Sembra di parlare arabo.
Sembra di parlare arabo.
Ultima modifica di Dade; 16/10/2017 alle 16:42
Il bello del mondo è proprio questo: la varietà. Io non lavorerei mai in un negozio di abbigliamento di lusso, in uno "normale" sì. Lavorerei in campagna a fare lavori manuali, ma non lavorerei mai in banca. Se chiedi a qualcun'altro, in campagna non lavorerebbe mai. L'importante è non mancare mai di rispetto a nessuno, perché se una cosa non piace a te non significa che faccia schifo in generale.
@Dade non riesco a seguirti
Sto cercando di dire semplicemente che alcuni lavori la tua aspettativa non può essere alta. Va bene a pochi il resto rimangono precari, con un pugno di mosce e senza lavoro. Non dico che il RESTO DEI LAVORI sia sicuro ma che sicuramente parti con altre aspettative.
Vi rifaccio il mio esempio se avessi iniziato a lavorare in pizzeria come cameriere come mi consigliavano di fare, cosa avrei fatto ora?
Forse ancora il cameriere ma avrei cambiato parecchi posti. Non sarei diventato cuoco o altro, se non avrebbero più avuto bisogno di me mi avrebbero lasciato a casa. Avrei continuato a cambiare posto di lavoro.
Vi sembra una buona aspettativa di vita?
Poi magari mi andava bene ma sarei rimasto sempre sul chi va la.
Ripeto il mio non è sputare su un lavoro ma vedere cosa mi può offrire in prospettiva futura.
Non so più come spiegarlo
Ma scusa @Dade, molte persone giovani iniziano con il fare i lavori "precari" che dici tu, guadagnano per mantenersi o mettono i soldi da parte e cercano, nel frattempo, posti più consoni alle proprie aspettative. Non so, da come parli pare che sua meglio rimanere senza lavoro finché non si trova qualcosa che permette di avere aspettative più alte. Tu stesso hai fatto più lavori prima di trovare un posto sicuro, Non erano forse lavori precari visto che non avevi un contratto a tempo indeterminato?
E poi boh, io conosco persone che lavorano da anni un un supermercato della mia zona e non vedo cosa ci sia di male a fare la cassiera tutta la vita, se a una piace e sta bene.
Rispetto assolutamente la tua opinione, ma non la condivido ne comprendo, come mi pare anche altri utenti, perché un conto è il lavoro precario, un' altro l'aspettativa che si ha per il proprio futuro.
Dade capisco cosa intendi, ma un conto è fare il cameriere tutta la vita, un altro è fare un altro lavoro qualsiasi. Che poi in realtà anche lì dipende, un ragazzino a cui facevo ripetizioni anno scorso va all'istituto alberghiero, il suo sogno è fare il pasticciere ma anche il responsabile di sala non gli dispiaceva affatto come idea. E per farlo inizi dal servire ai tavoli. Poi magari in Italia rimani a servire ai tavoli e all'estero sali più rapidamente di livello, ma non si sa mai cosa realmente accade.
Lavorare in un negozio non ti dà futuro, dici? In questo dissento fortemente. Fare l'impiegato non ti dà più sicurezze (vedi me), così come avere un mestiere pratico in mano (parrucchiere, meccanico ecc).
Fattore C, nel 90% dei casi.
Erano lavori precari perché per me non c'era futuro li dentro. Ero in stage, sai bene che ho fatto un anno di stage rimborsato una miseria. Ma sapevo che dovevo procedere in quella strada. Sapevo che dovevo aumentare le mie conoscenze.
Poi ho trovato questo lavoro a culo(ma per entrarci ho fatto 3 colloqui) e ora sto bene.
E so che con le conoscenze che sto apprendendo un giorno se qui dovesse finire ho qualcosa in mano per poter iniziare qualcosa con le mie mani(soldi permettendo). Se tutto va come voglio so che per almeno 10 anni di qui non mi muoverò. Poi magari me ne vado io ma se qui rimango posso farmi un pensiero ampio della mia permanenza.
Non è il vederci del male, non sto sindacando sulla bellezza o meno. Ma su come ti trattano non sai mai quando ti lasceranno a casa. Io non so più come farmi capire, sarò io a spiegarmi male.
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Ti da certezze se il negozio è tuo se no la vedo difficile. Basta un parente e te sei fuori
Ok, ma non hai fatto nulla di diverso da ciò che fanno tutti, quindi non capisco questo "snobbare" alcuni lavori. Pure il cameriere parte col lavare i piatti con la speranza di diventare, un giorno, direttore di sala, pure la parrucchiera parte come lavateste, per poi un giorno aprire il proprio negozio, così come i commessi fanno i commessi con delle speranze nel cuore. Poi magari, esattamente come te, hanno culo che trovano un posto a contratto indeterminato e dove stanno bene, e restano dove sono.
Non sai mai quando ti lasciano a casa, certo, ma con contratto a tempo indeterminato, a meno che non ti trovino a fare cose molto gravi per almeno 3 volte, non possono mandarti a casa quando vogliono. E nel caso l'attività andasse male e dovessero licenziare o chiudere, vero, non sai mai quando ti lasciano a casa, ma come può succedere a chiunque, compresa tu e io (non voglio gufare ).
Poi dade, perdonami, ma se ho ben capito, altri lavori non ti permetterebbero di imparare qualcosa che, nel caso servisse, ti aiuti a trovare altri lavori? Ma perchè?
In generale concordo con l'ultimo messaggio di @Fiona Ghallagher
Te lo spiego di persona perché non mi stai capendo
Davide non ti sto attaccando, ti faccio notare semplicemente due cose: prima di tutto, ognuno della sua vita fa quello che vuole. Puoi decidere di studiare come non, di cercare un lavoro che è un mettere in pratica ciò che hai studiato come fottertene e per i più disparati motivi fare altro. Puoi trovare un lavoro (per caso, per scelta) che ti piace da morire e agli altri fa schifo, viceversa puoi avere un lavoro che consideri ottimo e che gli altri schifano. Il mondo è bello perché è vario. Un'altra cosa importante ti sfugge: niente è scontato. I parenti e simili spuntano ovunque, dall'impiego statale a un normalissimo fare ripetizioni. Puoi in qualsiasi momento venire mandato a casa, che il lavoro ti dia prospettive o meno.
Il discorso è semplice: quando devi mangiare e pagare le spese accetti ciò che passa il convento.
Poi ognuno sa cosa è meglio per sé. Magari a qualcuno il lavoro di negozio piace, non c'è niente di male né nulla di poco ambizioso. Poi ci sono realtà lavorative sempre differenti da caso a caso, aziende e aziende, quindi non si può dire che un lavoro a prescindere dia meno sicurezze di un altro.
Sicuramente giova di più avere un "mestiere", ovvero: un elettricista che perde lavoro come elettricista ha delle competenze molto pratiche e che gli permettono di rimpiegarsi più facilmente come elettricista rispetto a un impiegato che perde il posto come impiegato, a meno che non sia fortemente specializzato. Quindi il discorso è molto labile.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.