Ma allora la impiccano per davvero??...
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Sakineh sta per essere impiccata in tutto silenzio
Siamo alla vigilia dell'impiccagione, Sakineh, 43 anni, potrebbe essere impiccata domani, mercoledì 3 novembre 2010
Le autorità iraniane hanno deciso di impiccare Sakineh in tutto silenzio, lo rivelano associazioni per i diritti umani provenienti dall'Iran.
La donna era stata condannata alla lapidazione per adulterio prima che tutto il mondo, insieme ad Emergency e tutte le associazioni per i diritti umani, si adoperassero per salvarla. Dopo il gran clamore mondiale, le autorità iraniane sono state costrette a fermare lo scempio.
Tuttavia l'Iran ha pensato bene di trovare un modo per condannarla a morte ugualmente, questa volta per complicità nell'omicidio del marito. La confessione della sua implicazione nell'omicidio del coniuge le fu estorta, le fecero firmare un documento scritto in farsi, mentre la donna comprende solo l'azero, Sakineh non sapeva ciò che stava firmando.
Sakineh si è sempre proclamata innocente, sia per l'adulterio che per la morte del marito, che ricordo, è deceduto accidentalmente mentre faceva la doccia.
Le confessioni di Sakineh sono sempre state estorte con violenza e forza, nel 2006 le sono state inflitte 99 frustrate per un adulterio che ha sempre negato.
La donna è rinchiusa nel carcere di Tabriz, braccio della morte nella regione nord-occidentale dell'Iran.
Il figlio e l'avvocato della donna sono ancora in prigione.
Confidiamo nell'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani, il Parlamento europeo, il Consiglio dell'Ue, il Dipartimento di Stato Usa e tutti i governi democratici per compiere ogni sforzo possibile per evitare l'esecuzione.
Helene Benedetti
http://reportonline.it/2010110243332...-silenzio.html
Mi sa che ormai non ci sia piu niente da fare per questa povera donna
Il problema non sarebbe tanto la pena in sè...SE FOSSE SCATURITA DA UN PROCESSO GIUSTO.
Non sono mai stato contro la pena di morte in sè, ma in quel tipo di Paesi i processi in questi casi sono assolutamente arbitrari e sommari, ed a quanto pare il caso di Sakineh non ha fatto per niente eccezione...è QUESTO, almeno per me, il vero problema di tutto questo.
Se (ragiono per assurdo, sia chiaro) Sakineh potesse essere stata veramente colpevole di tutto ciò di cui viene accusata, e se tutto questo fosse emerso in un processo equo effettuato con tutti i crismi ed i diritti del caso, allora non avrei avuto niente da dire.
Ma dato che questi presupposti di giustizia vengono completamente meno in questa situazione specifica, allora non mi sta più per niente bene.
Si ma loro ammazzano la gente tirando loro dietro pietre finchè non muoino! E' barbarico!
Il problema è anche la pena di morte in sé, perché nel caso degli States (per esempio) è un palese controsenso punire il privato che si macchia di omicidio e contemporaneamente invece accettarlo se compiuto dallo Stato.
Comunque la questione aprirebbe un altro capitolo, qui si discute di Sakineh che verrà impiccata perché colpevole di adulterio.
Ma è veramente colpevole o la hanno colpevolizzata ingiustamente?
Prima era stata accusata di adulterio e punita con novantanove frustate davanti a uno dei figli, poi qualche mese fa è stata condannata alla lapidazione per l’omicidio del marito. In seguito alle pressioni della comunità internazionale, il tribunale iraniano aveva deciso di rinviare l’esecuzione della sentenza. Poi aveva fatto sapere che l’esecuzione ci sarebbe stata comunque, ma con un’altra modalità: impiccagione invece di lapidazione. L’uomo direttamente responsabile dell’omicidio di cui è accusata Sakineh invece è libero, era stato condannato a morte ma i figli di Sakineh hanno deciso di perdonarlo: «È il padre di una bambina di tre anni, ha pianto molto davanti a noi. Mia sorella ed io non abbiamo voluto essere la causa della sua esecuzione», ha detto Sajad. Una sentenza di revisione del processo era attesa per il quindici agosto, ma quattro giorni prima del verdetto la televisione iraniana aveva trasmesso un video in cui Sakineh Ashtiani confessava con voce tremante di essere stata complice dell’omicidio di suo marito e di avere avuto una relazione con il cugino di lui. Il suo avvocato aveva spiegato che la donna era stata torturata per due giorni prima di accettare di confessare quello che le chiedevano davanti a una telecamera, coperta da un chador nero che lasciava intravedere solo parzialmente uno dei suoi occhi.
Questo è quanto.