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150 Anni di storia da "Uniti": Auguri Italia!

  1. #41
    Anti-chrome RikuXXX
    Uomo 26 anni da Salerno
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    Quando finirà la storia dei polentoni e dei terroni ci sarà da festeggiare.
    C'è sicuramente gente che dice "Fiero/a del nord/sud! Per fortuna non sono del sud/nord" e poi a questa "festa" tutta sorridente.
    Altro che unità, l'Italia è unita solo per pochi italiani.


  2. #42
    Can che dorme Wolverine
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    Quote Originariamente inviata da RikuXXX Visualizza il messaggio
    Quando finirà la storia dei polentoni e dei terroni ci sarà da festeggiare.
    C'è sicuramente gente che dice "Fiero/a del nord/sud! Per fortuna non sono del sud/nord" e poi a questa "festa" tutta sorridente.
    Altro che unità, l'Italia è unita solo per pochi italiani.
    Ed anche questo è assolutamente vero.

  3. #43
    Vivo su FdT monty
    Uomo 41 anni da Verbano-Cusio-Ossola
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    Quote Originariamente inviata da Holly Visualizza il messaggio
    Perché è un discorso che generalizza secondo il criterio del "sentito dire".
    non mi offendo solo perché non mi conosci affatto, né probabilmente leggi i miei post su questo sito e quindi non puoi sapere che io non sono uno di quelli che parla a càzzo, che generalizza o che parla solo per "sentito dire"!

    ma sappi che la storia che tu conosci è stata scritta, ma mai raccontata...

    mi sono documentato un pò, ho letto qualche libro e qualche saggio e ho scoperto che l'Italia non è divisa tra Polentoni e Terroni, ma tra Ignoranti e Ipocriti!

    hanno festeggiato al Nord, eppure al Nord pensano che il cancro dell'Italia è il Sud, che senza Sud l'Italia sarebbe uno dei paesi+ricchi del mondo;
    hanno festeggiato al Sud, perché al Sud non sanno che ciò che la storia(scritta) chiama "liberazione" o "unità", in realtà non è nient'altro che un' "invasione" oltre che "sottomissione" del Sud al Nord.

    Cavour fu uno dei fautori dell'Unità, eppure al Sud non c'è mai stato.
    e non tutti sanno che il Sud dei Borbone era la terza potenza mondiale nel 1860...e ora??una delle zone + depresse d'Europa

    @Holly tu queste banalità "le avevi sentite dire"??? le sapevi??

    io mi fermo quì, ma se ti interessa sapere altro chiedimi...

    per quanto mi riguarda, se dovessero istituire la festa dell'italiano io sarei il primo a festeggiare, perché sono fiero di essere italiano...ma se tu mi vuoi portare in piazza per festeggiare quella che io vedo un'invasione, allora NO,GRAZIE!

  4. #44
    Can che dorme Wolverine
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    Forse NAPOLI era la terza potenza mondiale...certo non l'intero regno, cerchiamo di non sparare eresie tanto per rimpiangere quel regno imbelle che infatti è crollato come un castello di carte non appena la popolazione ne ha avuta l'occasione.

    Senza contare che già PRIMA c'erano stati svariati moti anti-borbonici, non è che fossero tutte rose e fiori...

    E senza contare la situazione delle scuole, delle università, delle infrastrutture e del sistema industriale, settori in cui il nord era avanti anni luce.
    Se tutte le "invasioni" fossero così, mi farei invadere molto volentieri da chiunque altro

    Non fare come Abraxas o Sirena Partenope, dai...di piagnoni che rimpiangono i Borboni ci bastano già quei due, qua dentro...

  5. #45
    Moderatrice Holly
    Donna 35 anni
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    Quote Originariamente inviata da monty Visualizza il messaggio
    non mi offendo solo perché non mi conosci affatto, né probabilmente leggi i miei post su questo sito e quindi non puoi sapere che io non sono uno di quelli che parla a càzzo, che generalizza o che parla solo per "sentito dire"!

    ma sappi che la storia che tu conosci è stata scritta, ma mai raccontata...

    mi sono documentato un pò, ho letto qualche libro e qualche saggio e ho scoperto che l'Italia non è divisa tra Polentoni e Terroni, ma tra Ignoranti e Ipocriti!

    hanno festeggiato al Nord, eppure al Nord pensano che il cancro dell'Italia è il Sud, che senza Sud l'Italia sarebbe uno dei paesi+ricchi del mondo;
    hanno festeggiato al Sud, perché al Sud non sanno che ciò che la storia(scritta) chiama "liberazione" o "unità", in realtà non è nient'altro che un' "invasione" oltre che "sottomissione" del Sud al Nord.

    Cavour fu uno dei fautori dell'Unità, eppure al Sud non c'è mai stato.
    e non tutti sanno che il Sud dei Borbone era la terza potenza mondiale nel 1860...e ora??una delle zone + depresse d'Europa

    @Holly tu queste banalità "le avevi sentite dire"??? le sapevi??

    io mi fermo quì, ma se ti interessa sapere altro chiedimi...

    per quanto mi riguarda, se dovessero istituire la festa dell'italiano io sarei il primo a festeggiare, perché sono fiero di essere italiano...ma se tu mi vuoi portare in piazza per festeggiare quella che io vedo un'invasione, allora NO,GRAZIE!

    quel che io so che ci sono delle diversità culturali fra nord e sud, esistono e quanto tali vanno preservate. questo è un fatto incontestabile.

    non so quale sia la tua fonte. però trovo che dimentichi completamente il fatto che l'immagine culturale di italianità sia un dato di fatto.
    il fattore culturale è diverso dai fattori sociali, politici, economici.

    la questione meridionale è un fatto innegabile. ma dire "ignoranti" e "ipocriti" è riduttivo. io ti parlo di una realtà meridionale che conosco direttamente, in quanto è la realtà entro la quale io sono nata e cresciuta. è incontestabile che le differenze ci siano, che siano notevoli, da diversi punti di vista, in primis da un punto di vista economico.

    io non voglio proprio offendere nessuno, ma ridurre la questione a due macroscopiche categorie è piuttosto generalizzante. la diversità nasce in primis da ragioni geografiche. non dimentichiamo che la cultura e la maggior conoscenza, nell'800, dell'abitante del settentrione italiano deriva fondamentalmente da un suo essere propriamente al centro di dati eventi storici, cosa che chi abitava al sud non era. il resto è storia, ma è anche un magna-magna.
    ma a me non risulta che il sud sia stato composto di soli ignoranti o il nord di soli mangiatori di soldi.

    la prospettiva storica entro la quale si vorrebbe definire quella del meridione italiano "invasione" ha molti punti che potrebbero essere contestati.
    in primo luogo, nella definizione geografica d'italia, risalente almeno al I sec. a. C., l'italia comprende la zona al di sotto delle alpi, sino a giungere alla "punta dello stivale". l'insieme di conoscenze che determinano la cultura italiana sono a un livello più alto, che non conosidera la specificità locale (da quel punto di vista troveremmo differenze sostanziali anche fra zone circoscritte contigue), è simile. c'è un bagaglio di conoscenze che determina un'identità comune, in parte pre-esistente alla data d'unità, in parte costituitosi dopo. anche nel caso di una costruzione posteriore di una cultura italica (e per cultura in questo caso intendo la definizione utilizzata in ambito di antropologia culturale di "insieme di conoscenze"), non possiamo più far nulla, perché saremmo anacronistici a contestare qualsiasi cosa. per farti un esempio stupido: la mancanza di una lingua parlata comune. sì, prima di allora non c'era. ora c'è. attaccarci ora al fatto che quella lingua nell' '860 non ci fosse sarebbe fuoriluogo.

    il discorso da te fatto, che divide dei cosiddetti ipocriti da altri cosiddetti ignoranti generalizza perché non tiene conto di diversi fattori e di diversi avvenimenti storici post-unitari. in ogni caso a me pare che l'economia agraria vigente nello stato borbonico ottocentesco fosse quella del latifondo, come a me pare che non si possa parlare di "questione meridionale" prescindendo da giolitti.

    in ogni caso dire "ignoranti" e "ipocriti" coinvolge direttamente le masse in modo inopportuno, dal momento che il potere decisionale non era nelle loro mani, né tanto meno è loro responsabilità qualsiasi avvenimento storico allora accaduto.

    paradossalmente, se ricollegato a un ambito ludico, la definizione "polentoni" e "terroni" ha più senso. si tratta di definire delle diversità culturali innegabili. definirli ignoranti e ipocriti invece si ricollega all'atto stesso di attribuire delle responsabilità.
    non si può trattare la questione meridionale così semplicemente - io non provo a farlo perché mi mancano nozioni fondamentali di storia, perché il mio ambito è quello letterario. e soprattutto non si può esaminare il fenomeno ricollegato solo a un ristretto periodo storico.
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  6. #46
    Overdose da FdT Fiona
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    Paese mio, mi fai tanto vergognare a volte ma non tu, le persone che ti abitano e in particolare le persone che si trovano su determinate poltrone.
    Ma per il resto sei bellissima, mentre passeggio per Firenze mi sento fierissima.
    Quoto Lucien.
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  7. #47
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    Quote Originariamente inviata da Holly Visualizza il messaggio
    quel che io so che ci sono delle diversità culturali fra nord e sud, esistono e quanto tali vanno preservate. questo è un fatto incontestabile.

    non so quale sia la tua fonte. però trovo che dimentichi completamente il fatto che l'immagine culturale di italianità sia un dato di fatto.
    il fattore culturale è diverso dai fattori sociali, politici, economici.

    la questione meridionale è un fatto innegabile. ma dire "ignoranti" e "ipocriti" è riduttivo. io ti parlo di una realtà meridionale che conosco direttamente, in quanto è la realtà entro la quale io sono nata e cresciuta. è incontestabile che le differenze ci siano, che siano notevoli, da diversi punti di vista, in primis da un punto di vista economico.

    io non voglio proprio offendere nessuno, ma ridurre la questione a due macroscopiche categorie è piuttosto generalizzante. la diversità nasce in primis da ragioni geografiche. non dimentichiamo che la cultura e la maggior conoscenza, nell'800, dell'abitante del settentrione italiano deriva fondamentalmente da un suo essere propriamente al centro di dati eventi storici, cosa che chi abitava al sud non era. il resto è storia, ma è anche un magna-magna.
    ma a me non risulta che il sud sia stato composto di soli ignoranti o il nord di soli mangiatori di soldi.

    la prospettiva storica entro la quale si vorrebbe definire quella del meridione italiano "invasione" ha molti punti che potrebbero essere contestati.
    in primo luogo, nella definizione geografica d'italia, risalente almeno al I sec. a. C., l'italia comprende la zona al di sotto delle alpi, sino a giungere alla "punta dello stivale". l'insieme di conoscenze che determinano la cultura italiana sono a un livello più alto, che non conosidera la specificità locale (da quel punto di vista troveremmo differenze sostanziali anche fra zone circoscritte contigue), è simile. c'è un bagaglio di conoscenze che determina un'identità comune, in parte pre-esistente alla data d'unità, in parte costituitosi dopo. anche nel caso di una costruzione posteriore di una cultura italica (e per cultura in questo caso intendo la definizione utilizzata in ambito di antropologia culturale di "insieme di conoscenze"), non possiamo più far nulla, perché saremmo anacronistici a contestare qualsiasi cosa. per farti un esempio stupido: la mancanza di una lingua parlata comune. sì, prima di allora non c'era. ora c'è. attaccarci ora al fatto che quella lingua nell' '860 non ci fosse sarebbe fuoriluogo.

    il discorso da te fatto, che divide dei cosiddetti ipocriti da altri cosiddetti ignoranti generalizza perché non tiene conto di diversi fattori e di diversi avvenimenti storici post-unitari. in ogni caso a me pare che l'economia agraria vigente nello stato borbonico ottocentesco fosse quella del latifondo, come a me pare che non si possa parlare di "questione meridionale" prescindendo da giolitti.

    in ogni caso dire "ignoranti" e "ipocriti" coinvolge direttamente le masse in modo inopportuno, dal momento che il potere decisionale non era nelle loro mani, né tanto meno è loro responsabilità qualsiasi avvenimento storico allora accaduto.

    paradossalmente, se ricollegato a un ambito ludico, la definizione "polentoni" e "terroni" ha più senso. si tratta di definire delle diversità culturali innegabili. definirli ignoranti e ipocriti invece si ricollega all'atto stesso di attribuire delle responsabilità.
    non si può trattare la questione meridionale così semplicemente - io non provo a farlo perché mi mancano nozioni fondamentali di storia, perché il mio ambito è quello letterario. e soprattutto non si può esaminare il fenomeno ricollegato solo a un ristretto periodo storico.
    ho annerito quella frase perché è la conferma a ciò che ho iniziato a pensare al terzo rigo: ottima proprietà di linguaggio, vocabolario forbito e hai dato un'ottima dimostrazione di come riesci ad argomentare bene fatti che probabilmente non conosci bene, o non conosci affatto!
    non prenderla come un tentativo di offesa o di presa in giro, anzi sono serio e lo penso davvero!

    non discuto quello che hai detto(benché mi sia perso a metà del discorso, e abbia iniziato a capirci sempre meno), ma purtroppo quello che voglio dirti è che la Storia non è una "scienza esatta". molto probabilmente quella che è arrivata a noi non è la "vera Storia", ma soltanto una storia "raccontata", plasmata e modellata.

    si dice che Garibaldi sia stato l'eroe dei "due mondi", vero? ma se davvero fu un eroe in Sudamerica, xké poi se ne tornò in Italia??te lo 6 mai chiesto?
    si dice che Garibaldi sia stato il grande eroe dell'Unità d'Italia combattendo in prima persona tutte le battaglie(o la maggior parte di esse!). eppure c'è chi lo descrive come uno dei primi criminali di guerra della Storia contemporanea. si parla di corruzione, ma anche del fatto che in realtà mandava avanti i suoi soldati e lui li raggiungeva a battaglia conclusa, anche perché fisicamente era storpio e non poteva combattere.

    l'incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II dove avvenne??

    Pontelandolfo e Casalduni ti dicono niente??

    questi sono alcun esempi...se vuoi te ne farò altri! @Holly

  8. #48
    Moderatrice Holly
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    Quote Originariamente inviata da monty Visualizza il messaggio
    ho annerito quella frase perché è la conferma a ciò che ho iniziato a pensare al terzo rigo: ottima proprietà di linguaggio, vocabolario forbito e hai dato un'ottima dimostrazione di come riesci ad argomentare bene fatti che probabilmente non conosci bene, o non conosci affatto!
    non prenderla come un tentativo di offesa o di presa in giro, anzi sono serio e lo penso davvero!

    non discuto quello che hai detto(benché mi sia perso a metà del discorso, e abbia iniziato a capirci sempre meno), ma purtroppo quello che voglio dirti è che la Storia non è una "scienza esatta". molto probabilmente quella che è arrivata a noi non è la "vera Storia", ma soltanto una storia "raccontata", plasmata e modellata.

    si dice che Garibaldi sia stato l'eroe dei "due mondi", vero? ma se davvero fu un eroe in Sudamerica, xké poi se ne tornò in Italia??te lo 6 mai chiesto?
    si dice che Garibaldi sia stato il grande eroe dell'Unità d'Italia combattendo in prima persona tutte le battaglie(o la maggior parte di esse!). eppure c'è chi lo descrive come uno dei primi criminali di guerra della Storia contemporanea. si parla di corruzione, ma anche del fatto che in realtà mandava avanti i suoi soldati e lui li raggiungeva a battaglia conclusa, anche perché fisicamente era storpio e non poteva combattere.

    l'incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II dove avvenne??

    Pontelandolfo e Casalduni ti dicono niente??

    questi sono alcun esempi...se vuoi te ne farò altri! @Holly
    è sì vero che io studio materie letterarie e filologiche, ma è anche vero che ho fatto i miei esami di storia. in ogni caso, per fare qualsiasi esame di letteratura, devo necessariamente conoscere il periodo storico relativo.

    comunque... la storia può essere "raccontata" alle superiori. a livello di studi "alti", nella maggior parte dei casi c'è un cospicuo lavoro sulle fonti. la storia è una materia di studio oggettiva dall'illuminismo in poi, quando non è più opera di massima oratoria (concezione precedente al '700). all'università non c'è nessuna storiella. c'è un lavoro di ricostruzione fatto sulle fonti.

    in ogni caso rimane sempre una realtà oggettiva dei fatti e le varie interpretazioni che ne sono state fatte in un secondo momento.
    esempio stupido: secondo alcuni punti di vista, Alessandro Magno è stato un grandissimo conquistatore, ma, esaminato da un altro, è stato un assassino. Qual è l'interpretazione giusta? Come posso definirla? Non mi rimane soltanto da costruire quello che è realmente successo?
    Per quanto riguarda la realtà su Garibaldi, non credi forse che se tu ora hai letto da qualche parte che poteva essere uno storpio, evidentemente c'è un lavoro storico di ricostruzione e di studio delle fonti che ti hanno portato a leggere che Garibaldi era storpio? Non è lo stesso lavoro che fa chi scrive i libri di storia?
    In ogni caso è normalissimo che la storia che tutti conosciamo non sia la stessa che viene studiata all'università. Ha un approccio diverso. La storia raccontata e semplice è quella che uno DEVE conoscere dopo le superiori. Ma è anche normale che a quel livello d'istruzione non si possa fare un'analisi approfondita delle vicende storiche. E questo vale per tutte le materie. A chi studia letteratura non viene fatto notare il lavoro filologico che c'è a monte sui testi. A chi studia chimica, o biologia, il discorso viene semplificato.

    Per il resto, francamente, non ho capito il senso delle ultime domande. L'esame di storia contemporanea l'ho dato già al primo anno, ne farò un altro paio alla magistrale.
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

  9. #49
    Vivo su FdT monty
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    è sì vero che io studio materie letterarie e filologiche, ma è anche vero che ho fatto i miei esami di storia. in ogni caso, per fare qualsiasi esame di letteratura, devo necessariamente conoscere il periodo storico relativo.

    comunque... la storia può essere "raccontata" alle superiori. a livello di studi "alti", nella maggior parte dei casi c'è un cospicuo lavoro sulle fonti. la storia è una materia di studio oggettiva dall'illuminismo in poi, quando non è più opera di massima oratoria (concezione precedente al '700). all'università non c'è nessuna storiella. c'è un lavoro di ricostruzione fatto sulle fonti.

    in ogni caso rimane sempre una realtà oggettiva dei fatti e le varie interpretazioni che ne sono state fatte in un secondo momento.
    esempio stupido: secondo alcuni punti di vista, Alessandro Magno è stato un grandissimo conquistatore, ma, esaminato da un altro, è stato un assassino. Qual è l'interpretazione giusta? Come posso definirla? Non mi rimane soltanto da costruire quello che è realmente successo?
    Per quanto riguarda la realtà su Garibaldi, non credi forse che se tu ora hai letto da qualche parte che poteva essere uno storpio, evidentemente c'è un lavoro storico di ricostruzione e di studio delle fonti che ti hanno portato a leggere che Garibaldi era storpio? Non è lo stesso lavoro che fa chi scrive i libri di storia?
    In ogni caso è normalissimo che la storia che tutti conosciamo non sia la stessa che viene studiata all'università. Ha un approccio diverso. La storia raccontata e semplice è quella che uno DEVE conoscere dopo le superiori. Ma è anche normale che a quel livello d'istruzione non si possa fare un'analisi approfondita delle vicende storiche. E questo vale per tutte le materie. A chi studia letteratura non viene fatto notare il lavoro filologico che c'è a monte sui testi. A chi studia chimica, o biologia, il discorso viene semplificato.

    Per il resto, francamente, non ho capito il senso delle ultime domande. L'esame di storia contemporanea l'ho dato già al primo anno, ne farò un altro paio alla magistrale.
    @Holly
    parli di oggettività...ma ne 6 davvero convinta??
    credi davvero che quello che ti hanno insegnato sia quello che è effettivamente accaduto??
    e poi che significa "la storia raccontata è quella che uno DEVE conoscere dopo le superiori"???

    io cmq non sto discutendo le scuole, le università, i metodi o gli approcci; io sto dicendo che la storia è stata falsata, perché si dice che "la storia è scritta dai vincitori", e quella che noi conosciamo non è nient'altro che frutto di propagande da parte dei politici dell'epoca!


    tu, con l'esempio di Alessandro Magno, non parli di storia ma di filosofia. è come se io ti parlassi di Robin Hood(esempio classico per dimostrare le varie scuole di pensiero in filosofia): era un ladro? un benefattore? un egocentrico?
    la storia non dovrebbe essere soggetta a interpretazioni, ma DOVREBBE basarsi su dati oggettivi, tra cui i DOCUMENTI!

    dov'è avvenuto l'incontro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II?? semplice...a Teano!
    non c'è cosa + sbagliata!
    documenti dimostrano che l'incontro sia avvenuto a TAVERNA CATENA, vicino VAIRANO SCALO...che non è TEANO!
    e allora, se mi hanno mentito su una cosa così banale, chi mi dice che non l'abbiano fatto con altre cose molto + importanti??

    hai mai sentito parlare di Pontelandolfo e Casalduni??? ovviamente no!
    perché dovresti conoscere 2 paesini del Beneventano di poche migliaia di anime?? alla fine mica sono state rase al suolo dall'esercito sabaudo a mò di rappresaglia, perché i 2 paesi avevano ammazzato 42 tra militari e carabinieri sabaudi???
    42 morti tra le file sabaude ----> migliaia di morti tra gli abitanti duosiciliani...a me ricorda tanto Marzabotto, e a te??
    eppure tu hai studiato storia "ad alti livelli"!

  10. #50
    Wowbagger Jo Constantine
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    Sì Monty, però dovresti anche dirci ste cose dove le hai studiate/lette...cioè servono fonti...perchè capisci, stai mettendo le tue parole (e altri documenti) contro la storia che abbiamo sempre studiato.
    Io sono d'accordo con te quando dici che la storia è scritta dai vincitori, ma così come stai facendo potresti anche scrivere che Goku ha fatto la breccia a porta Pia e spacciarlo come storia vera...capisci?!?

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