GLI UOMINI SCIMMIA SONO ESISTITI VERAMENTE?
Cosa prova la testimonianza dei fossili?
Nel suo libro L’origine delle specie Charles Darwin dovette affrontare e spiegare alcune difficoltà che incontrò nel formulare le sue ipotesi evolutive. Tra queste, non di poco conto, c’era la testimonianza fossile.
La riflessione che egli fece fu questa:
“Ancor prima di giungere a questa parte della mia opera, il lettore si sarà imbattuto in una moltitudine di difficoltà. Alcune sono talmente gravi che attualmente non ci posso riflettere senza sgomentarmi, tuttavia, a pensarci bene, esse sono in massima parte solo apparenti e quelle che sono vere non penso che siano fatali per la mia teoria ….
[accidenti! … pensavo che solo la falsa religione fosse piena di dogmi e misteri “inspiegabili”, ma anche la “scienza” non scherza! … ma se le difficoltà erano solo apparenti, perché Darwin “si sgomentò” tanto? … n.d.r.]
Queste difficoltà e obiezioni possono essere classificate come segue:
PRIMO: perché, se le specie sono derivate da altre specie attraverso una serie di gradazioni insensibili [questa è l’Evoluzione! … non dimentichiamolo, non confondiamola con la variabilità della specie … n.d.r.], non troviamo ovunque un gran numero di forme di transizione? Perché la natura, invece di presentare le specie ben definite che vediamo, non si trova nella più grande confusione?”
– DARWIN L’origine delle specie – Trad. di C. Balducci – G.T.E.N. - cap. VI, pg. 167.
In altre parole, la questione che Darwin si pose è questa: se la vita si è continuamente evoluta da una specie all’altra, dovrebbero esser rinvenuti miliardi di fossili di transizione tra tutte le specie viventi, ovvero forme di vita cosiddette “intermedie” in cui si possa constatare, per esempio, l’evoluzione di un organo o di un arto in un altro. Ma di tali fossili egli non ne vedeva neppure l’ombra!
Ribadisce, infatti, Darwin nella sua opera:
“Secondo la teoria della selezione naturale [che costituisce l’idea fondamentale dell’ipotesi evolutiva darwiniana – n.d.r.] tutte le specie viventi sono state collegate alle specie originarie di ciascun genere, da differenze non più grandi di quelle che attualmente vediamo fra le varietà di una specie attuale. E queste specie originarie, attualmente in genere estinte, sono state a loro volta collegate, in modo consimile, con specie più antiche e così via di seguito convergendo verso l’antenato comune di ciascuna grande classe. Per questo il numero degli anelli intermedi di transizione, tra tutte le specie viventi ed estinte, deve essere stato inconcepibilmente grande. Ma certamente, se la teoria è vera, devono essere realmente vissute sulla faccia della terra” (ibid. cap. IX, pg. 275).