Originariamente inviata da
°holly°
permettetemi di dire la mia.
quello che a molte persone non entra in testa, è la vera utilità della cultura umanistica.
materie come la filosofia, la letteratura, e simili, non sono fini a se stesse.
certo, sapere a memoria le opere di cicerone non mi servirà mai ad un emerito ca**o, ma sapere perchè le ha scritte, come e quando sì.
e mi spiego.
punto primo
la vita dell'uomo non è fatta solo di freddi calcoli scientifici e leggi chimiche e fisiche.
l'uomo è soprattutto spirito.
la morale del dovere Kantiana, o che so, il oltreuomo di Nietzsche possono influenzare le mie scelte, la mia cultura, la mia morale, il mio modo di agire...
L'uomo alimenta tutta la sete che ha di cultura, di sapere, di emozione attraverso la cultura.
Che motivo avrebbe di essere ancora letto un poeta come Catullo, dopo più di 2000 anni?
e Lucrezio? non è tremendamente attuale quando parla della morte e delle paure dell'animo umano?
Siamo uomini, non viviamo di solo pane. Aristotele diceva che siamo animali sociali, e la società non si fa con calcoli e fisica.
punto secondo.
la flessibilità di ragionamento. matematica---> 2+2=4. sta solo a trovare il modo per arrivare a 2+2.
letteratura e filosofia --> perché questo autore scrive questo? che influenza c'è stata nel suo tempo?
non avete la più pallida idea allora, di che collegamenti ci siano fra le culture, i pensieri, le materie, la classicità che ritorna sempre.
è un'abitudine ad allenare la mente, al di fuori da schemi
punto terzo.
l'utilità del latino e del greco tradotti.
innanzi tutto, è come la matematica, allena la mente. punto secondo, l'italiano.
chi traduce meglio, scrive meglio.
e infine pongo una domanda.
che utilità può avere saper fare un'equazione di quindicesimo grado, quando non so vivere, e non ho un pensiero profondo, una cultura UMANA, non umanistica, alle spalle?