Pussy Riot, colpevoli di "teppismo religioso", condannate a due anni di carcere
Reparti antisommossa intorno al tribunale. Arrestati manifestanti. La Chiesa russa chiede la clemenza
Colpevoli di teppismo a sfondo religioso. Alle 15 di Mosca i giudici hanno letto la sentenza alle Pussy Riot, le tre giovani cantanti punk che si sono esibite in una performance anti Putin nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca. Barriere di acciaio sono state erette nelle strade attorno al tribunale Khamovichesky e la polizia impedisce l'accesso a pedoni e automobilisti. E dopo ore di lettura della lunghissima sentenza è arrivata anche la condanna a due anni di carcere senza la condizionale. Pena che è stata considerata iniqua e troppo severa dalla gran parte degli osservatori internazionali. Per gli Usa e per l'Ue si tratta di una «condanna eccessiva». E perfino la Chiesa ortodossa russa ha esortato le autorità a mostrare clemenza verso le Pussy Riots «Senza mettere in dubbio la legittimità della sentenza della corte - si legge in una dichiarazione - chiediamo alle autorità dello Stato di mostrare compassione nell'ambito della legge».
LE MOTIVAZIONI - Secondo la corte presieduta da Marina Syrova le tre ragazze hanno suonato una canzone «blasfema, insultante» nella cattedrale, commettendo una «grave violazione dell'ordine pubblico, disturbando la quiete dei cittadini e insultando profondamente le convinzioni del fedeli ortodossi» si legge nella sentenza. Nadezhda Tolokonnikova, 22 anni, Ekaterina Samutsevich, 30 anni, e Maria Alekhina, 24 anni hanno cantato il 21 febbraio scorso, incappucciate e con chitarre elettriche e amplificatori, una 'preghiera punk' nella cattedrale moscovita di Cristo Salvatore chiedendo alla Madonna di «cacciare Putin» dal potere. Secondo i giudici. il testo «esprimeva chiaramente l'odio basato su affiliazione religiosa» e l'obiettivo delle tre ragazze, mosse da «odio religioso» era quello di raggiungere «il circolo più vasto possibile di fedeli dando pubblicità» al loro gesto. L'accusa aveva chiesto tre anni di reclusione.
SENTENZA POLITICA - La giudice Sirova ha negato che la sentenza di colpevolezza un'«azione politica». Anzi, l'impianto accusatorio punta più sulla blasfemia che sulla protesta anti-Putin. Ma per il presidente del gruppo di Helsinki mosocovita, la veterana russa dei diritti umani Lyudmila Alekseyeva, ritiene che la condanna delle Pussy Riot sia politicamente motivata, che non rispetti la legge, il buon senso e la pietà, ma non arriva di sorpresa. «Come la maggior parte dei processi politici, questo processo non rispetta la legge, il buonsenso, la pietà» ha detto Alekseyeva a Interfax. Ma la condanna «era quasi inevitabile, chi viene messo in custodia cautelare prima del processo su richiesta del pubblico ministero molto raramente viene assolto» ha detto.
I FIGLI DELLE CANTANTI - Più di dieci autobus carichi di uomini dei reparti anti sommossa sono stati parcheggiati nelle vicinanze del tribunale. E più di cento giornalisti hanno ascoltato la sentenza. Due delle Pussy Riot hanno figli piccoli e i loro avvocati hanno già chiesto di ottenerne la custodia legale in caso di condanna, per evitare che vengano dati in adozione ad altre famiglie. «Le mie assistite sperano in un'assoluzione, ma sono pronte a continuare a combattere», aveva detto l' avvocato difensore delle tre donne prima della sentenza.
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