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Ateismo

  1. #71
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
    Iscrizione: 6/12/2005
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    Abel Balbo
    Dico una cosa simile alla tua. Credo che il bene ed il male siano innati, che le istituzioni possano influire, però non arrivare a ribaltarli. Insomma al di là delle opinioni credo che si possa cercare un bene ed un male assoluto, per quanto astratti o difficili da applicare in una realtà così varia.
    E che ne pensi delle grandi differenze di base nel pensiero di religioni quali il cristianesimo e il buddismo, tanto per fare un esempio. La prima che pone l'uomo al centro e al di sopra di ogni cosa, la seconda che invece pone l'uomo sullo stesso piano della natura e del mondo in cui vive. Si parlava di importanza prioritaria della vita, ebbene la vita di un pollo d'allevamento per talune religioni è nulla e per altre è massima. Perché allora non poter pensare che per un individuo non influenzato dalle religioni se non marginalmente, la vita non possa assumere invece una posizione non di primaria importanza?
    Ti ho fatto il mio esempio: io ho la convinzione che la vita non sia un regalo, ma piuttosto una fregatura. Se mi avessero chiesto, prima della mia data di nascita di scegliere, avrei chiesto di non essere costretto a questa faticosa esperienza. Come me son convinto che altri risponderebbero allo stesso modo.
    E allora?
    Una tristissima esperienza che ho fatto - e con questo rispondo anche a @obo - è stata la malattia e l'epilogo della vita di mio padre che, colto da un ictus, ha vissuto i suoi ultimi anni privo della memoria e di tante altre funzioni fondamentali del cervello, che ne han fatto una persona completamente diversa da quella che era prima. Ho capito che non esiste l'anima, ma che siamo soltanto chimica. Che siamo dei parassiti sulla crosta terrestre. Che non possiamo essere certo noi, ammesso che esista, il senso della vita, dove ora per vita intendo la globalità delle cose. (*)
    E allora, stando al mio pensiero, portandolo al limite, non potrebbe essere il vero bene dell'uomo la sua distruzione?
    Io ho paura che tu, così come @Ares, vi illudiate di essere lontani dalle convinzioni religiose, mentre invece come tutti ne siete invasi, per il fatto che è impossibile per tutti noi che siamo nati e cresciuti in tale contesto, il contrario. L'unica cosa che possiamo fare è rendercene conto e muovere un piccolo passo affinché un giorno, una generazione futura e da questo punto di vista più evoluta della nostra, non si svincoli completamente dalle religioni.

    Ma guarda tu se il primo dell'anno comincio a farmi queste seghe mentali, che cosa ne sarà di me in questo 2011!!!



    (*) Io stesso mi contraddico, perché affermo che l'uomo non è al centro dell'universo e quando arrivo alla conclusione che la globalità delle cose è più importante di noi, me ne frego e dico che non ha senso vivere, ragionando da un punto di vista a favore dell'uomo, cioè ponendolo a mia volta al centro dell'universo...


  2. #72
    Re senza regno
    Uomo 36 anni
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    Io ho paura che tu, così come @Ares, vi illudiate di essere lontani dalle convinzioni religiose, mentre invece come tutti ne siete invasi, per il fatto che è impossibile per tutti noi che siamo nati e cresciuti in tale contesto, il contrario.
    Ma io ne sono ben consapevole! Ho detto anche che la religione è tutta una montatura inutile e che ciò che ci serve per vivere bene ce lo possiamo prendere senza dover ricorrere nè alla religione nè a dio!

    Mi posso sforzare di immaginare come ti abbiano cambiato la vita certi eventi negativi, ma non riesco a non pensare che vivere sia di gran lunga meglio che non vivere.

  3. #73
    FdT svezzato
    Uomo 64 anni da Estero
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    Ho capito che non esiste l'anima, ma che siamo soltanto chimica. Che siamo dei parassiti sulla crosta terrestre. Che non possiamo essere certo noi, ammesso che esista, il senso della vita, dove ora per vita intendo la globalità delle cose. (*)
    Allora, forse non mi sono spiegato bene (O affatto) nel mio breve intervento qui sopra, quindi riarticolo per esteso. La vita, in quanto mero processo chimico, non ha alcun senso in sè, ma questo non ci vieta, anzi secondo me è quasi un nostro preciso dovere, di dargliene uno. Moriamo e di noi non rimane traccia fisica; ma rimane, più o meno limitatamente nel tempo, ciò che abbiamo fatto (Quindi auspicabilmente si cerca di fare qualcosa di buono), dato, ecc.

    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    E allora, stando al mio pensiero, portandolo al limite, non potrebbe essere il vero bene dell'uomo la sua distruzione?
    Io ho paura che tu, così come @Ares, vi illudiate di essere lontani dalle convinzioni religiose, mentre invece come tutti ne siete invasi, per il fatto che è impossibile per tutti noi che siamo nati e cresciuti in tale contesto, il contrario. L'unica cosa che possiamo fare è rendercene conto e muovere un piccolo passo affinché un giorno, una generazione futura e da questo punto di vista più evoluta della nostra, non si svincoli completamente dalle religioni.
    Non condivido del tutto la prima parte, che mi pare piuttosto pessimistica. Quanto al fatto che in un'umanità senza religioni si starebbe meglio, beh lo considero assai probabile; se e quando questo processo, chiamato di Secolarizzazione - Wikipedia, avrà fine, temo non ci sarà concesso di assistervi. Ma ho due figli, e desidererei per loro un mondo migliore; e se non li avessi, nulla mi impedirebbe (Anzi lo considero un altro preciso dovere ed anche un mezzo per dare ciascuno un senso alla propria vita) di fare qualcosa per quelli degli altri, di figli. Ma per poter fare qualcosa per gli altri, occorre inanzitutto fare qualcosa per se stessi; volersi bene, per poter voler bene agli altri.

  4. #74
    Re senza regno
    Uomo 36 anni
    Iscrizione: 23/12/2010
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    Quote Originariamente inviata da Rasputin Visualizza il messaggio
    Moriamo e di noi non rimane traccia fisica; ma rimane, più o meno limitatamente nel tempo, ciò che abbiamo fatto (Quindi auspicabilmente si cerca di fare qualcosa di buono), dato, ecc.
    Falso altruismo/egoismo represso di molti cristiani: faccio la carità così vado in paradiso.
    Altruismo senza secondi fini degli atei: faccio del bene a favore di chi verrà dopo di me e mi rendo immortale nella loro riconoscenza futura.

  5. #75
    Assuefatto da FdT
    33 anni
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    E che ne pensi delle grandi differenze di base nel pensiero di religioni quali il cristianesimo e il buddismo, tanto per fare un esempio. La prima che pone l'uomo al centro e al di sopra di ogni cosa, la seconda che invece pone l'uomo sullo stesso piano della natura e del mondo in cui vive. Si parlava di importanza prioritaria della vita, ebbene la vita di un pollo d'allevamento per talune religioni è nulla e per altre è massima. Perché allora non poter pensare che per un individuo non influenzato dalle religioni se non marginalmente, la vita non possa assumere invece una posizione non di primaria importanza?
    Ti ho fatto il mio esempio: io ho la convinzione che la vita non sia un regalo, ma piuttosto una fregatura. Se mi avessero chiesto, prima della mia data di nascita di scegliere, avrei chiesto di non essere costretto a questa faticosa esperienza. Come me son convinto che altri risponderebbero allo stesso modo.
    E allora?
    Una tristissima esperienza che ho fatto - e con questo rispondo anche a @obo - è stata la malattia e l'epilogo della vita di mio padre che, colto da un ictus, ha vissuto i suoi ultimi anni privo della memoria e di tante altre funzioni fondamentali del cervello, che ne han fatto una persona completamente diversa da quella che era prima. Ho capito che non esiste l'anima, ma che siamo soltanto chimica. Che siamo dei parassiti sulla crosta terrestre. Che non possiamo essere certo noi, ammesso che esista, il senso della vita, dove ora per vita intendo la globalità delle cose. (*)
    E allora, stando al mio pensiero, portandolo al limite, non potrebbe essere il vero bene dell'uomo la sua distruzione?
    Io ho paura che tu, così come @Ares, vi illudiate di essere lontani dalle convinzioni religiose, mentre invece come tutti ne siete invasi, per il fatto che è impossibile per tutti noi che siamo nati e cresciuti in tale contesto, il contrario. L'unica cosa che possiamo fare è rendercene conto e muovere un piccolo passo affinché un giorno, una generazione futura e da questo punto di vista più evoluta della nostra, non si svincoli completamente dalle religioni.

    Ma guarda tu se il primo dell'anno comincio a farmi queste seghe mentali, che cosa ne sarà di me in questo 2011!!!



    (*) Io stesso mi contraddico, perché affermo che l'uomo non è al centro dell'universo e quando arrivo alla conclusione che la globalità delle cose è più importante di noi, me ne frego e dico che non ha senso vivere, ragionando da un punto di vista a favore dell'uomo, cioè ponendolo a mia volta al centro dell'universo...
    A mio parere sono frutto di un'istinto principale: difendere la vita. Poi la società e le necessità hanno cambiato il concetto in modi diversi. Ovviamente la mia è solo un'opinione, ci mancherebbe altro.

    Ok, però anche qui da noi ci sono vegetariani ed animalisti. Voglio dire, anche se la società è così diversa si manifesta questo istinto, in proporzioni ridotte.

    E' un mio limite probabilmente, io adoro la vita. Mi è difficile pensare il contrario...Praticamente tu mi dici che per alcuni la vita è "male" (sto semplificando ovviamente). Secondo me però si tratta solo di insoddisfazione, non è cha la vita è davvero male.
    Provoco: perchè non ti sei ancora ucciso? (Ti prego non farlo )Perchè non hai ucciso chi ti circonda?
    Perchè aspetti il momento in cui sarai felice credo.

    Io sono felice. Io non voglio morire. Io sono entusiasta. Per me non essere non è un bene... Mi dispiace della tua triste esperienza e purtroppo credo che siano in molti quelli che hanno vissuto drammi come quello. So solo che non essere non è una soluzione nè una scelta. Non essere è una non-scelta, non è nè bene nè male. Io scelgo di stare bene, cercare di essere felice, cercare di rendere felice chi mi circonda seguendo la mia personale etica. Io credo che questo sia bene, perchè è questo che mi fa stare bene.

    Io non credo in alcuna religione come già detto, ma non ritengo la mia ricerca conclusa. Diciamo che credo nell'etica del giusto, nella meritocrazia e nel sentimento. Speriamo che questo mi porti a una vita felice.

    Buon anno a tutti

  6. #76
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Quote Originariamente inviata da Rasputin Visualizza il messaggio
    Allora, forse non mi sono spiegato bene (O affatto) nel mio breve intervento qui sopra, quindi riarticolo per esteso. La vita, in quanto mero processo chimico, non ha alcun senso in sè, ma questo non ci vieta, anzi secondo me è quasi un nostro preciso dovere, di dargliene uno. Moriamo e di noi non rimane traccia fisica; ma rimane, più o meno limitatamente nel tempo, ciò che abbiamo fatto (Quindi auspicabilmente si cerca di fare qualcosa di buono), dato, ecc.



    Non condivido del tutto la prima parte, che mi pare piuttosto pessimistica. Quanto al fatto che in un'umanità senza religioni si starebbe meglio, beh lo considero assai probabile; se e quando questo processo, chiamato di Secolarizzazione - Wikipedia, avrà fine, temo non ci sarà concesso di assistervi. Ma ho due figli, e desidererei per loro un mondo migliore; e se non li avessi, nulla mi impedirebbe (Anzi lo considero un altro preciso dovere ed anche un mezzo per dare ciascuno un senso alla propria vita) di fare qualcosa per quelli degli altri, di figli. Ma per poter fare qualcosa per gli altri, occorre inanzitutto fare qualcosa per se stessi; volersi bene, per poter voler bene agli altri.
    @Rasputin, io come te ho come massimo valore e - forse unico - obiettivo, quello di fare qualcosa per gli altri, soprattutto per chi è più giovane di me e ancora non si è reso conto in quale gioco è stato iscritto [Bennato]. Proprio perché io so e loro non sanno e quindi vivono nel pieno dell'entusiasmo, devo essere pronto a soccorrerli quando prenderanno coscienza. E' l'unico senso che do alla vita.
    Mi fai un po' sorridere quando accetti che siamo solo un po' di chimica e la nostra vita non ha alcun senso in sé e quindi dici che proprio per questo dobbiamo dargliene uno... mi suona un po' come quel bambino a cui si svela che Babbo Natale non esiste e lui punta i piedi e non lo accetta rispondendo: no, esiste! Certo, finché non ti desti dal sogno, finché ti limiti alla tua immaginazione, Babbo Natale continua a esistere, l'importante è non svegliarsi...

    Quote Originariamente inviata da Fr@nk Visualizza il messaggio
    Provoco: perchè non ti sei ancora ucciso? (Ti prego non farlo )Perchè non hai ucciso chi ti circonda?
    Perchè aspetti il momento in cui sarai felice credo.
    @Fr@nk
    Ti rispondo con un premio nobel per la letteratura, Samuel Beckett e il suo "Aspettando Godot", dove i due protagonisti della storia, in un palcoscenico con un solo albero secco come scenografia, aspettano ciò che sanno non arriverà mai: un senso della vita, il quale è identificato da tale Godot. Uno dei due, a un certo punto del copione, propone all'altro di impiccarsi all'albero. L'altro risponde: "E se Godot arriva subito dopo che ci siamo impiccati?" e così continuano ad aspettare e a soffrire.
    In termini più scientifici si chiama "istinto di conservazione".
    Ho sempre definito il Dio dei cattolici (mi riferisco al loro, perchè è quello del mio mondo) un essere spietato. Credo che nel suo disegno di cattiveria nel concepire il mondo, al momento della creazione, l'apice sia stato proprio l'istinto di conservazione.

    Uccidere chi mi circonda in effetti potrebbe essere un'opera di bene (soggettivo, come lo intendo io). Il problema nasce quando alla morte di un individuo e al suo bene corrisponde la sofferenza di chi lo ama, me per primo che sarei il suo esecutore, per perderlo.
    L'aborto che cos'è se non un atto di bene nei confronti del nascituro? Gli unici che ne soffrirebbero sono i potenziali genitori, che di fatto sono anche gli assassini (quanto meno i mandanti). Ecco perché definisco l'aborto un grandissimo atto d'amore, perché lo fai sapendo che ne soffrirai per una vita intera. Non parlo dell'abortucolo inteso come ultima ratio di anticoncezionale, parlo di un figlio desiderato, quanto meno accettato e scoperto malato; di quelle situazioni dove la coppia sfoglia il libretto intitolato "come sta crescendo TUO FIGLIO nella pancia", settimana dopo settimana, dove mentalmente quel feto è già un bambino che vive in quella casa...

  7. #77
    Assuefatto da FdT
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    @Rasputin, io come te ho come massimo valore e - forse unico - obiettivo, quello di fare qualcosa per gli altri, soprattutto per chi è più giovane di me e ancora non si è reso conto in quale gioco è stato iscritto [Bennato]. Proprio perché io so e loro non sanno e quindi vivono nel pieno dell'entusiasmo, devo essere pronto a soccorrerli quando prenderanno coscienza. E' l'unico senso che do alla vita.
    Mi fai un po' sorridere quando accetti che siamo solo un po' di chimica e la nostra vita non ha alcun senso in sé e quindi dici che proprio per questo dobbiamo dargliene uno... mi suona un po' come quel bambino a cui si svela che Babbo Natale non esiste e lui punta i piedi e non lo accetta rispondendo: no, esiste! Certo, finché non ti desti dal sogno, finché ti limiti alla tua immaginazione, Babbo Natale continua a esistere, l'importante è non svegliarsi...



    @Fr@nk
    Ti rispondo con un premio nobel per la letteratura, Samuel Beckett e il suo "Aspettando Godot", dove i due protagonisti della storia, in un palcoscenico con un solo albero secco come scenografia, aspettano ciò che sanno non arriverà mai: un senso della vita, il quale è identificato da tale Godot. Uno dei due, a un certo punto del copione, propone all'altro di impiccarsi all'albero. L'altro risponde: "E se Godot arriva subito dopo che ci siamo impiccati?" e così continuano ad aspettare e a soffrire.
    In termini più scientifici si chiama "istinto di conservazione".
    Ho sempre definito il Dio dei cattolici (mi riferisco al loro, perchè è quello del mio mondo) un essere spietato. Credo che nel suo disegno di cattiveria nel concepire il mondo, al momento della creazione, l'apice sia stato proprio l'istinto di conservazione.

    Uccidere chi mi circonda in effetti potrebbe essere un'opera di bene (soggettivo, come lo intendo io). Il problema nasce quando alla morte di un individuo e al suo bene corrisponde la sofferenza di chi lo ama, me per primo che sarei il suo esecutore, per perderlo.
    L'aborto che cos'è se non un atto di bene nei confronti del nascituro? Gli unici che ne soffrirebbero sono i potenziali genitori, che di fatto sono anche gli assassini (quanto meno i mandanti). Ecco perché definisco l'aborto un grandissimo atto d'amore, perché lo fai sapendo che ne soffrirai per una vita intera. Non parlo dell'abortucolo inteso come ultima ratio di anticoncezionale, parlo di un figlio desiderato, quanto meno accettato e scoperto malato; di quelle situazioni dove la coppia sfoglia il libretto intitolato "come sta crescendo TUO FIGLIO nella pancia", settimana dopo settimana, dove mentalmente quel feto è già un bambino che vive in quella casa...
    Conoscevo l'opera e la storia, non il passo in questione
    Comunque capisco il tuo pensiero, semplicemente non riesco a sentirlo come mio o a prenderne parte. Prova a trovare un senso per la TUA vita, forse cambierà qualcosa, non so.

  8. #78
    FdT svezzato
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    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    @Rasputin, io come te ho come massimo valore e - forse unico - obiettivo, quello di fare qualcosa per gli altri, soprattutto per chi è più giovane di me e ancora non si è reso conto in quale gioco è stato iscritto [Bennato]. Proprio perché io so e loro non sanno e quindi vivono nel pieno dell'entusiasmo, devo essere pronto a soccorrerli quando prenderanno coscienza. E' l'unico senso che do alla vita.
    Mi fai un po' sorridere quando accetti che siamo solo un po' di chimica e la nostra vita non ha alcun senso in sé e quindi dici che proprio per questo dobbiamo dargliene uno... mi suona un po' come quel bambino a cui si svela che Babbo Natale non esiste e lui punta i piedi e non lo accetta rispondendo: no, esiste! Certo, finché non ti desti dal sogno, finché ti limiti alla tua immaginazione, Babbo Natale continua a esistere, l'importante è non svegliarsi...
    Allora, innanzitutto occhio: mai scritto "proprio per questo dobbiamo dargliene uno", bensí "Non ci vieta, anzi secondo me è quasi un nostro preciso dovere, di dargliene uno".

    Questo non esclude che ciascuno sia libero di godersi la vita e non pensarci nemmeno, quantunque nel momento in cui uno fa qualcosa di buono secondo me ha già dato un senso alla propria vita a prescindere dall'esserne consapevole o meno. L'importante quindi è svegliarsi, non il contrario

  9. #79
    Se muoio rinasco P S Y C H O
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    Allora, innanzitutto occhio: mai scritto "proprio per questo dobbiamo dargliene uno", bensí "Non ci vieta, anzi secondo me è quasi un nostro preciso dovere, di dargliene uno".

    Questo non esclude che ciascuno sia libero di godersi la vita e non pensarci nemmeno, quantunque nel momento in cui uno fa qualcosa di buono secondo me ha già dato un senso alla propria vita a prescindere dall'esserne consapevole o meno. L'importante quindi è svegliarsi, non il contrario
    Un senso alla vita glielo si può dare, anche per me è facile. Il problema nasce perché tale senso è contestualizzato dentro certi confini, ampliando i quali si perde.
    Mi spiego con un esempio: l'amore per mio figlio, per una donna, potrebbe benissimo dare tale senso, però il tutto è relativo a un arco temporale limitatissimo, in quanto che l'oggetto del mio bene, il mio senso, cioè mio figlio o la mia donna, finiranno e con essi tale senso...
    Il vero senso si avrebbe se fossimo parte integrante di un grande progetto universale, ma questo non equivarrebbe e non essere atei?

    Quote Originariamente inviata da Fr@nk Visualizza il messaggio
    Conoscevo l'opera e la storia, non il passo in questione
    Comunque capisco il tuo pensiero, semplicemente non riesco a sentirlo come mio o a prenderne parte. Prova a trovare un senso per la TUA vita, forse cambierà qualcosa, non so.
    Come ho scritto sopra a Rasputin, io un senso alla mia vita glielo riesco a dare, ho degli affetti, dei valori, delle passioni, dei doveri; però è un vivere alla giornata, spesso mi chiedo: oggi siamo nel 2011; ebbene nell'anno 80.000 (*) che cosa cambierebbe a seconda se io oggi esisto oppure non esistessi?

    (*) Mi piace pensare all'anno 80.000 in riferimento a una nota canzone di Leo Ferré di cui ora mi sfugge il titolo...

  10. #80
    Mai più senza FdT RudeMood
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    Quote Originariamente inviata da Fr@nk Visualizza il messaggio
    Prova a trovare un senso per la TUA vita, forse cambierà qualcosa, non so.
    Questo era per @Abel Balbo;

    Ma hai dettola stessa cosa a me...

    Quote Originariamente inviata da Fr@nk Visualizza il messaggio
    Però mi sembra assurdo non porsi domande esistenziali ed andare avanti senza risposte.
    Quote Originariamente inviata da RudeMood Visualizza il messaggio
    E perché?
    Potrebbe cambiare la mia vita avendo una certezza sull'esistenza dell'uomo? O potrebbe cambiare la mia vita avendo una certezza sulla fine che farò dopo morta?

    Preferisco occuparmi di oggi e della mia vita terrena.
    Dà molte più soddisfazioni.
    http://forum.fuoriditesta.it/argomen...one-senso.html


    Non capisco.
    Se non riesci a trovare un senso alla TUA vita e preferisci perdere tempo a farti domande che non hanno risposta, perché cerchi di convincere anche altri a perdere tempo quando invece hanno ben altro a cui pensare?

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