Originariamente inviata da
filosofo
Originariamente inviata da
maya
Si, se ne è tanto parlato di lei (mia omonima
), e si continua tutt'ora, e ne ho sempre sentito parlare in modo negativo, io non mi sono mai espressa, ma seguo molto questo tipo di vicende perchè ho la passione per i serial killer e per gli omicidi così "particolari" e ho notato che la gente tenta sempre di isolarla invece di tentare di capire quale sia davvero la realtà: come facciamo NOI a dire "Merita il peggio" o "Non si è ancora pentita!" e la si addita...? come facciamo noi a dire ciò? Solo perchè in televisione le abbiamo visto fare un paio di risate tra "colleghe" di carcere? Noi
non la conosciamo,
non possiamo sapere quello che lei pensa, i problemi psicologici che ha,
non possiamo provare quello che sta provando lei, e non possiamo nemmeno giudicarla male solo perchè ridacchia...sono passati anni dal fattaccio e ne passeranno altri...cosa deve fare? Tenere il muso per tutto il resto della vita? cucirsi la bocca in modo che non possa più sorridere?
Tra l'altro la storia che le abbiano dato un permesso per uscire dal carcere e andare a giocare a pallavolo all'aperto è completamente fasulla, come molte cose che vogliono far credere alcuni giornalisti incompetenti: hanno fatto una partita di pallavolo
tra carcerate, con le guardie sempre vigili, in una sede differente.
Non mi trovo assolutamente d'accordo con quello che la maggior parte della gente pensa.
Se una ragazza di 16 anni si spinge a commettere un gesto del genere non sta assolutamente bene psicologicamente, e credo sia giusto darle una mano in quel senso, aiutarla.
Credo inoltre che con tutte le volte che ne parlano in tv, che ne fanno vedere immagini, che fanno speciale...non fanno altro che farla diventare quasi un personaggio e questo è sbagliato!
volevo solo dire la mia. Fine.
Concordo.
Tutti, in particolare giornalisti di cui ignoriamo le qualità morali, si ergono a giudici supremi, pur non sapendo cosa passa per la testa di Erika, che tra l'altro prima di commettere i due omicidi leggeva avidamente libri di psicologia (particolare interessante, su cui ovviamente non si dice nulla, non si cerca di capire il perché).
Non può nemmeno sorridere, giocare a pallavolo, fumare un sigaretta... ?!
Evidentemente no, secondo taluni non può continuare la sua vita, dovrebbe crogiolarsi mattino e sera nel suo dolore... Cosa che potrebbe pure succedere, noi che ne sappiamo?
E che ne sappiamo noi circa i moventi degli omicidi?
Io, sarà per deformazione professionale, dapprima ricerco il perché delle cose, successivamente formulo giudizi.
Ma c'è troppa gente invece che sentenzia e basta, che si basa esclusivamente sull'atto materiale ignorando cosa c'è dietro.
E cercare di capire non significa giustificare, bensì acquisire l'oggetto su cui esercitare la propria facoltà di giudizio.
Come già detto altrove, l'atteggiamento di chi condanna senza comprendere non è altro che mero praticismo, un artifizio per rimuovere il problema senza farsi troppe domande, e invece di domande dovremmo farcene parecchie.