vi riporto un estratto di una realzione scritta da geologi e geofisici scritta nel lontano 2006.
[Dall’incontro e? emerso che sulla situazione geologica della Valle di Susa si dispone ormai di una massa di dati rilevante soprattutto per quanto riguarda la tratta inter- nazionale del tracciato previsto per la TAV, mentre la si- tuazione del tratto nazionale richiede ulteriori approfon- dimenti. In ogni caso la conoscenza del terreno, appare assai superiore a quella di altri analoghi trafori come quello del Lo?tschberg, dove la presenza dell’amianto e? stata riscontrata a lavori gia? iniziati, richiedendo inter- venti cautelativi che non hanno pero? comportato l’inter- ruzione dei lavori. Cio? consente fin d’ora di avere un qua- dro attendibile della presenza dell’amianto e dell’uranio, nonche? delle misure da adottare in proposito.Per quanto riguarda l’amianto, in Valle di Susa il de- trito contenente amianto, da smaltire con le cautele riser- vate ai materiali nocivi, e? valutato in un volume inferiore a 300.000 metri cubi, anche secondo le valutazioni piu? caute. Alla luce di cio? le eventuali variazioni in piu? o in meno rispetto al volume previsto diventano un problema di bilancio economico del progetto, ma non di salute pub- blica. La quantita? di fibra in gioco e? di alcuni ordini di grandezza inferiore rispetto a quella prodotta, nell’adia- cente Valle di Lanzo, dalla miniera a cielo aperto di Ba- langero, che nell’arco di decenni ha abbattuto e macinato (a secco) milioni di metri cubi. di serpentina ad alto teno- re di fibra (> 3%) senza che questa attivita? abbia avuto un qualche riscontro epidemiologico nei paesi a valle; la stes- sa cosa vale per la cava (pietrisco di serpentina) tuttora attiva a Caprie. I moderni metodi di monitoraggio e di scavo (che prevedono l’abbattimento delle polveri in ac- qua e il loro filtraggio) consentono la messa in sicurezzadell’ambiente in cui operano gli addetti allo scavo, e a maggior ragione dell’area circostante agli sbocchi. Le nor- mative in vigore sono largamente idonee a impedire l’ae- rodispersione di fibre nella fase di smaltimento del mari- no e in discarica.Per quanto riguarda l’uranio, il suo tenore nelle rocce della Valle di Susa non e? superiore a quello medio nor- malmente presente sulla crosta terrestre, come indicano sia le analisi chimiche (su radon in acqua e su uranio), sia le misurazioni della radioattivita? effettuate su carote, ma- gazzini-carote, rocce in profondita? (nei sondaggi) e rocce di superficie. A questa concentrazione l’uranio, la cui ra- diazione ha bassissima capacita? di penetrazione, presenta carattere di pericolosita? soltanto in ambiente chiuso (can- tine, grotte, gallerie abbandonate); non esiste invece un rischio ne? in una galleria attiva, ne? tanto meno in un am- biente esterno, quale quello di una discarica.La situazione della Valle di Susa risulta pertanto non dissimile da quella che e? gia? stata incontrata, e affrontata con successo, in altri casi, per esempio nello scavo del tunnel del Lo?tschberg in Svizzera. I dati geologici a dispo- sizione consentono quindi di concludere che nella Valle di Susa non esiste un rischio prevedibile per la salute pubblica che possa derivare dalla presenza di quantita? ec- cessive ne? di amianto ne? di uranio. Quello che invece si pone, e che e? lungi dall’essere risolto, e? piuttosto un pro- blema di corretta informazione e di comunicazione dei ri- sultati delle ricerche scientifiche gia? condotte: su questo terreno si auspica una piu? incisiva azione delle ammini- strazioni locali a tutti i livelli, dalla Regione ai comuni interessati, e dei mass media.]
Io mi sono informata sentendo sia un fronte che l'altro, è un argomento che mi tocca da vicino andando spesso in val susa in vacanza o a trovare amici che lavorano da quella parti.
Detto questo credo che che un corridoio commerciale tra Torino e Lione sia necessario, se non passerà di li passerà in Liguria, cosa dal mio punto di vista impensabile considarando il traffico ferroviario che gia c'è sulla costiera.


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