«Ora sono un presidente ferroviere», ha detto, inorgoglito, il premier Berlusconi. La sua foto con il cappellino da capotreno ha fatto il giro d’Italia, più veloce pure del Frecciarossa che ieri ha portato il capo del governo, l’ad di Trenitalia Mauro Moretti e una pletora di giornalisti
da Milano a Roma in 3 ore. Un prodigio di tecnologia che dal 12 dicembre - promette Trenitalia - sarà accessibile a tutti. Il merito è dello
scavo di 73 chilometri di gallerie che attraversano gli Appennini tra Bologna e Firenze realizzando il
sistema di tunnel più lungo del mondo.
Ma sul tratto persistono molte polemiche, da parte di esperti e associazioni. Realizzato dalla RockSoil di Pietro Lunardi, fu lo stesso costruttore, divenuto poi ministro, a definirne i criteri di sicurezza. No alla galleria di servizio - la galleria parallela che consentirebbe di evacuare su un altro treno: è il sistema più adottato nel mondo - si è scelta un’unica canna con finestre laterali per la fuga. La normativa Ue fissa 250 metri di distanza tra queste finestre. Il decreto Lunardi del 2005 le sistema a «non più di 4 chilometri». Anche se, a contate i chilometri sul progetto che Metro ha in visione,
ci sono finestre distanti anche 5 km. Non saranno troppi? L’ingegner Alessandro Focaracci è direttore tecnico della Prometeoengineering che ha firmato il piano sicurezza e uno dei massimi esperti di gallerie: «I convogli avranno un sistema di fermata automatica che porterà il treno alla finestra di fuga più vicina. È una tecnologia sofisticata. Col treno fermo, la gente potrà raggiungere le finestre d’accesso».
Occorrerà modificare gli Etr 500: sono queste vetture, infatti, i famosi Frecciarossa. Non treni nuovi di zecca, ma i già esistenti Etr, con un restyling di lusso. Per dicembre bisognerà dotarli di questi sistemi. Nessuno ne parla. E, in caso di deragliamento?
Col treno a due chilometri dalla finestra? «Un’eventualità talmente trascurabile da poter essere considerata impossibile».
Tav Bo-Fi , nove gallerie e molti dubbi - METRO NEWS ITALIA