco o niente in cassa, per cui il rischio che il tuo bel decreto ingiuntivo rimanga lettera morta è elevato; in quel caso comunque, a parte non recuperare il tuo capitale, dovresti sopportare solo le tue spese legali (che, se possibile, dovrai farti preventivare e concordare prima, per non avere sorprese).
Se invece c'è da fare una vera e propria causa il rischio aumenta, perchè in caso di soccombenza potresti essere condannato al pagamento anche delle sue spese processuali.
Il debitore poi potrebbe anche fallire (su richiesta di altri creditori o in proprio) nel frattempo; in quel caso tutte le azioni individuali dei creditori, in qualunque stato e a prescindere dal possibile esito, si interrompono per legge. Quindi se anche ti stava andando bene ed eri riuscito, chessò, a pignorare qualcosa di buono, taaac, interviene il fallimento e un curatore nominato dal tribunale incaricato a gestire debiti e realizzare i crediti. Tutti fermi, in attesa che predisponga un progetto per ripartire l'attivo tra tutti i creditori.
In quel caso puoi solo chiedere l'ammissione al passivo del fallimento, metterti il cuore in pace e aspettare: di solito i creditori normali, ossia chirografari, non prendono nulla e il poco attivo va solo per soddisfare parzialmente i creditori privilegiati: organi del fallimento, professionisti (compreso il legale che seguiva l'azienda, se ha parcelle arretrate), equitalia, banche, lavoratori dipendenti, artigiani, ecc.
Oppure potresti essere tu stesso (dipende anche dall'ammontare del tuo credito) a chiedere il fallimento dell'azienda.
Oppure ancora non fare nulla, tenere monitorata la situazione e in caso di fallimento insinuarti al passivo.
Insomma ci sono diverse variabili e diverse strade possibili da seguire..
Mille volte grazie Wittmann.
Come supponevo, il fatto di "avere ragione" non è sufficiente
Il punto è che a livello di credito, di quanto mi spetta... siamo bassi, parecchio bassi. Dal punto di vista prettamente monetario potrei mettermi l'anima in pace anche perchè, a quanto ne so, almeno la parte TFR dovrebbe coprirla l'INPS in caso di fallimento (dico bene?).
E l'esito dell'azienda quindi la sua "fine" prevista (fallimento? liquidazione?) sembra segnata verso il fallimento.
Altra info. Come ho modo di sapere in che stato è l'azienda in questo momento? Intendo dire se è in liquidazione e nel caso chi è il soggetto liquidatore?
Ho fatto una visura camerale ma non è saltato fuori nulla.
Ah quindi sarebbe un credito da lavoro? bè, in teoria è una buona notizia in quanto è privilegiato e salti davanti a piè pari a tutta la massa dei normali creditori (nessuna garanzia di incassare ma le probabilità aumentano).
Dunque, se è in liquidazione o fallimento dovrebbe risultare da una visura..tieni presente che un minimo di tempo per aggiornarle se le prendono quindi potresti anche fare una visura oggi (in cui non risulta niente) e poi scoprire che la dichiarazione di fallimento è di ieri..
Puoi provare a verificare sul portate dei fallimenti del tribunale della tua città (o meglio, città in cui ha sede il debitore), inserendo p.iva o nominativo dovresti poter verificare se è fallita, in concordato preventivo, ecc.
Se fallisce comunque tutti i creditori dovrebbero ricevere una comunicazione dal curatore in cui vengono indicati gli estremi della procedura, la data dell'udienza di verifica dei crediti, il termine entro il quale depositare la domanda di ammissione al passivo, i documenti necessari, ecc.
Molto bene.
Provo a controllare un po' dappertutto anche perchè tra poco, forse, questa notizia verrà fuori in qualche giornale quindi che possa sparire tutto nell'ombra è meno probabile.
Cmq sì, confermo, credito da lavoro.
Mi mancano tutte le spettanze a seguito di regolari dimissioni (tfr+13 e 14esima+ferie e rol e simili).
Per il tfr dovrebbe esserci il fondo di garanzia dell'inps, non so per gli stipendi e le altre cose arretrate...
Dai insomma a differenza di tanti creditori, fornitori, ecc. qualcosa vedrai che lo recuperi, vedi il piccolo lato buono della faccenda!
Sì infatti mi piacerebbe far casino (inteso come *causa*) per mettere i bastoni tra le ruote a dei signori che l'hanno fatta sporca (non tanto a me, quanto a decine di persone che stanno per perdere il loro lavoro).
Personalmente sono solo "fortunato"
Il problema è che far causa contro una società in via di fallimento rischia di essere per te esclusivamente una lunga fonte di spese, che non sai come si concluderà e che, oltretutto, anche in caso di vittoria non ti garantirà soddisfazione (magari non ci saranno soldi per pagarti, per dire). Gli unici a guadagnarci potrebbero essere gli avvocati, sia il tuo che quello che segue il fallimento (il cui onorario andrà anzi pagato prima degli altri creditori "normali", quindi in pratica finisce per rosicchiare il già scarso attivo del fallito)..