Esce dal carcere l'autore, insieme a Erika De Nardo, del delitto di Novi Ligure
Oggi ha 26 anni. I legali: "Completato un faticoso percorso rieducativo"
ASTI - Chiede di essere lasciato tranquillo, non parla direttamente ma lo fa attraverso i suoi legali, forse parlerà più avanti, da uomo libero qual è da oggi. E' il giorno della scarcerazione per Omar Favaro, una condanna a 14 anni di prigione (ridotta a 9 grazie all'indulto e all'accoglimento della richiesta di liberazione anticipata) per quel che accadde il 21 febbraio nel quartiere Lodolino di Novi Ligure, quando lui e la sua fidanzata di allora, Erika De Nardo, ammazzarono con 97 coltellate Susi Cassini e Gianluca De Nardo, madre e fratello di Erika.
"Voglio stare tranquillo", chiede oggi, a 26 anni (all'epoca dei fatti ne aveva 17), e gli avvocati Lorenzo Repetti e Vittorio Gatti si dicono "soddisfatti" perché "pur non dimenticando la tragedia, in questo momento si è completato il lungo e faticoso percorso rieducativo e Omar finalmente può essere reinserito a pieno titolo nella società avendo espiato le sue colpe. Ora davanti a lui c'è la prospettiva di vivere una vita da ragazzo come tutti gli altri".
Omar, in semilibertà da un mese, fa il giardiniere ad asti. Ha trovato lavoro presso una cooperativa locale, guadagna 600 euro al mese. Un "detenuto modello", dicono di lui gli agenti della polizia penitenziaria. "Si impegna a fondo", raccontano alla cooperativa. Il giardinaggio potrebbe essere il suo lavoro anche da uomo libero, anche se Omar dice di essere un appassionato di computer. In ogni caso il suo primo sogno da realizzare - aveva detto qualche tempo fa - è "farmi una bella nuotata al mare: sono dieci anni che non ci vado".
I genitori gli sono rimasti sempre accanto. Da Alessandria, dove abitavano, si sono anche trasferiti ad Asti. Ogni giorno, alle 12.30, da quanto è partito il regime di semilibertà, 45 giorni fa, Omar è andato a pranzo a casa loro. Anche il papà di Erika, Francesco De Nardo, non ha mai abbandonato la figlia in carcere a Verziano, in provincia di Brescia. Nel 2006 si era parlato di lei quando, con le compagne di detenzione, partecipò a un incontro di pallavolo all'oratorio di Buffalora con la squadra femminile del posto. Nel 2009 si è laureata in Lettere con 110 e lode. Il giorno in cui ha discusso la tesi - "Socrate e la ricerca della verità negli scritti platonici" - il padre era al suo fianco.
(Repubblica.it)
---------
Speriamo abbiano realmente "messo la testa a posto"...