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Terremoto a L'Aquila

  1. #951
    Bushi yasha
    Uomo 43 anni da L'Aquila
    Iscrizione: 8/9/2006
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    é una follia.
    Forse non si sono ancora resi conto che a L'Aquila ora come ora saranno riaperte il 30% massimo delle attività commerciali,le quali a loro volta avranno al massimo il 20% dei clienti che avevano prima...
    Poi non capisco perchè,se ad Aquila il terremoto è stato nettamente più violento e distruttivo che in Umbria e Marche,bisogna sfavorirla cosi dal punto di vista tassativo...mah.




    Tra parentesi, approfittando del clamore post terremoto, hanno chiuso 3-4 aziende,che hanno lasciato in mezzo alla strada circa 500 persone...

  2. #952
    Sempre più FdT
    Uomo 32 anni da Vercelli
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    Quote Originariamente inviata da yasha Visualizza il messaggio
    é una follia.
    Forse non si sono ancora resi conto che a L'Aquila ora come ora saranno riaperte il 30% massimo delle attività commerciali,le quali a loro volta avranno al massimo il 20% dei clienti che avevano prima...
    Poi non capisco perchè,se ad Aquila il terremoto è stato nettamente più violento e distruttivo che in Umbria e Marche,bisogna sfavorirla cosi dal punto di vista tassativo...mah.


    Tra parentesi, approfittando del clamore post terremoto, hanno chiuso 3-4 aziende,che hanno lasciato in mezzo alla strada circa 500 persone...
    ma cosa ti lamenti???....tanto a settembre tutti avranno una casa!!!!!!!!!!

    seriamente........... .c'era da aspettarselo e non so se si potrà cambiare visto che la gente pensa che ormai a L'Aquila è tornato tutto alla normalità(questo è ciò che la gente sa tramite telegiornali e nanoburattino) e ovviamente non verrano informati di questa nuova uscita dello stato.......l'unica possibilità che gli altri si sveglino siete voi lì a l'Aquila, se vi fate sentire ci sarà ancora una possibilità....

  3. #953
    Bushi yasha
    Uomo 43 anni da L'Aquila
    Iscrizione: 8/9/2006
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    Quote Originariamente inviata da paky92 Visualizza il messaggio
    ma cosa ti lamenti???....tanto a settembre tutti avranno una casa!!!!!!!!!!

    seriamente........... .c'era da aspettarselo e non so se si potrà cambiare visto che la gente pensa che ormai a L'Aquila è tornato tutto alla normalità(questo è ciò che la gente sa tramite telegiornali e nanoburattino) e ovviamente non verrano informati di questa nuova uscita dello stato.......l'unica possibilità che gli altri si sveglino siete voi lì a l'Aquila, se vi fate sentire ci sarà ancora una possibilità....

    per dovere di cronaca (mi piace non dire cazzate,cosi mi sento diverso dai Berlusconiani) hanno detto che saranno pronte le prime case..non tutte


    riguardo il resto...c'è poco da fare..nel senso,anche senza farsi sentire,fare casini o altro,non abbiamo proprio i soldi per pagare,questo è il fatto!!

  4. #954
    Sempre più FdT
    Uomo 32 anni da Vercelli
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    Quote Originariamente inviata da yasha Visualizza il messaggio
    per dovere di cronaca (mi piace non dire cazzate,cosi mi sento diverso dai Berlusconiani) hanno detto che saranno pronte le prime case..non tutte


    riguardo il resto...c'è poco da fare..nel senso,anche senza farsi sentire,fare casini o altro,non abbiamo proprio i soldi per pagare,questo è il fatto!!

    lo credo.....


  5. #955
    obo
    .
    35 anni
    Iscrizione: 23/9/2005
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    sono usciti i nomi dei primi indagati per il disastro
    a Procura ha fornito le identità delle persone coinvolte nelle indagini sui crolli della Casa
    dello studente e del Convitto. I reati ipotizzati: omicidio colposo, disastro colposo e lesioni


    L'Aquila, ecco i nomi degli indagati
    Ingegneri, progettisti e un politico


    Tra loro c'è anche il tecnico che, la sera del 30 marzo, rassicurò i ragazzi
    di GIUSEPPE CAPORALE




    L'AQUILA - Ci sono i progettisti, gli ingegneri, i responsabili dell'acquisto e del restauro degli edifici crollati. C'è un politico (il presidente dell'Adsu, l'Azienda per il diritto agli studi Universitari), c'è anche il tecnico che, la sera del 30 marzo, rassicurò i ragazzi che dormivano nella Casa dello studente dicendo, dopo un accurato sopralluogo, che non sarebbe mai crollata e che potevano dormire i loro sonni tranquilli. Qualcuno non si fidò e, dopo notti di tremolii e cigolii, andò a dormire altrove. Altri gli credettero e sono morti (in otto) sotto le macerie. La Procura della Repubblica dell'Aquila ha fornito oggi i nomi dei 13 indagati per omicidio colposo, disastro colposo e lesioni. Un processo dovrà dire chi di loro può essere considerato (e in quale misura) responsabile di quelle morti. Dodici sono indagati per il crollo della casa dello studente, due per il disastro del Convitto nazionale (tre vittime).

    Ecco i loro nomi. Casa dello Studente: Claudio Botta (ingegnere progettista), Giorgio Gaudiano (responsabile al collaudo per l'acquisto dello stabile da parte del Cda dell'allora Opera universitaria dell'Aquila nel 1977), Walter Navarra (ingegnere incaricato dal cda Opera universitaria 1977), Bernardino Pace (progettista e direttore dei lavori dello stabile), Carlo Giovani (direttore dei lavori per la Regione Abruzzo), Pietro Centofanti (progettista e direttore dei lavori di restauro), Tancredi Rossicone (progettista e direttore del restauro), Massimilianio Andreassi (progettista e direttore deilavori di restauro, incaricato di controlli mai eseguiti), Pietro Sebastiani (responsabile dell'area tecnica dell'Adsu nonché presidente della commissione di collaudo dei lavori di ristrutturazione. Quello che disse ai ragazzi il 30 marzo di stare tranquilli), Luca Valente (attuale direttore Adsu), Luca D'Innocenzo (assessore al comune dell'Aquila e attuale presidente dell'Adsu, unico politico coinvolto).


    Convitto nazionale sono indagati il rettore Livio Bearzi e Vincenzo Mazzotta (dirigente del settore edilizia e pubblica istruzione della Provincia de L'Aquila).

    Quattro altre persone facevano parte dell'elenco degli indagati ma sono nel frattempo decedute. Si tratta di Antonio Miconi, titolare dell'impresa che costruì nel 1965 la casa dello studente; Igino Angelini, proprietario all'epoca della struttura: Remo Fonzi, nel 1965 incaricato di controllare la regolarità dei lavori; Ettore Pietrosanti, dirigente dell'ufficio settore demanio della Regione Abruzzo.

  6. #956
    Mai più senza FdT RudeMood
    Donna 43 anni
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    Quesito della Susy: cosa non va in questa mappa?

    Questa settimana vi presento un vero e proprio rompicapo. Poco più in alto potete visionare un'immagine satellitare, sulla quale sono state tracciate simpatiche linee colorate. I primi dieci lettori che identificheranno il particolare stridente, vinceranno un'incazzatura gratis. Chi getta la spugna subito, prosegua oltre.

    Vi siete arresi? Non vi biasimo. Effettivamente mancava un'informazione essenziale. La mappa altro non è se non il Piano Comunale di Emergenza stilato dalla Regione Abruzzo. L'area che vedete nell'immagine è il comune di Poggio Picenze, poco distante da L'Aquila. Le linee viola rappresentano i confini comunali, quelle rosse la viabilità principale, la superficie evidenziata con una zigrinatura arancione è una zona classificata ad alto rischio per quanto riguarda gli incendi e... le parti tratteggiate in verde sono soggette ad elevato rischio idrogeologico. Per la precisione, parliamo di classificazione R4, ovvero: perdita di vite umane, lesioni gravi agli edifici e alle infrastrutture, distruzione di attività socio-economiche.

    Fin qui niente di strano: nella zona anticamente si trovava un fossato e tutti sanno che nei fossati si riversa l'acqua piovana, rendendo il terreno estremamente cedevole e franoso. Sul luogo, a ridosso del campo sportivo, ancora oggi vengono organizzati folkloristici tour guidati per visionare l'anomalo dislivello del terreno.
    Lodevole dunque che la Regione abbia inserito l'area nel Piano Comunale di Emergenza, attribuendole il grado di rischio idrogeologico più elevato.

    Meno lodevole che proprio in corrispondenza dell'area verde siano state costruite le accoglienti e sicure casette denominate MAP - Moduli Abitativi Provvisori, destinate alle famiglie vittima del terremoto che hanno avuto la fortuna di avere la propria dimora classificata sotto la lettera E. Il 31 dicembre scorso ne sono state consegnate ben 26, mentre le restanti - circa un centinaio - sono ormai prossime ad essere felicemente abitate.

    La mappa della vergogna


    Mha.
    Se 'sti moduli devono essere provvisori, e questo significa che staranno
    al massimo per altri 3 mesi... va quasi bene.

    Erano le uniche zone libere dove poter costruire le MAP?

    Ma chissà.
    Forse rimarranno lì qualche anno....

  7. #957
    Bushi yasha
    Uomo 43 anni da L'Aquila
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    Non erano assolutamente le uniche zone libere...

  8. #958
    obo
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    35 anni
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    se a qualcuno interessa la situazione attuale e non quanto riportano i tg
    L’Aquila, “complice” silenzio delle istituzioni locali

    di Giustina

    Riceviamo e pubblichiamo una nota del Comitato 3e32, uno dei movimenti più attivi a L’Aquila nel post-terremoto. Un’occasione per fare il punto (reale) della situazione a 10 mesi dal sisma. In fondo alla pagine un video: ecco come si presenta oggi L’Aquila.




    “Il complice silenzio delle istituzioni locali”
    Dopo quasi 10 mesi dal terremoto è avvenuto il passaggio di consegne tra la Protezione Civile e gli enti locali. Lo scenario attuale è quello di 8.000 persone ancora in albergo fuori L’Aquila, 17.000 cassaintegrati, in mobilità o disoccupati in più e una ricostruzione che stenta a partire.

    Gli ultimi giorni di Bertolaso a L’Aquila sono stati caratterizzati dagli stessi metodi e dalle stesse contraddizioni di quasi un anno di commissariamento. Con un secco “decido io” il Capo Dipartimento ha imposto la costruzione di una mensa con tanto di chiesa e di convento a Piazza d’Armi, come al solito senza curarsi della volontà della comunità e delle istituzioni locali. Nel frattempo la Protezione Civile è diventata (con Decreto Legge approvato a dicembre) una S.p.A. con poteri sempre più ampi e sempre più fuori da ogni controllo. Ad esempio sarà ora possibile per la Presidenza del Consiglio intervenire tramite la Protezione Civile e il potere di ordinanza nei generici casi di “emergenza sociale, economica o ambientale”. La nuova S.p.A. si occuperà inoltre di grandi eventi e gestione di appalti. Un ruolo sempre più privatistico e politico, molto lontano da quello originario di prevenzione delle catastrofi naturali, messa in sicurezza del territorio ed autoprotezione dei cittadini che a nostro avviso la Protezione Civile dovrebbe svolgere. Difficile non ripensare a quella commissione Grandi Rischi del 30 marzo (una settimana prima del sisma, ndr) sciolta dopo appena 28 minuti con un irresponsabile “gli aquilani possono stare tranquilli”. Difficile non pensare agli 8 milioni presi dai fondi del decreto Abruzzo per le assunzioni all’interno della Protezione Civile, mentre i vigili del fuoco sono sottopagati, privi di mezzi e di risorse e forse anche per questo il 5 aprile ce n’erano solo 15 in servizio a L’Aquila.

    Negli ultimi giorni è piovuto un turbine di accuse addosso a Bertolaso a livello nazionale ed internazionale, dopo i suoi commenti su Haiti e sulla gestione “patetica” dell’emergenza da parte degli Usa. Secondo Bertolaso gli Stati Uniti starebbero sfruttando il terremoto di Haiti come vetrina propagandistica sul piano mediatico.

    Venerdì 29 gennaio Bertolaso è tornato a L’Aquila, per la cerimonia del passaggio di consegne tenutasi al DICOMAC (Direzione Comando e Controllo), a cui erano presenti anche Berlusconi, il governatore Chiodi, il sindaco dell’Aquila Cialente e la presidente della Provincia Pezzopane. Durante la cerimonia Berlusconi ha annunciato, davanti a decine di giornalisti e telecamere, che Bertolaso (che aveva sempre ripetuto di essere un tecnico lontano dalla politica) si avvia a diventare ministro. L’annuncio è stato accolto da un’ovazione da parte della platea composta da finanzieri, militari e membri della Protezione Civile.

    Sempre al DICOMAC il giorno dopo, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario da parte del ministro Alfano, è stato impedito l’ingresso ai genitori dei ragazzi della Casa dello Studente, che manifestavano contro la legge sul processo breve che probabilmente bloccherà anche i processi sui crolli.

    Tutto sommato in 10 mesi le cose non sono cambiate poi così tanto. Continuiamo ad assistere ad abusi di potere, prevaricazione sulle istituzioni locali, mancanza di trasparenza, oscuramento del dissenso, della partecipazione dei cittadini, mentre per la ricostruzione si muove poco o nulla. Il tutto viene mostrato davanti al resto del paese come un miracolo e come un grande successo politico.

    Tutto ciò può avvenire anche grazie al complice silenzio delle istituzioni locali. Durante la cerimonia di venerdì Cialente, Chiodi e Pezzopane, ancora una volta, hanno dato prova di totale sottomissione alla strumentalizzazione ed alla presa in giro da parte del governo. Non sarebbe costato molto far sentire in un’occasione così importante una minima voce critica su quanto è accaduto in questi mesi a L’Aquila, invece come al solito non hanno fatto altro che prodigarsi per ringraziare il Presidente ed il Commissario. Non possiamo che provare indignazione per questo pesante silenzio, grazie al quale il governo può convincere il resto d’Italia che a L’Aquila è stato tutto risolto e che abbiamo avuto fin troppo (come ha sostenuto tranquillamente Tremonti). E’ una responsabilità grave che le istituzioni locali si assumono anche come cittadini e che ci porta ad affermare che non possiamo assolutamente sentirci rappresentati da chi non ha nemmeno il coraggio di dire la verità.

    Video: Il centro storico di L'Aquila, 25/01/2010

    YouTube - Il centro storico di L'Aquila 25/1/2010


    L’Aquila, “complice” silenzio delle istituzioni locali | Politicambiente

  9. #959
    obo
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    per colpa dei mafioso e dei loro amici al governo ci va di mezzo sempre la povera gente

    “Miracolo” L’Aquila: nuove case? Sono già vecchie. Dossier del Comune: “Tutto da rifare”

    Infiltrazioni, ruggine, lavori a metà, garage allagati, ringhiere montate al contrario. Questa la situazione degli 85 edifici antisismici consegnati agli sfollati dell’Aquila secondo un dossier del Comune pubblicato da Repubblica. «Il Progetto C.a.s.e. (Complessi antisismici ecocompatibili) doveva essere un “miracolo”, il miracolo è di quelli che cominciano a fare acqua (per altro, non per modo di dire). E a documentarlo, a neppure novanta giorni dalla definitiva consegna agli sfollati degli 85 edifici antisismici costati alle casse del Paese 803 milioni di euro, sarebbe in fondo sufficiente questo epitaffio: “Si rendono evidenti segni di deterioramento degli edifici inaccettabili”».

    Secondo il quotidiano sono gli stessi tecnici del Comune dell’Aquila a mettere nero su bianco, in una relazione di 60 pagina completa di foto, le falle degli edifici «a conclusione di due mesi di certosini sopralluoghi in ogni angolo di quelle costruzioni. Piastra dopo piastra, ballatoio dopo ballatoio, garage dopo garage. Ringhiera dopo ringhiera». Nella relazione infatti si legge: «Questo ufficio ha potuto riscontrare alcune criticità. E le problematiche più evidenti riguardano perdite nelle tubazioni dei garage”.

    «Alcune ditte – proseguono gli ingegneri secondo il dossier pubblicato da Repubblica – per ovviare al problema, hanno escogitato soluzioni artigianali, costruendo contenitori in acciaio e tubazioni di scolo a vista, eludendo palesemente la riparazione della causa delle perdite”. Per farla breve, gli sfollati di devono arrangiare «con “il secchio”, comunque con pezze peggiori del buco».

    Oltre agli edifici che fanno acqua da tutte le parti con seri problemi strutturali, mancano le più comuni norme sulla sicurezza, come «parapetti in ferro o legno con listelli orizzontali facilmente scavalcabili dai bambini». Paradosso dei paradossi sembra anche che, scrivono i tecnici: «In un caso, la struttura in cemento armato del vano ascensore palesa carenze nella qualità del calcestruzzo».

    Qualche vizio di costruzione, secondo il dossier, può essere imputabile «alla velocità di esecuzione dei lavori», ma qui non si parla di «disfunzioni» bensì di «problematiche serie da risolvere». Il problema, evidenzia l’inchiesta di Repubblica, è che non si sa bene a chi spetta la patata bollente.

    «Il 31 marzo scorso – si legge sul quotidiano – la gestione degli 85 edifici è passata proprio al Comune de L’Aquila. Gli ingegneri suggeriscono che siano le ditte appaltatrici a farsi carico di riparare ciò che si è rotto. E a consegnare finalmente e non a metà ciò che gli è stato pagato per intero». Intanto però il sindaco Massimo Cialente piange miseria facendo sapere al Governo che nelle casse «sono rimasti 122 milioni di euro. Una briciola di fronte ai 400 milioni necessari per la sola “assistenza agli sfollati, i puntellamenti, l’emergenza abitativa”». E a dire che si contano ancora circa 1000 famiglie senza casa.

    “Miracolo” L’Aquila: nuove case? Sono già vecchie. Dossier del Comune: “Tutto da rifare”
    e nessuno ne parla..

  10. #960
    ... SteekHutzee
    Uomo 36 anni
    Iscrizione: 19/7/2008
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    Piaciuto: 100 volte

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    lo dissero anche in una puntata di presa diretta... in piu dissero che hanno scartato ditte che potevano fare il lavoro a metà-un terzo della somma spesa con il risultato che i lavori vanno a rilento perchè mancano i soldi... in più dissero che le new town sono cattedrali nel deserto che quando ricadranno sulle spese dei comuni saranno impossibili da sostenere ecc ecc

    schifo !

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