Il centundicesimo papa è associato al motto De gloria olivae, "dalla gloria dell'olivo": esso si potrebbe collegare a Benedetto XVI osservando che i Benedettini sono anche chiamati "monaci olivetani".
Benedetto XVI sarebbe quindi l'ultimo papa della Chiesa cattolica?
A conferma di tale ipotesi interviene una grande veggente: la monaca di Dresda.
Non si conosce la reale identità di questa religiosa; sappiamo che è vissuta tra il XVII e il XVIII secolo e che è passata alla storia per i testi delle sue profezie contenenti indicazioni sugli ultimi papi e sulla fine dei tempi. I manoscritti della monaca di Dresda, ritrovati nel 1808, sono formati da una raccolta di 31 lettere, che presumibilmente dovevano essere molte di più in origine, alcune in un buono stato di conservazione, altre molto rovinate. I destinatari di tali lettere sono diversi regnanti, papa Clemente XI, alcuni cardinali e altri religiosi della Chiesa cattolica.
Nella lettera a Federico I di Prussia la monaca di Dresda acrive che "l'ultimo Pietro giugnerà dalla tua terra", la Prussia che, all'epoca di Federico I, comprendeva anche quella che attualmente è la Germania.
Joseph Ratzinger è nato il 16 aprile 1927 a Marktl am Inn, in Germania appunto. Grazie a questo dettaglio la profezia della monaca di Dresda e la profezia di Malachia sembrerebbero quindi convergere.
Certo l'associazione fra De gloria olivae e Benedetto XVI è un po' labile...
Secondo alcune tradizioni romane molto antiche, però, nella trascrizione delle profezie di Malachia sarebbe andato perduto un motto, Caput nigrum: bene, sullo stemma di Joseph Ratzinger si trova proprio la testa di un moro, un antico simbolo della diocesi di Frisinga.
Se così fosse, se il vero motto da associare a Benedetto XVI diventasse Caput nigrum, il motto De gloria olivae passerebbe al posto successivo, il centododicesimo, e si potrebbe riferire a un papa benedettino destinato a guidare la Chiesa negli ultimi tempi, quelli preannunciati da Malachia con la frase:
"Durante l'ultima persecuzione della Santa Romana Chiesa siederà Pietro il Romano, che pascerà il gregge fra molte tribolazioni; passate queste, la città dei sette colli crollerà e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Amen".
Secondo alcuni storici questa frase risulta essere un'aggiunta tardica, risalente addirittura al 1820: ma questo, se anche fosse, non intaccherebbe la nostra analisi perché quasi 200 anni di anticipo hanno comunque un'ottima validità profetica.
Il centododicesimo papa, il successore di Benedetto XVI, potrebbe essere quindi Pietro il Romano?
Il dubbio che si presenta agli studiosi nell'interpretare questo passaggio è che il testo della profezia non specifica se il papa associato al motto De gloria olivae e Pietro il Romano siano da identificarsi con una sola persona oppure con due persone distinte; e non specifica se, nel caso si trattasse di due persone distinte, sarebbero due papi consequenziali, come per gli altri pontefici dell'elenco, o se invece fra loro potrebbero trovarsi altri papi. In quest'ultima eventualità risulterebbe impossibile determinare quanto tempo potrebbe intercorrere fra il centododicesimo papa e la caduta della Chiesa di Roma.
E' importante comunque sottolineare che le profezie di San Malachia non preannunciano la fine del mondo ma solo la fine del papato.
Ed è importante sottolineare come la fine del papato e della Chiesa, secondo la dottrina cattolica, non siano affatto da considerarsi eventi drammatici ma siano anzi preludio al ritorno di Cristo, alla salvezza definitiva dopo il grande Giudizio, al compimento della storia umana, al raggiungimento della pienezza... E questo è in perfetto accordo con quanto detto finora e con la visione prospettataci dai Maya per la fine della quinta era, il 21 dicembre 2012.
Pietro II sarà l'ultimo papa della storia della Chiesa così come Pietro I ne è stato l'iniziatore?