Strage al campus, America sotto choc Due le sparatorie. Il cecchino, 20 anni, Ha messo in fila gli studenti e ha sparato: 33 morti. Poi si è suicidato. Il ricordo di Columbine.
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON — Un'America sconvolta ha ieri vissuto la sua più terribile tragedia dall'attentato delle Torri gemelle a Manhattan del 2001, la strage di 32 studenti e il ferimento di altri 15 all'Università Virginia tech a Blacksburg, 400 km circa a sud di Washington. Ne è stato autore un giovane ventenne, forse un asiatico, poi suicidatosi. Si tratta del più grave omicidio di massa della storia americana, sembra dovuto alla gelosia e alla follia: «Non c'è prova che sia terrorismo» ha riferito il portavoce dell'Fbi Richard Kolko «ma non lasceremo inesplorata alcuna strada». Dichiarandosi inorridito, il presidente George Bush ha rivolto al Paese un appello al lutto e la preghiera, mentre al Congresso veniva osservato un minuto di silenzio per le vittime. Come sei anni fa, gli americani, in preda al trauma, hanno seguito il dramma in diretta alle tv. L'allarme è scattato verso le 8 del mattino, le 14 in Italia, quando la polizia, chiamata dall'università, ha fatto irruzione nel campus che conta 26 mila studenti. Dapprima, un portavoce ha parlato di un morto e di un ferito in una stanza del dormitorio, la West Ambler hall, che ospita 895 giovani: «Lo sparatore — ha aggiunto — è stato catturato». Ma un'ora più tardi un video girato con un cellulare da uno studente, Jamal Albarghouti, ha trasmesso immagini angoscianti alla tv Cnn, tra grida e spari, con l'omicida asserragliato in un'aula della Norris Hall, dalla parte opposta del campus, sede della facoltà di chimica e ingegneria. In quel momento, l'America ha capito di assistere a un massacro. Alle 11 circa, il rettore dell'università Charles Steger e lo sceriffo di Blacksburg Wendell Flinchum, lividi in volto, sono apparsi sui teleschermi. «Siamo di fronte a una monumentale tragedia» ha riferito Steger. «Ci sono numerose vittime. Il loro uccisore è deceduto».