Italia, 600mila cani randagi solo un terzo sono nei canili.
La Puglia guida il triste primato
ROMA
Sono 600 mila i cani randagi in Italia, di cui solo un terzo sono ospitati nei canili rifugio. I cani abbandonati continuano ad alimentare la popolazione vagante. Inoltre molti cuccioli, che non muoiono di stenti, diventando adulti, rappresentano un ulteriore serbatoio di randagi. Alcuni sono poco socializzati con l’uomo e si trasformano in «inselvatichiti» il cui controllo è più problematico soprattutto quando si riuniscono in branco. Questa la fotografia scattata dal ministero del Welfare sui rischi del randagismo in Italia.
A livello regionale è la Puglia per cani randagi con 70.671 seguita dalla Campania con 70.003, la Sicilia (68.000), la Calabria (65.000) e il Lazio (60.000).
In particolare, rileva il documento del ministero presentato nell’ambito della prima campagna del Welfare contro abbandono e randagismo, i cani vaganti sul territorio, singoli o in branchi, possono rappresentare un potenziale rischio per le persone, diventare serbatoio e veicolo di malattie infettive, essere causa di incidenti stradali, arrecare danni sia al bestiame domestico allevato che a quelli selvatici, essere causa di degrado e inquinamento ambientale. (LA STAMPA)
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In Italia ci sono circa 600mila cani randagi, solo 200mila hanno trovato posto nei canili. Colpa di chi li abbandona o delle città che non fanno abbastanza per questi animali?