La struttura. Quella che familiarmente viene chiamata "la casa dei gladiatori" - un tempo edificio destinato a custodire armature e trofei militari - era stata costruita lungo la via dell'abbondanza, la strada principale della città sepolta percorsa ogni giorno da centinaia di visitatori. All'interno, nella grande sala, furono rinvenute durante gli scavi molte armature adagiate su scaffali di legno. Sulle porte d'ingresso vi erano dipinti di trofei ed effigi di successi bellici. Nonostante la visita turistica fosse interdetta e la Schola accessibile soltanto dall'esterno, adesso il tratto è stato transennato e chiuso al pubblico.
Le cause. La Sovrintendenza ha reso noto che la causa del cedimento sarebbe, con molta probabilità, la pioggia abbondante dei giorni scorsi. Circostanza confermata dallo stesso ministro dei Beni culturali, Sandro Bondi: "Alla luce dei primi accertamenti, il dissesto che ha provocato il crollo parrebbe imputabile a uno smottamento del terrapieno che si trova a ridosso della costruzione per effetto delle abbondanti piogge di questi giorni e del restauro in cemento armato compiuto in passato". Il tetto andato distrutto durante la seconda guerra mondiale, infatti, era stato ripristinato negli anni scorsi ed è probabile che il peso non sia stato retto dalle antiche mura.
Gli archeologi: "Basta politica degli effetti speciali". Anche il segretario generale del ministero, Roberto Cecchi, chiede fondi adeguati ricordando che "la manutenzione ordinaria non viene fatta più da almeno mezzo secolo". Parole che fanno infuriare Italia Nostra, ma anche le associazioni degli archeologi che contestano "la politica degli effetti speciali, con spese di milioni di euro per istallare ologrammi virtuali e pannelli fotografici a pochi passi dalla Domus crollata".
Il sindaco di Pompei: "Inascoltati i nostri appelli". "Dello stesso avviso anche il sindaco di Pompei, Claudio d'Alessio. "Il crollo rappresenta una disgrazia per il patrimonio culturale dell'umanità - dice il primo cittadino - ha lasciato l'intera cittadinanza esterrefatta". E aggiunge: "Le nostre grida d'allarme non trovano ascolto e, invece, Pompei dovrebbe fare da traino all'economia dell'intera regione Campania. Basta con la politica dei rinvii e delle chiacchiere. Occorre pensare a quali siano gli strumenti per il rilancio dell'intero patrimonio archeologico nazionale".-------/ E il mondo ride!!.
Pompei, crolla l'Armeria del gladiatore Napolitano: "Una vergogna per l'Italia" - Repubblica.it