Io piuttosto che essere così critica, penso che -a parte l'aver sbagliato i tempi, facendo 'sta cosa poco prima dell'uscita di scuola- chi era lì sapeva benissimo cosa stava facendo. Ma dopo 3 anni di tentativi falliti questo era l'unico modo per sottrarlo alla madre prima che sviluppasse un qualche disturbo .
Poi quando succedono cose diciamo "Ma i servizi sociali dov'erano? perché nessuno si è accorto di nulla?"
Riprogrammare la mente di un bambino portandolo ad odiare il padre che dovrebbe essere la figura di riferimento, è dannoso.
No Rude, così non fai che alimentare odio e paura nella mente del bambino. Non c'è alcuna giustificazione, nè morale nè terapeutica affinchè un bambino venga trattato in quella maniera.
Questo bambino di sicuro ha bisogno di una SERIA psicoterapia sistemica familiare (previa terapia individuale di padre e madre mi sa), non di certo di essere parcheggiato in una casa famiglia finchè i luminari di giudici e periti decidono il da farsi.
Alla fine, come spesso accade, la colpa è di questi due pseudo genitori che dimenticano di avere un figlio e passano la vita a buttarsi merda a vicenda. E pensare che basterebbe così poco se solo lo volessero.
Non ho capito. Puoi spiegarti meglio @Elaine Marley?
bhe non ha fatto neanche male, perchè si rischia anche di creare preconcetti,seriotipi,pregiudizi senza sapere cosa dice l'altra campana.
Infatti, oggi si scopre che c'e un video della polizia scientifica che racconta un altra verità, se nuvola blu non l'ha visto tu puoi dire che tu sia obbiettivo avendo preso a modello solo quella della zia del bambino?
guardate il video
http://video.corriere.it/bambino-con...7-f3d153226b97
«Siamo inferociti e sconcertati per la mistificazione della vicenda fatta a uso e consumo del clamore, senza alcun approfondimento». Silvano Filippi, segretario Regionale del Siulp, il Sindacato unitario dei lavoratori di polizia, interviene sulla vicenda del bambino prelevato mercoledì mattina a scuola dalla polizia per essere affidato al padre, in esecuzione di una decisione dei giudici della corte d'Appello di Venezia. Un intervento che ha fatto discutere soprattutto per le modalità con cui si è dato seguito all'ordinanza, testimoniate dalle immagini di un video diffuso dai parenti della madre del ragazzino. Ma proprio quelle immagini sono ora al centro delle polemiche e la polizia contrattacca annunciando l'esistenza di un secondo filmato, girato dagli stessi poliziotti, che darebbe una visione diversa di quanto accaduto. Intanto, la zia materna ed il nonno del bambino sono stati segnalati dalla Questura di Padova alla magistratura per le ipotesi di oltraggio e resistenza a pubblico ufficiale e inosservanza di un provvedimento dell'autorità giudiziaria per avere ostacolato l'azione degli agenti. Con loro, nella comunicazione di notizia di reato inviata alla Procura, comparirebbe anche una terza persona, che potrebbe essere uno dei genitori dei compagni di scuola del bambino. «MEDIA SUPERFICIALI» - «È deludente l'assoluta superficialità di molte indagini giornalistiche, che non hanno approfondito la questione», ha detto ancora il delegato del Siulp veneto, che denuncia la «decontestualizzazione di un filmato che dura pochi frammenti rispetto a tutta la vicenda». Per questo rimanda alle nuove immagini la ricostruzione della verità.
L'ORDINANZA - Per il segretario Filippi quello delle forze dell'ordine è stato un atto dovuto, a seguito di una sentenza del giudice: «Siamo in presenza di un provvedimento esecutivo che ha rigettato l'impugnazione della madre da parte della Corte di appello di Venezia. L'ordinanza dice chiaramente che il bambino per la sua tutela andava allontanato con gli assistenti sociali e nel caso con l'assistenza della forza pubblica. Se quegli agenti non avessero ottemperato alla sentenza avrebbero commesso il reato di omissione d'atti d'ufficio». Filippi spiega la situazione con un esempio: «Se devo eseguire uno sfratto, ho il dovere di portarlo a termine anche a costo di buttare giù la porta».
CINQUE TENTATIVI - E tornando nel merito della questione precisa: «Per esperienza so che prima di arrivare a una decisione del genere ci sono ampie e lunghe indagini e colloqui. La madre e la famiglia hanno osteggiato 5 diversi tentativi di allontanamento». Per quanto riguarda il filmato, un'ulteriore precisazione: «Quello che prende il bimbo per le gambe è il padre e questo nessuno l'ha detto. Il poliziotto, invece, solleva il bambino dalla schiena perchè il padre lo stava trascinando».
IL SECONDO FILMATO - Il sindacalista riferisce dell'esistenza di un altro filmato realizzato dalla polizia scientifica, che riprenderebbe anche i tentativi di aggressione da parte dei parenti della madre. «Ben venga l'inchiesta voluta dal ministro Cancellieri - sottolinea Filippi -. Autorizzateci a divulgare il nostro filmato e a far capire che si tratta di un'esca velenosa buttata da alcune persone che non si sono arrese alla regola aurea in base alla quale una sentenza del giudice va eseguita senza possibilità di derogarvi».
La polizia annuncia un contro-video: «Chi prende il bimbo per le gambe è il padre» - Corriere.it
Nessun preconcetto per quanto mi riguarda. Non ho sentito alcuna tv, mi sono documentata (come spesso faccio) in rete, tra l'altro poi se ne è parlato pure stamattina a lavoro da me quindi ho commentato. Non credo che sia necessario vedere i video per capire l'oggetto di una notizia
Tra l'altro poi il fatto che il Governo abbia chiesto scusa per l'operato delle fdo non mi sembra cosa da poco.
quando l'emotività e al galoppo per certe immagini per certe chiacchiere è normale che non sempre si è obbiettivi fino in fondo ( tutti siamo uguali in questo punto ). Solo il confronto dell'altra campana ci aiuta ad esserlo
Quello che mi da piu fastidio che adesso i politici stanno sfruttando questa emotività per portare acqua al loro mulino, ma andassero a alvorare veramente e licenziassero il progetto di legge che sta ancora fermo
Bimbo Conteso, Alessandra Mussolini smuove il ministro per poterlo visitare - Corriere.it
Bimbo Conteso, Alessandra Mussolini
smuove il ministro per poterlo visitare
Il deputato: «È uno scandalo, non volevano farmi entrare»
LA PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE INFANZIA: «È PROVATO, VUOLE LA MAMMA»
Bimbo Conteso, Alessandra Mussolini
smuove il ministro per poterlo visitare
Il deputato: «È uno scandalo, non volevano farmi entrare»
Alessandra Mussolini alla Camera (Afp)
Alessandra Mussolini ha dovuto insistere. Ha bussato alla porta, e non l'hanno fatta entrare. Si è qualificata come presidente della commissione per l'infanzia e l'adolescenza della Camera, e ancora le hanno risposto picche. Sull'onda del lei non sa chi sono io, ha chiamato il ministro dell'Interno Cancellieri e il questore di Padova. E, dopo attese e lamentele, alla fine c'è riuscita. È entrata nella casa protetta di Padova dove da giovedì pomeriggio il piccolo Leonardo cerca di ritrovare la pace dopo quanto gli è accaduto. LO SCANDALO - «È uno scandalo nello scandalo», ha detto la parlamentare del Pdl intervenendo a Pomeriggio 5, la trasmissione di Barbara D'Urso. Il fatto che non le abbiano concesso un libero accesso alla struttura, è per lei motivo di denuncia al pari del trattamento riservato al bimbo, caricato di peso su un'auto della polizia tra urla e strepiti: «Sono stata un'ora e mezza fuori dalla casa-famiglia - ha accusato la nipote del Duce -. Posso comprendere che la suora e gli educatori possano non conoscere che un deputato possa entrare ovunque, ma si sbagliano». Ed è stato per questo motivo che ha chiamato il ministro«Vuoi sapere cosa mi ha risposto?» Ha domandato retoricamente alla conduttrice:«Cancellieri mi ha detto: lo dice lei che il parlamentare può entrare». Il che basta, a parere di Mussolini, per dire che «ignora la Costituzione».
LE INSISTENZE - Alessandra Mussolini ha quindi insistito anche col ministro: «Mi sta dicendo che un parlamentare non può accedere?». Al che Cancellieri avrebbe risposto: «In questa faccenda non voglio entrare, parli con il ministro Severino». In sintesi, per la deputata: «Un ministro dell'Interno nega la prerogativa ispettiva a un parlamentare».
LA VISITA - Non è dato sapere quante altre telefonate ha dovuto fare. Sta di fatto che alla fine l'onorevole è riuscita nell'intento. «Ho comunque visto il bambino tolto alla madre e devo dirlo di averlo trovato provato», confida a Barbara D'Urso. «Gli ho detto che ero una volontaria - spiega - che mi chiamavo Ale. Altro non posso rivelare». Ma si fa per dire, subito dopo aggiunge: «È un bambino coraggioso, gli ho chiesto cosa vuole. Lui non guardava in volto, voleva andare a giocare, mi ha detto "voglio andare a casa da mia mamma". È a disagio, non vuole parlare con gli adulti, sta con i bambini, è molto deciso su quello che mi ha detto. Era un po' pallido ma sta bene, mi ha detto che gli fa male un pò la schiena».
Dopo la brambilla con i Beagle abbiamo la Mussolini con sto bambino...che schifo.
Che poi veramente un parlamentare può entrare dove vuole? Mi sa tanto da cazzata