Arrestato Ivan, l'uomo col teschio: guerriglia fino alle 2
GENOVA, 13 ottobre - È stata evitata un'altra Heysel, perchè gli ultras che hanno messo a ferro e fuoco la zona di Marassi fino alle due di notte erano dei veri e propri criminali: è questa la considerazione che trapela tra i responsabili dell'ordine pubblico, al termine della notte di furia e violenza degli ultras serbi nel capoluogo ligure. Il bilancio finale parla di 16 feriti, di cui due carabinieri, e 17 arrestati. Tra loro c'è anche l'uomo tatuato che, tronchesi alla mano, ha tagliato la rete della gabbia all' interno della quale, dentro lo stadio, erano stati confinati i circa 2.000 hooligan di Belgrado.
IVAN NEL MOTORE - Lo hanno trovato le forze dell'ordine dopo le perquisizioni andate avanti tutta la notte: era nascosto nel vano motore di uno dei pullman che avrebbero dovuto riportare a casa gli ultras. È stato identificato attraverso una data che è tatuata sull'avambraccio dell'uomo. Gli scontri, preceduti dalle devastazioni prepartita nel centro di Genova, erano proseguiti dentro lo stadio con il lancio di petardi e il tentativo di sfondamento della barriera antiproiettile che divideva gli ultras dal resto del pubblico genovese. E poi erano deflagrati all' uscita dello stadio, quando tutto il pubblico era tornato a casa e anche Italia e Serbia erano rientrate nei rispettivi alberghi.
GUERRIGLIA FINO ALLE 2 DI NOTTE - La guerriglia è durata fin oltre le due di notte. In mattinata, il bilancio della Questura di Genova parla di 17 arresti e 16 feriti, di cui 2 carabinieri e gli altri tutti serbi. Sono 35 gli hooligan denunciati, 138 quelli identificati. Dei 16 feriti che hanno fatto ricorso alle cure mediche negli ospedali genovesi, uno è ricoverato a scopo precauzionale. La polizia autostradale nella notte ha predisposto un piano di evacuazione dei pullman dei tifosi serbi, e il deflusso si è completato regolarmente. Gli incidenti della notte erano scoppiati quando il gruppo di ultras, controllati a vista da polizia, carabinieri e guardia di finanza in assetto antisommossa, aveva tentato di forzare il cancello della recinzione dove erano confinati in attesa del deflusso.
L'AGGUATO ALLA FINANZA - Un vero e proprio agguato è stato teso dagli hooligan a un reparto della Finanza, e quel punto le forze dell'ordine hanno lanciato fumogeni ed effettuato cariche. Gli ultras hanno di nuovo tentato di fare irruzione dentro lo stadio, verso la tribuna stampa dove erano ancora al lavoro gli inviati di giornali italiani e serbi. Nel frattempo, nel piazzale antistante lo stadio erano accorse alcune decine di ultras di Genoa e Samp, intenzionate a ingaggiare una battaglia con i serbi; sono stati subito rimandati indietro dalle forze dell'ordine. Quando verso le due della notte la tensione è calata, la polizia ha fatto scendere gli hooligan già saliti sui bus per le perquisizioni. Seguestrati bastoni, spranghe, coltelli e uno zainetto con all'interno dei grossi petardi o bombe carta.
NAZIONALE SERBA A CASA - La nazionale di calcio della Serbia ha fatto ritorno nella notte a Belgrado da Genova, dove ieri sera le violenze e le intemperanze di gruppi di hooligan serbi hanno causato la sospensione della partita Italia-Serbia, valida per le qualificazioni del Gruppo C agli Europei del 2012. I calciatori hanno espresso grande rammarico per quanto accaduto allo stadio Luigi Ferraris, ma si sono astenuti dal fare ulteriori commenti sul comportamento dei presunti tifosi serbi. «Non erano venuti soli a Genova», ha osservato da parte sua il presidente della Federcalcio serba, Tomislav Karadzic, confermando in sostanza quanto da lui detto ieri sera a Genova subito dopo la sospensione della partita: per Karadzic infatti si sarebbe trattato di un piano preordinato della tifoseria ultras per creare incidenti e far saltare l'incontro.
«CI HANNO DIFESO CON LE PISTOLE» - Descrivendo il clima di tensione vissuto a Genova, il presidente della Federcalcio serba, Tomislav Karadzic, ha detto fra l'altro che in alcuni momenti la polizia italiana ha «difeso con le pistole» la nazionale serba dalle violenze dei teppisti sugli spalti di Genova. «Noi eravamo pronti a giocare, ma non abbiamo potuto farlo», ha detto il dirigente secondo il quale sarebbe stato meglio non cominciare affatto l'incontro. La tv serba B92 ha stimato in una ventina in numero di holigan serbi fermati dalla polizia a Genova.
TIFOSI SCORTATI FINO AL CONFINE - I tifosi serbi al rientro da Genova vengono scortati dalla Polizia di Trieste dalla barriera del Lisert (Gorizia) al confine con la Slovenia. Alcuni autobus sono già in territorio sloveno, mentre altri sono in arrivo nelle prossime ore. Al momento - ha fatto sapere la Digos del capoluogo giuliano - non ci sono stati incidenti di sorta. Oltre che in autobus molti tifosi serbi viaggiano con automobili private
IVAN IL TERRIBILE - È stato trasferito nel carcere genovese di Marassi Ivan Bogdanov, il capo ultrà dei Serbi arrestato dalla polizia di Genova. Bogdanov, arrestato poco dopo le 3, è rimasto tutta la notte in camera di sicurezza della questura. Il questore di Genova ha indetto per le 10,15 una conferenza stampa.
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