Salve ragazzi,
vi dico la verità, mi vergogno un po'.
Ho 27 anni e apro un topic per parlare della mia relazione appena finita, bah.
Però purtroppo sto soffrendo e di conseguenza colpi di testa ci sono.
Visto che ci siamo, spero qualche maschietto mi delucidi...
Sono stata fidanzata per 8 mesi.
8 mesi diversi dai soliti 8 mesi, nel senso che lui vive da solo, quindi già a partire dalla seconda settimana di conoscenza io restavo a dormire da lui. Lui ha un bar-pub, quindi ogni fine settimana lo vedevo. Dopo due mesi lui ha voluto presentarmi la sua famiglia (mai fatto in vita sua) e io per riflesso ho fatto altrettanto. Ho sempre continuato a vedere le mie migliori amiche e le mie amiche non migliori, ho sempre fatto cene, sono andata a ballare... nel senso, il fatto fossimo estremamente affiatati non ha avuto come conseguenza che perdessimo vita sociale. Lui mi ha fatto regali bellissimi, a parole e come oggetti: io non avevo mai ricevuto un anello in vita mia, per un esame andato bene mi ha regalato una borsa bellissima e mi ha fatto fare un brindisi con i suoi amici... Se un giorno gli dicevo "Ho voglia di pizza", la sera stessa entravo a casa (avevo la chiave) e lui era a prepararmela... Sognavo mia nonna e mi svegliavo piangendo, lui mi ha proposto di andare a trovarla al cimitero. Questo per dirvi che mi amava, Cristo se mi amava. E io altrettanto, credetemi non ho mai amato nessuno quanto amo lui.
Arriviamo al punto: aprile. Aprile è stato un mese di merda, litigavamo di continuo, e questo perché io ero sotto stress tra università (esami magistrali, enormi) e la ricerca di un lavoro... Perché sì, parlavamo già di convivenza. Semplicemente non mi si stava accanto. Io ho questa parte terribile del carattere, ma c'è da dire che lui ha la sua: è violento. Non mi picchiava per carità, ma è un tipo che quando si incazza sclera, tirava cazzotti all'armadio, cambiava totalmente. E due o tre volte è arrivato a spingermi o a stritolarmi un braccio facendomi molto male. Ma (stupida idiota) sono andata avanti. Lui non lo ha fatto. Dopo aprile e parte di maggio in questo modo, lui era diventato più freddo, di poco, quindi non mi sono allarmata; ma come conseguenza forse inconscia ero più opprimente, più insicura. Gli stavo addosso, via. E dopo 2-3 "ti lascio" "non so se andare avanti" da parte mia arriviamo alla seconda settimana di maggio. Mi lamento per un suo sms non arrivato mentre ero a ballare (venerdì sera); lui ribatte che era a lavoro e che avrei potuto scrivergli io. Gli dico che ha ragione, ma dopo tutti i tira e molla recenti ho paura di perderlo. Lui sclera, dice che si è rotto il cazzo di sentirsi sbagliato, che con lo stress me la rifacevo con lui facendolo sentire sempre in errore, era arrivato al punto di non sapere cosa fare per paura rompessi le palle. Lo chiamo il pomeriggio ed è un muro, io provo a spiegargli che ho solo paura, ma continua a dire "mi sono rotto il cazzo di sentirmi così".
Punto cruciale: gli dico che passo la sera a prendere la mia roba. Lo faccio, parliamo, lui non intende rendersi conto che ci sta di sclerare e di aver paura, che se gli faccio notare le cose non è per dire "Oh, sbagli tutto", ma "Oh, ho paura". Mi scuso per il periodo ma niente da fare. Lo cerco, gli scrivo, ma non vuole vedermi. Lunedì sera mega messaggio dove mi dice che forse era un fuoco acceso a bomba e altrettanto a bomba spento (non con questo linguaggio trasandato). Io la mattina dopo, quindi martedì, lo chiamo, gli dico che devo parlargli. Lui mi dice che non cambia niente ma ok. Vado lì, gli dico che mi sono resa conto di questa parte del mio carattere. Lui mi chiede qualche giorno di tempo e io gli dico va bene. Gli chiedo un abbraccio, me lo dà, mi bacia la schiena. Passo falso: il giorno dopo parlo con mia sorella che mi fomenta, mi chiedo "Ma Cristo santo, per un periodo stressante questo mette in dubbio tutto?" e quindi agisco d'impulso, raccolgo i suoi regali, li lascio fuori dalla porta con una lettera dove gli dico "Io mi ritiro". Da lì in poi niente, mi dice che è finita, che non siamo fatti per stare insieme, che erano due mesi che andava così. Io gli ho detto "Ma tipo dirmelo? Almeno salvavo o ci provavo" e la sua risposta "Lo sai, sono fatto così, tengo tutto dentro".
Finale: Sabato scorso lo vedo, gli ripeto le stesse cose e lui dice che rimane della sua idea. Gli prendo una mano e lui è shockato, mi dice che non vuole illudermi, che non vuole farmi soffrire di più. Ieri ho toccato il fondo, ma era l'ultima volta. Gli ho scritto di trovarsi a una certa ora in un parcheggio, di venire se mi amava. Mi ha risposto che più lo cerco più lo allontano, vuole stare da solo ma lo obbligo a fare cose che non vuole fare, che è finita ed è immensamente dispiaciuto, ma è così.
Ora io mi chiedo, aldilà della mia poracciaggine da disperazione mai provata visto che non sono mai stata lasciata in vita mia, possibile che ad aprile diceva che senza di me moriva, che mi amava, che era per sempre, e per dei litigi butti tutto nel cesso? E' incazzato nero, amici in comune dicono che lo vedono incazzato nero. E' scoppiato ma per colpa sua! Io adesso devo soffrire come un cane sentendomi in colpa, e lui sta bene, o almeno così mi dice.
Sarò io ingenua ma mi sembrano cose surreali...
Voleva andare a fare il cammino di Sanntiago in Spagna per riflettere
Mi hai mandata a fanculo, cosa devi riflettere?
Scusate il poema!