Uccisa dal padre,difesa dal ragazzo
Friuli,marocchina raggiunta in un bosco
Ha cercato di difendere disperatamente la fidanzata dalle coltellate del padre che ha poi raggiunto la figlia nel bosco e l'ha uccisa squarciandole la gola. E' la ricostruzione che hanno fatto i carabinieri di Sacile (Pordenone) degli ultimi minuti di vita di Sanaa Dafani, la ragazza marocchina di 18 anni uccisa a Montereale Valcellina dal padre, El Ketawi Dafani, di 45 anni, che non approvava la sua relazione con Massimo De Biasio, 31 anni.
L'uomo in particolare disapprovava l'intenzione della figlia di andare a vivere con il fidanzato. Massimo De Biasio è stato ascoltato dai carabinieri per pochi minuti la scorsa notte nell'ospedale di Pordenone dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico. Le sue condizioni non sono gravi e non è in pericolo di vita. I medici gli hanno riscontrato varie ferite di coltello all'addome e la recisione dei tendini delle mani, causata da coltellate che l'hanno colpito mentre tentava di difendere la fidanzata.
Gli elementi forniti dal giovane - hanno riferito gli investigatori - sono compatibili con la ricostruzione del delitto che è stata fatta finora sulla base delle testimonianze raccolte da amici e conoscenti della coppia.
Per il padre l'ipotesi di omicidio premeditato
Nel corso della notte, il padre della vittima è stato trasferito in stato di fermo nel carcere di Pordenone. El Ketawi Dafani è indiziato dei reato di omicidio pluriaggravato, tentativo di omicidio e porto abusivo di arma. Fra le aggravanti ipotizzate nei riguardi dell'uomo i Carabinieri di Sacile potrebbero inserire il rapporto di parentela e la premeditazione. I Carabinieri - stando a quanto riferito dall'agenzia di stampa Ansa - non hanno ancora trasmesso alla Procura della Repubblica di Pordenone gli atti relativi al fermo di El Ketawi Dafani (i termini scadono dopo 48 ore) per avere il tempo di raccogliere ulteriori elementi.
Carfagna parte civile nel processo
Il ministro per le pari Opportunitò, Mara Carfagna, si costituirà parte civile nel processo per l'omicidio della giovane marocchina. Lo ha annunciato lo stesso ministro. Per Carfagna è un "delitto orribile, disumano, inconcepibile, frutto di una assurda guerra di religione che è arrivata fin dentro le nostre case".