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Battisti, Lula dice no all'estradizione

  1. #71
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 42 anni da Reggio Emilia
    Iscrizione: 21/12/2007
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    Quote Originariamente inviata da ironside Visualizza il messaggio
    Sai se mi dici che la dottrina Mitterand la applichi per esempio per i palestinesi, per i curdi o gente in fuga da regimi dittatoriali lo posso capire, ma l'Italia degli anni 70 non era una dittatura, ma che la Francia si metta a proteggere degli assassini questo mi lascia spiazzato.
    ah non dirlo a me, devi spiegarlo ai rospetti transalpini..


  2. #72
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
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    Se posso dire la mia a proposito della dottrina Mitterand, forse dovremmo analizzare la situazione politica italiana degli anni '70 per giudicare con serenità.
    Purtroppo qualsiasi assersione si possa fare in proposito, non può essere avallata da prove certe.
    A ogni modo negli anni '70 fu portata avanti dalla DC la politica degli opposti estremismi, che in parole povere consisteva nel dimostrare come fosse reale il pericolo di un regime fascista da destra e uno comunista da sinistra dando delle dimostrazioni di ciò che questo potesse significare in termini pratici, facendo in modo che di tanto in tanto accadesse qualche evento terroristico culminante in una strage o un delitto di alta risonanza mediatica.
    Le stragi erano il biglietto da visita dei terroristi di dx, i delitti di risonanza mirati quello di sx.
    Al centro c'era la DC che aveva dalla sua i servizi segreti i quali, non sempre presumibilmente, ma spesso, si intrufolavano in queste organizzazioni terroristiche e favorivano l'insorgenza di questi attentati allo scopo di aumentare il credito della DC, soprattutto in prossimità di elezioni: si arrivò a un credito della DC che ottenne oltre il 50% di elettori, in un periodo dove non esisteva l'alternanza bipartitica ma a concorrere erano una dozzina di partiti.

    Descritto questo scenario, veniamo ai processi imbastiti ai terroristi.
    Io sono convinto del fatto che il legame stretto tra terrorismo e servizi segreti si ripercosse anche a livello di magistratura.
    Idearono il ruolo di pentito, garantendo a quei terroristi che collaboravano degli sconti di pena formidabili.
    Domanda: chi ci dice che i pentiti non fossero in realtà dei terroristi che avevano collaborato coi servizi segreti fin dai tempi della progettazione degli attentati?
    Specificatamente al caso Battisti, c'è Mutti su cui gravavano prove e sospetti molto più gravi che non quelli di Battisti, eppure se l'è cavata con 8 anni di reclusione.
    lasciando perdere Battisti e i PAC, Giusva Fioravanti e la sua fidanzata, sono gli autori ufficiali della strage di piazza Bologna, ma sappiamo tutti che sono solo dei fantocci.
    Che nel rapimento e l'uccisione di Aldo Moro ci siano dietro, infiltrati nelle BR, degli agenti del Sisde, non è provato ma lo sospettiamo in molti.

    Per farla breve, in una situazione del genere, n on dico che debba essere condivisibile, ma sulla dottrina Mitterando ci dovrebbe quanto meno essere apertura e dovremmo almeno porci il dubbio su chi più di tutti si sia comportato da paese terzomondista, se quello che pretende di mettere il becco in vicende altrui volendo prendere le difese di certi - comunque - terroristi; oppure l'altro, che ha permesso stragi e omicidi terrificanti per garantire il potere dei suoi governanti.

  3. #73
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 42 anni da Reggio Emilia
    Iscrizione: 21/12/2007
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    Continui a commettere sempre lo stesso errore di fondo: non ti puoi addentrare sul singolo processo, sulla credibilità di questo o quel testimone o sulla situazione politica del tal anno.
    Se si facesse così tutti i processi potrebbero essere rimessi (a torto o a ragione) in discussione, chiunque potrebbe contestare un processo, l'interpretazione di una prova o di una norma, la credibilità di qualcuno, la situazione politica del momento, eventuali e misteriose intromissioni tra potere politico e sistema giudiziario, + un milione di altre cose; chiunque potrebbe quindi bloccare o contestare le richieste di estradizione di chiunque nei confronti di chiunque, e in sostanza sarebbe il puro e semplice caos.
    La questione è invece più generica e se vogliamo anche più semplice, e non può tollerare eccezioni o strappi: è quello dell'esercizio della giurisdizione.
    Uno Stato esercita attraverso i suoi organi uno dei suoi poteri fondamentali, viene celebrato un regolare processo, viene emessa una sentenza, la sentenza passa in giudicato. Con questo la faccenda si dovrebbe chiudere e lo stato terzo a cui viene chiesta l'estradizione di qualcuno si deve limitare a verificare alcuni presupposti e requisiti, NON PUO' e NON DEVE permettersi di mettere il becco in processi e cose che non lo riguardano e di cui non può sapere nulla.
    Tanto più se chi chiede l'estradizione non è una dittatura militare africana del 4° mondo (allora li eventuali cautele sulla sorte del detenuto potrebbero anche starci), ma è un paese dell'unione europea (in cui il problema, se c'è, casomai è proprio l'eccesso di garantismo).
    Tutti i trattati e le convenzioni internazionali per le estradizioni si fondano su questi semplicissimi e basilari principi (al più si limitano ad aggiungere aspetti secondari o comunque accessori, come il rispetto dei diritti umani, pene di morte, persecuzioni politiche, ecc.). Chi le mette in dubbio (come mitterand), o chi viola questi trattati inventandosi scuse inverosimili (come nel caso del trans lula che, lo ricordo, non ha sostenuto irregolarità del processo ma che le condizioni battisti potrebbero aggravarsi se tornasse in italia!!), mette in crisi e in pericolo tutto il sistema.
    Non a caso appena quel vecchio rimbambito se ne è andato la sua "dottrina" è stata completamente azzerata, e non a caso le istituzioni internazionali (Caso Battisti, il Parlamento europeo chiede l'estradizione in Italia dell'ex terrorista - Adnkronos Esteri, cui voglio sperare seguirà il trib. dell'aja) ribadiscono questa posizione.
    Ultima modifica di Wittmann; 21/1/2011 alle 18:44

  4. #74
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Io non mi sono riferito a un singolo processo nel mio intervento precedente, ma a tutti quei processi contro terroristi o presunti tali. Mi sembra di aver capito (potrei sbagliarmi) che il senso della dottrina Mitterand fosse proprio questo: quella tipologia di processi e l'uso che s'è fatto dei pentiti e il loro trattamento successivo, non erano garanzia di giustizia; pertanto una serie di persone giudicate colpevoli per reati terroristici in quel periodo sono state aiutate in Francia dalla dottrina Mitterand.
    In quel periodo non si può non ammettere che in Italia il governo e la giustizia non fossero quelle di una democrazia esemplare. A mio giudizio l'Italia una democrazia esemplare non lo è mai stata, ma questo è un mio parere; però in quegli anni in particolar modo.
    Questo poi non significa che Battisti sia un santo o che lo sia qualche altro terrorista che tutt'ora è latitante ed è stato aiutato dalla dottrina Mitterand.
    Però forse un po' d'umiltà prima di definirci la democrazia per antonomasia e terzomondisti gli altri, non guasterebbe. Le posizioni più giuste spesso stanno nel mezzo...

  5. #75
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 42 anni da Reggio Emilia
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    Io non mi sono riferito a un singolo processo nel mio intervento precedente, ma a tutti quei processi contro terroristi o presunti tali. Mi sembra di aver capito (potrei sbagliarmi) che il senso della dottrina Mitterand fosse proprio questo: quella tipologia di processi e l'uso che s'è fatto dei pentiti e il loro trattamento successivo, non erano garanzia di giustizia; pertanto una serie di persone giudicate colpevoli per reati terroristici in quel periodo sono state aiutate in Francia dalla dottrina Mitterand.
    In quel periodo non si può non ammettere che in Italia il governo e la giustizia non fossero quelle di una democrazia esemplare. A mio giudizio l'Italia una democrazia esemplare non lo è mai stata, ma questo è un mio parere; però in quegli anni in particolar modo.
    Questo poi non significa che Battisti sia un santo o che lo sia qualche altro terrorista che tutt'ora è latitante ed è stato aiutato dalla dottrina Mitterand.
    Però forse un po' d'umiltà prima di definirci la democrazia per antonomasia e terzomondisti gli altri, non guasterebbe. Le posizioni più giuste spesso stanno nel mezzo...
    Si ma legittimare quella dottrina significa infrangere un principio e potenzialmente legittimarle tutte: un altro paese potrebbe dire "non mi piacciono gli usi che avete fatto dei pentiti nei processi di mafia e nemmeno le norme sui collaboratori di giustizia, quindi non ti faccio estradare questo e quel mafioso"..Un altro potrebbe sostenere che le tal norme di procedura penale sul processo in contumacia non sono buone, e rifiutare per quello..un altro potrebbe sostenere che nelle carceri italiane si sta stretti e non c'è sky in cella, quindi rifiutare.
    Ci sarebbe una incertezza totale e costante, e magari una fuga verso questi rifugi sereni per evitare di scontare le condanne.

  6. #76
    I run these tracks thorpe
    Uomo 39 anni da Vercelli
    Iscrizione: 6/9/2009
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    ecco adesso mi avete scimmiato con sta dottrina e mi toccherà documentarmi v.v

  7. #77
    Assuefatto da FdT laurabra
    Donna 36 anni da Roma
    Iscrizione: 16/12/2010
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    Quote Originariamente inviata da Wittmann Visualizza il messaggio
    31 Dicembre 2010.
    Cesare Battisti non sarà estradato in Italia. Il presidente Brasiliano, Ignacio Lula da Silva, ha deciso di seguire l'orientamento già espresso dall'Avvocatura generale dello Stato che giovedì si era detta contraria al rinvio in Italia dell'ex terrorista dei Pac, i Proletari armati per il comunismo, condannato a 2 ergastoli per quattro omicidi.
    ROMA - La reazione ufficiale del governo italiano, che ieri aveva definito "inaccettabile" un eventuale rifiuto,non è tardata ad arrivare. Il ministro degli Esteri,Franco Frattini, ha deciso di richiamare in Italia per consultazioni l'ambasciatore a Brasilia, Gherardo La Francesca. E non è mancato un immediato commento del presidente del consiglio, Silvio Berlusconi: «Esprimo profonda amarezza e rammarico per la decisione del Presidente Lula di negare l'estradizione del pluriomicida Cesare Battisti nonostante le insistenti richieste e sollecitazioni a ogni livello da parte italiana. Si tratta di una scelta contraria al più elementare senso di giustizia». E ancora: «Esprimo ai familiari delle vittime tutta la mia solidarietà, la mia vicinanza e l'impegno a proseguire la battaglia perchè Battisti venga consegnato alla giustizia italiana. Considero la vicenda tutt'altro che chiusa: l'Italia non si arrende e farà valere i propri diritti in tutte le sedi».
    IL RICHIAMO DELL'AMBASCIATORE - L'annuncio del richiamo dell'ambasciatore è stato dato nel primissimo pomeriggio da una nota della Farnesina. Il richiamo dell'ambasciatore non equivale al ritiro della delegazione, che di fatto significa rottura dei rapporti diplomatici, ma è comunque il segno della tensione in atto tra i due Paesi. L'iniziativa è in linea con le dichiarazioni di molti esponenti del governo Berlusconi che ancora oggi, prima che fosse resa nota l'intenzione di Lula di non permettere il trasferimento in Italia dell'ex terrorista dei Pac, con la conseguente presa in carico da parte delle forze dell'ordine italiane, avevano parlato di possibili ritorsioni in caso di un diniego da parte del capo di Stato brasiliano.
    L'ITALIA NON SI ARRENDE - Nella sua nota ufficiale, il ministero degli Esteri fa sapere che il governo italiano punta a «utilizzare immediatamente tutti i possibili margini offerti dall'ordinamento giuridico brasiliano per ottenere nei tempi più rapidi la sospensione della procedura di scarcerazione di Cesare Battisti». L'Italia, si legge ancora nel testo, lavorerà per «far sì che il Tsf verifichi l'incompatibilità della decisione presidenziale con la sua stessa precedente sentenza del novembre 2009 che aveva negato i presupposti per la concessione a Battisti dello status di rifugiato».
    «VIOLATI I PATTI» - Anche il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, ha espresso rammarico per la decisione e ha ricordato che «il ministero della Giustizia si è sempre mosso nella cornice disegnata dal diritto romano secondo cui ’Pacta sunt servanda’. Purtroppo, questo alto principio di legalità, che non è nelle disponibilità di alcuno, è stato gravemente ignorato, incrinando così la credibilità e l’efficacia delle leggi e dei trattati internazionali». Secondo Alfano «non si comprende per quale ragione il presidente Lula eccepisca l’articolo 3 del Trattato bilaterale, secondo il quale ci potrebbe essere un aggravamento della condizione personale dell’estradando che, nel caso in esame, è stato regolarmente condannato dalla giustizia italiana perché colpevole di efferati omicidi».
    «Una vicenda tutt'altro che chiusa» - Corriere della Sera

    Che vomito di personaggio.
    Poi la chicca, cagasotto che non è altro..aspettare giusto l'ultimo giorno di mandato per lasciare la patata bollente al successore, come se qualcuno potesse credere hce ha deciso davvero stamattina.
    Libertà per un pluriomicida regolarmente processato e condannato a 2 ergastoli, veramente vergognoso. Era e rimane un paese del 3° mondo, buono al massimo per andarci a puttçne.
    cagasotto sara' il tuo governo che con la scusa di far vedere le palle oltre alla merda che ha intorno si è permesso all'inizio di dire che i brasiliani sono un popolo di ballerine e non di giuristi!!!!!
    e questo se lo sono legati al dito!!!!!!!!!!
    Viva Lula,vi ha s*******to bene bene,adesso col pil al 5% e l'economia alla cinese vai a dirgli che sono 3° mondo..........è finita l'era del colonialismo

  8. #78
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Quote Originariamente inviata da Wittmann Visualizza il messaggio
    Si ma legittimare quella dottrina significa infrangere un principio e potenzialmente legittimarle tutte: un altro paese potrebbe dire "non mi piacciono gli usi che avete fatto dei pentiti nei processi di mafia e nemmeno le norme sui collaboratori di giustizia, quindi non ti faccio estradare questo e quel mafioso"..Un altro potrebbe sostenere che le tal norme di procedura penale sul processo in contumacia non sono buone, e rifiutare per quello..un altro potrebbe sostenere che nelle carceri italiane si sta stretti e non c'è sky in cella, quindi rifiutare.
    Ci sarebbe una incertezza totale e costante, e magari una fuga verso questi rifugi sereni per evitare di scontare le condanne.
    Secondo il mio modesto parere, il limite che stai ponendo in queste considerazioni è nel pensare agli altri stati come al regno di qualche despota che pone e dispone. Invece nella realtà dietro a un governo che prende simili decisioni c'è un'intero popolo che in seguito potrà col consenso e col voto approvare o bocciare il suo operato.
    Riportiamola qua in Italia: se il nostro governo dicesse accogliamo tutti i ricercati per reati contro l'umanità perché aveva ragione Hitler, son convinto che alle successive elezioni avrebbero pochissime possibilità di venir confermati alla guida del paese. La stessa cosa è per la Francia e per il Brasile, che come si lamenta giustamente @laurabra è molto più al passo con gli altri di quanto non possiamo credere.
    Eppoi, se un paese fosse veramente nella situazione di terzo mondo dove c'è un reuccio che decide tutto lui, quello decide e deciderebbe come gli pare a prescindere dagli eventuali pericoli che ipotizzi nel tuo intervento delle 9.19 di oggi.
    Quindi si tratta solo di stabilire se quei processi furono fatti in modo sommario oppure no; e nel caso specifico se veramente l'utilizzo delle dichiarazioni di un pentito, unica prova concreta per molte delle accuse a carico di Battisti, unitamente alla contumacia che non permise un contraddittorio serio con quanto Mutti affermò, resero quel processo inattendibile e la conseguente condanna discutibile.

  9. #79
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
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    lula non ha deciso così per via di una supposta sommarietà del processo, ma ha utilizzato una ridicola motivazione che non ha nulla a che fare col processo, cioè che la posizione di battisti in italia rischierebbe di aggravarsi (!!) e ha pensato bene di manifestare la decisione a poche ore di distanza dalla fine del suo mandato, così da potersi lavare le mani di tutte le polemiche e problemi che sapeva di causare con la sua scelta.
    Uno dei fondamenti dell'estradizione è proprio che non dovrebbe dipendere da valutazioni personali (e quindi soggettive, variabili, potenzialmente infondate, ecc.) di questo o quel governante: dovrebbero esclusivamente essere verificati (da organi tecnici, non da showman, politici o travoni) alcuni presupposti e poi dovrebbe essere concessa, a prescindere dall'imputato, dal paese ospitante, da quello richiedente, dall'essere d'accordo o meno con una sentenza!
    Ripeto per l'ennesima volta, bisognerebbe smetterla di parlare di mutti o del contraddittorio (scusa ma è assurdo sostenere che la contumacia non gli ha permesso di affrontare in modo serio il processo, visto che è evaso dal carcere ed è per quello che è stato contumace!): nell'estradizione non si riesamina un processo, non si devono rivalutare i mezzi di prova, i testimoni, ecc.!
    Infine, un'economia che tira non c'entra niente con lo stare al passo coi tempi o con il diritto, quel richiamo era del tutto fuori luogo: in cina arrestano i dissidenti, torturano e fucilano la gente, è stare al passo coi tempi visto che il pil sale!?

  10. #80
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Non sono un esperto, ma mi sembra che anche l'Italia conceda l'asilo politico a quelle persone che, se reintrodotte a forza nel loro paese d'origine, sarebbero bersaglio del regime che ivi ritroverebbero.

    Mi dà l'idea che il Brasile ci veda similmente a come noi vediamo certe situazioni del medio oriente; per una valutazione di questo diventano importanti le modalità del processo e l'accanimento a volerlne mettere in atto la sentenza.

    Son convinto che se ci fosse stata la disponibilità italiana a voler approfondire certe questioni che rendono oggettivamente dubbia la serenità del giudizio, Battisti sarebbe stato estradato già da tempo.

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