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Sono un nazista

  1. #31
    Utente Catafratto DueDiPicche
    Uomo 36 anni
    Iscrizione: 14/2/2007
    Messaggi: 6,261
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    Quote Originariamente inviata da Temperance Visualizza il messaggio
    Preciso che capisco l'aborto per problemi di salute se sono davvero gravi, non perché magari il bambino sarà costretto a stare sulla sedia a rotelle et simili. Ci sono bambini che davvero possono arrivare ad essere poco più che vegetali, e in quel caso non mi sento di condannare una coppia che non se la sente di portare avanti la gravidanza.
    Non ritieni una paralisi,totale o parziale che sia,un problema abbastanza grave da giustificare un aborto?


  2. #32
    British ninja Layne S.
    Donna 34 anni
    Iscrizione: 6/9/2010
    Messaggi: 1,722
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    Rispondo anche io alla tua domanda: io sinceramente no, non ritengo essere paraplegici (o avere altri problem della mobilita') qualcosa che renda la vita totalmente indegna di essere vissuta.
    E' vero che sicuramente e' un handicap che causa serie difficolta', ma purtroppo ci sono tantissime condizioni, genetiche o acquisite, che possono affliggere la vita di una persona. In un certo senso fa parte della condizione umana.

    Fra l'altro come disse la montalcini un po' di tempo fa, davanti alle inevitabili conseguenze della sua ormai avanzatissima eta': "io non sono il mio corpo, io sono la mia mente".
    La possibilita' di nascere o diventare paralizzati (o ciechi, sordi, autistici, ritardati mentali) fa parte della vita umana, esattamente come invecchiare. Non per questo uno deve spararsi a 50 anni.

    Aggiungo che ho avuto la fortuna di conoscere diverse persone fisicamente disabili (nello specifico, in sedia a rotelle) e per quello che ho visto non me la sentirei mai di dire che la vita finisce (o non e' mai iniziata) perche' si e' disabili.

    Per questo sinceramente mi preocuppano molto di piu' le disabilita' mentali, e in particolare mi spaventa veramente e' la possibilita' che un mio figlio (se ne avro') abbia un gravissimo ritardo mentale che lo renda totalmente incapace di interagire o rendersi conto del mondo intorno a lui.
    A Temperance piace questo intervento

  3. #33
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
    Messaggi: 17,140
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    Quote Originariamente inviata da Lantis Visualizza il messaggio
    domanda extra...rivolta sopratutto all'autore del topic...@Abel Balbo

    e chi avrebbe diciamo il "diritto" di scelta?

    mi spiego meglio, tu hai visto questa persona. e hai pensato questa cosa...ma mettendoti nei panni del genitore? o cosí come "cittadino"?
    Questa è una bella domanda, anche se viene dopo; qui è difficile da digerire il concetto di abortire una vita dopo la nascita, parlare quindi dei dettagli di chi/come ci si dovrebbe organizzare in tal senso è veramente ardito.

    Dal mio punto di vista, che considero una decisione del genere un atto d'amore, dovrebbe competere ai genitori.
    Il caso in cui questi fossero in disaccordo, rispondo anche a @morrigan , non lo considero; perché se non si è d'accordo quando ci si trova a dover scalare una montagna del genere, difficilmente ci sono i presupposti per poter condividere l'intera vita.

    E' pur vero comunque che la sopravvivenza di una persona del genere è un impegno per l'intera società, che dovrebbe quindi poter avere un peso in certe decisioni... ma siamo ai dettagli...

  4. #34
    Vivo su FdT Meox
    Donna 32 anni da Treviso
    Iscrizione: 21/11/2005
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    Per me non c'è poi tutta questa differenza tra un neonato di poche ore e un bambino di 7 mesi, però un limite bisognerà pur metterlo.
    Io personalmente non partorirei un figlio malformato o ritardato, non si tratta solo di condannare il bambino, ma pure se stessi. Amore quanto vuoi, ma non sono sicura che bastino attimi di felicità per compensare una vita di sacrifici.
    A Hulk piace questo intervento

  5. #35
    Utente Catafratto DueDiPicche
    Uomo 36 anni
    Iscrizione: 14/2/2007
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    Quote Originariamente inviata da Layne S. Visualizza il messaggio
    Rispondo anche io alla tua domanda: io sinceramente no, non ritengo essere paraplegici (o avere altri problem della mobilita') qualcosa che renda la vita totalmente indegna di essere vissuta.
    E' vero che sicuramente e' un handicap che causa serie difficolta', ma purtroppo ci sono tantissime condizioni, genetiche o acquisite, che possono affliggere la vita di una persona. In un certo senso fa parte della condizione umana.

    Fra l'altro come disse la montalcini un po' di tempo fa, davanti alle inevitabili conseguenze della sua ormai avanzatissima eta': "io non sono il mio corpo, io sono la mia mente".
    La possibilita' di nascere o diventare paralizzati (o ciechi, sordi, autistici, ritardati mentali) fa parte della vita umana, esattamente come invecchiare. Non per questo uno deve spararsi a 50 anni.

    Aggiungo che ho avuto la fortuna di conoscere diverse persone fisicamente disabili (nello specifico, in sedia a rotelle) e per quello che ho visto non me la sentirei mai di dire che la vita finisce (o non e' mai iniziata) perche' si e' disabili.

    Per questo sinceramente mi preocuppano molto di piu' le disabilita' mentali, e in particolare mi spaventa veramente e' la possibilita' che un mio figlio (se ne avro') abbia un gravissimo ritardo mentale che lo renda totalmente incapace di interagire o rendersi conto del mondo intorno a lui.
    Ovvio che è più spaventosa l'ipotesi di un ritardo grave mentale rispetto a uno stato di paralisi,però per quanto la vita possa essere bella ecc. io non me la sento di dire che avendo diritto di scelta io metterei al mondo un bimbo paraplegico dalla nascita,anzi,sono quasi certo che procederei con l'aborto.

    Immagino che se io stesso fossi ridotto in quella condizione,non sarei felice di vivere,anzi.Di casi di persone disabili che si sono,con fatica estrema,costruiti una vita 'normale' ne è pieno,ma è senz'altro più facile trovare persone che lamentano gravemente il loro stato di disabilità,per via degli ostacoli -quasi- insormontabili che la vita ci pone.

    Se il disabile ha forza di volontà,carattere forte e tanta voglia di vivere,le difficoltà si affrontano,in caso contrario è un supplizio purtroppo,e non avendo conoscenza del carattere del nascituro io propenderei per evitare rischi di sorta.

  6. #36
    Sempre più FdT morrigan
    Donna 45 anni
    Iscrizione: 11/9/2014
    Messaggi: 2,082
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    Questa è una bella domanda, anche se viene dopo; qui è difficile da digerire il concetto di abortire una vita dopo la nascita, parlare quindi dei dettagli di chi/come ci si dovrebbe organizzare in tal senso è veramente ardito.

    Dal mio punto di vista, che considero una decisione del genere un atto d'amore, dovrebbe competere ai genitori.
    Il caso in cui questi fossero in disaccordo, rispondo anche a @morrigan , non lo considero; perché se non si è d'accordo quando ci si trova a dover scalare una montagna del genere, difficilmente ci sono i presupposti per poter condividere l'intera vita.

    E' pur vero comunque che la sopravvivenza di una persona del genere è un impegno per l'intera società, che dovrebbe quindi poter avere un peso in certe decisioni... ma siamo ai dettagli...
    Eh, sti cazzi! Un conto è. Parlare prima che nasca, un conto è dopo, quando dopo ore di dolore senti questo cosino che piange e te lo mettono sulla pancia.Io lo dico da mamma, è una cosa che non potete capire certe dinamiche sono inspiegabili, persino per un padre a volte.
    A Layne S., Lantis, Hulk e altri 1 piace questo intervento

  7. #37
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
    Messaggi: 17,140
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    Quote Originariamente inviata da Layne S. Visualizza il messaggio
    Rispondo anche io alla tua domanda: io sinceramente no, non ritengo essere paraplegici (o avere altri problem della mobilita') qualcosa che renda la vita totalmente indegna di essere vissuta.
    E' vero che sicuramente e' un handicap che causa serie difficolta', ma purtroppo ci sono tantissime condizioni, genetiche o acquisite, che possono affliggere la vita di una persona. In un certo senso fa parte della condizione umana.

    Fra l'altro come disse la montalcini un po' di tempo fa, davanti alle inevitabili conseguenze della sua ormai avanzatissima eta': "io non sono il mio corpo, io sono la mia mente".
    La possibilita' di nascere o diventare paralizzati (o ciechi, sordi, autistici, ritardati mentali) fa parte della vita umana, esattamente come invecchiare. Non per questo uno deve spararsi a 50 anni.

    Aggiungo che ho avuto la fortuna di conoscere diverse persone fisicamente disabili (nello specifico, in sedia a rotelle) e per quello che ho visto non me la sentirei mai di dire che la vita finisce (o non e' mai iniziata) perche' si e' disabili.

    Per questo sinceramente mi preocuppano molto di piu' le disabilita' mentali, e in particolare mi spaventa veramente e' la possibilita' che un mio figlio (se ne avro') abbia un gravissimo ritardo mentale che lo renda totalmente incapace di interagire o rendersi conto del mondo intorno a lui.
    Scusami,. ma mi sembri un pochino OT .
    Io non ho affermato e nemmeno voglio prendere in considerazione il fatto che si possa diventare disabili nel corso della propria vita; anzi considero l'invecchiarsi una malattia incurabile alla quale tutti siamo affetti e che ci renderà almeno in parte tali.
    Se io diventassi disabile domani stesso, potrebbe accadere in un attimo, basterebbe un infortunio qualsiasi, una caduta, un incidente automobilistico, una malattia... avrei comunque degli strumenti psichici per affrontare il mio destino.
    Un bambino neonato invece verrebbe iscritto a un gioco al suo massacro. Poi qua possono fare tutti i romantici quanto gli pare, ma nessuno poi si prende la briga di dedicarsi a un disabile in modo tale da non farlo vivere da diverso, a volte è addirittura impossibile.
    Io non riesco a capire perché far vivere un bambino che fin dalla nascita E' CERTO che avrà una vita difficoltosa.
    Poi si può pure fare l'esempio del genio in qualsiasi ambito, dall'artista allo scienziato, che sia riuscito a emergere nella società pur con tutte le difficoltà della sua disabilità, Però per uno che ci riesce ( e bisogna comunque analizzare quante e quali sofferenze ha dovuto comunque vivere) ce n'è un milione che soffre la propria emarginazione.
    Certo che fa parte della vita, anzi della casistica, nascere sordi o paralizzati; ma non capisco perché non risparmiarli... anche quando ti compri una cosa qualsiasi può darsi che nel corso della sua vita si rompa o si difetti e si tenta di farla riparare; però se è già difettata quando si trova sul banco del commerciante, nessuno la comprerebbe... l'esempio sembra irriverente, ma se ci pensi bene è calzante!

    - - - Aggiornamento - - -

    Quote Originariamente inviata da David Kovacic Visualizza il messaggio
    diciamo che in un certo senso chi decide di fare amniocentesi evita con molte probabilità questi casi.

    molti genitori che non fanno amniocentesi è perchè sono religiosi e il figlio lo vorrebbero lo stesso.

    in ogni caso per quest' "atto d'amore" servirebbe il benestare dei genitori, cosa alquanto improbabile.
    Certo che il parere dei genitori dorebbe essere sopra ogni altro, anche io penso così... la questione che pongo è quale genitore dimostri più amore per il proprio figlio: quello che lo vuole in vita a tutti i costi oppure quello che decide LUI, CON LA SUA VOLONTA' di non farlo vivere?

  8. #38
    British ninja Layne S.
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    ...Come faccio ad essere OT parlando di persone nate o divenute disabili in un topic che parla di persone nate disabili?

    Cmq ok, sul serio, non e' che non voglio discutere, ma dopo il paragone che se un bambino e' difettoso lo riporti al negozio non penso di poter dire piu' nulla di coerente con il topic.
    Mi pare di aver capito anche che non sia neanche piu' un discorso di "pieta'" verso i meno fortunati: e' lo stato che supporta il nuovo nato disabile, quindi ok, strappiamolo ai genitori e buttiamolo da una rupe appena nato; tanti soldi e preoccupazione risparmiati per i contribuenti.

    Non so dove vogliate tracciare la linea, visto che mi pare di aver capito che nel calderone ci finiscono tutti indiscriminatamente: ritardati, paraplegici, sordi, ciechi.
    Per la cronaca anche io quando ero bambina avevo dei difetti fisici che mi ostacolavano e mi hanno procurato una certa dose di emarginazione/isolamento dai miei coetanei (nonche' di sofferenza per il dover sopportare le cure), per fortuna i miei sono un po' piu' aperti di mente e non mi hanno abbandonata in autostrada.

    PS:
    A lunantica piace questo intervento

  9. #39
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Quote Originariamente inviata da morrigan Visualizza il messaggio
    Ma tu lo sai che durante la gravidanza, man mano che sviluppa i vari sensi il bambino è in grado di imparare a riconoscere le voci di mamma e papà, di sentire e apprezzare la musica, mangia.....
    Non ti sembra un essere vivente? Lo trovi meno importante di te perchè è piccolo e non capisce?
    Lo so perfettamente (e chi ti dice che io non abbia figli o non ne abbia avuti di disabili...), però sono del parere che il valore della vita lo dà l'esperienza e quindi il tempo passato in vita.
    Solitamente ci addoloriamo maggiormente per la morte di un giovane che di un vecchio, perché pensiamo alle potenzialità non risolte della sua vita; se però ci mettiamo dal punto di vista di quanto realizzato è l'esatto opposto.

    - - - Aggiornamento - - -

    Quote Originariamente inviata da Layne S. Visualizza il messaggio
    ...Come faccio ad essere OT parlando di persone nate o divenute disabili in un topic che parla di persone nate disabili?

    Cmq ok, sul serio, non e' che non voglio discutere, ma dopo il paragone che se un bambino e' difettoso lo riporti al negozio non penso di poter dire piu' nulla di coerente con il topic.
    Mi pare di aver capito anche che non sia neanche piu' un discorso di "pieta'" verso i meno fortunati: e' lo stato che supporta il nuovo nato disabile, quindi ok, strappiamolo ai genitori e buttiamolo da una rupe appena nato; tanti soldi e preoccupazione risparmiati per i contribuenti.

    Non so dove vogliate tracciare la linea, visto che mi pare di aver capito che nel calderone ci finiscono tutti indiscriminatamente: ritardati, paraplegici, sordi, ciechi.
    Per la cronaca anche io quando ero bambina avevo dei difetti fisici che mi ostacolavano e mi hanno procurato una certa dose di emarginazione/isolamento dai miei coetanei (nonche' di sofferenza per il dover sopportare le cure), per fortuna i miei sono un po' piu' aperti di mente e non mi hanno abbandonata in autostrada.
    Immagino (e lo spero per la tua intelligenza) che tu lo faccia apposta a capire il contrario delle affermazioni altrui, sei intellettualmente disonesta.

  10. #40
    British ninja Layne S.
    Donna 34 anni
    Iscrizione: 6/9/2010
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    Piaciuto: 1518 volte

    Predefinito

    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    E' pur vero comunque che la sopravvivenza di una persona del genere è un impegno per l'intera società, che dovrebbe quindi poter avere un peso in certe decisioni... ma siamo ai dettagli...
    Questi piccoli, insignificanti dettagli.

    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    ; ma non capisco perché non risparmiarli... anche quando ti compri una cosa qualsiasi può darsi che nel corso della sua vita si rompa o si difetti e si tenta di farla riparare; però se è già difettata quando si trova sul banco del commerciante, nessuno la comprerebbe... l'esempio sembra irriverente, ma se ci pensi bene è calzante!
    Sssshhh Abel, ti svelo un segreto: le persone non sono cose o merci. Mi raccomando, non dirlo a nessuno!

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