Lav, polemiche su esperimenti: 29 maiali sepolti vivi nella neveROMA
Sepolti vivi nella neve. L’obiettivo:sperimentare l’effetto del congelamento e studiare da vicino la morte per assideramento. È il trattamento destinato a 29 maiali, oggetto a Vent, in Austria, di un esperimento controverso denunciato dalla Lega antivivisezione. Secondo quanto riporta il sito tirolese della ORF (l’Ente radiotelevisivo austriaco), fa sapere la Lav, è iniziato un esperimento della durata di due settimane durante il quale 29 maiali vivi verranno sepolti da valanghe artificiali di neve, per indagare gli effetti di congelamento e morte in condizioni simili sull’uomo.
Ogni giorno verranno utilizzati 2 o 3 animali che moriranno durante l’esperimento per soffocamento, in quanto sepolti completamente, o per congelamento, perchè lasciati con la testa fuori dalla neve; a morte avvenuta saranno, quindi, prelevati anche campioni tissutali destinati ad analisi di laboratorio. «Sono chiare a tutti - commenta Michela Kuan, responsabile settore Vivisezione Lav - ad esclusione dei ’ricercatorì coinvolti, le ovvie e doverose implicazioni etiche legate all’esperimento: l’approccio metodologico è invece, ottocentesco e fuorviante.
L’anatomia e la fisiologia del maiale, infatti, sono differenti dalla nostra specie: parametri come il diverso spessore cutaneo, rapporto tra masse grassa e magra, frequenza del battito cardiaco e distanza degli arti dal cuore, rendono i risultati inapplicabili all’uomo». Lo stesso soccorso alpino austriaco ritiene inutili tali esperimenti, dissociandosi dalle finalità dichiarate dall’istituto di ricerca; esistono numerosi metodi alternativi dimostratisi più utili e predittivi nella diagnostica e terapia di persone colpite da slavine, come raccolta e analisi di dati e studio dei fattori che incidono in situazioni climatiche, geografiche e logistiche estreme: «Siamo certi che le autorità austriache metteranno subito fine a questi test, inutili e dannosi», aggiunge Gianluca Felicetti, presidente Lav.
L’esperimento vede anche il coinvolgimento di un Ente di ricerca italiano: l’Istituto per la medicina d’emergenza in montagna di Bolzano che, denuncia la Lav, «se direttamente coinvolto nelle procedure sperimentali opererebbe di fatto senza l’autorizzazione necessaria per compiere esperimenti che coinvolgano animali a fini scientifici, in più in un territorio provinciale che da anni vieta la vivisezione per legge». La Lav, in relazione al ruolo dell’Istituto altoatesino, chiede l’intervento del Ministero della Salute e del Servizio veterinario provinciale, «per indagare le finalità dello studio e le relative autorizzazioni».
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