La Danimarca e la Spagna si sono unite all’ampio numero di Paesi che hanno già raccomandato la vaccinazione contro il Papillomavirus umano, riconoscendone i benefici sia della prevenzione del cancro del collo dell’utero, sia delle altre patologie genitali correlate a questo virus.
Il Comitato nazionale danese per la salute (NBH) raccomanda che la vaccinazione anti-papillomavirus umano sia offerta a tutte le ragazze di 12 anni come parte del Programma di vaccinazione dell’infanzia; inoltre, per chi non riceverà la vaccinazione a 12 anni sarà implementato un programma di recupero per le ragazze di 13-14 e 15 anni. Nella sua comunicazione al Governo danese, il NBH raccomanda specificatamente l’uso di questo vaccine che "protegge anche dai condilomi genitali" oltre al cancro del collo dell’utero. Lo screening proseguirà. Il Comitato raccomanda altresì che questi programmi di prevenzione secondaria siano rispettati.
"Siamo lieti che le autorità danesi abbiamo raccomandato la vaccinazione contro il cancro del collo dell’utero e contro i condilomi genitali" commenta Didier Hoch, Presidente di Sanofi Pasteur MSD. "Notiamo un aumento di interesse da parte delle Autorità sanitarie verso i benefici più ampi e immediati portati dalla vaccinazione contro il cancro del collo dell’utero attraverso la copertura di ulteriori tipi di Papillomavirus umano responsabili di patologie genitali".
La Spagna ha deciso di includere nel calendario vaccinale del Sistema di Salute Nazionale la vaccinazione per le ragazze tra gli 11 e i 14 anni.
Il Comitato inter-territoriale spagnolo ha approvato all’unanimità la raccomandazione avanzata, il 26 settembre 2007, dalla Commissione di Salute Pubblica, per includere la vaccinazione anti-papillomavirus umano nel calendario nazionale di vaccinazione. Con l’avvio delle vaccinazioni proseguiranno i programmi di screening per l adiagnosi precoce e di educazione.
Sono attualmente in corso discussioni tra le autorità sanitarie nazionali e quelle regionali su come implementare un programma di recupero per le ragazze adolescenti e le giovani donne. La vaccinazione di recupero potrebbe essere organizzata attraverso i fondi pubblici delle autorità sanitarie regionali. Alcune regioni (ad esempio Navarra e La Rioja) hanno già reso noto che avvieranno il rimborso per un programma di recupero temporaneo per almeno una coorte di giovani ragazze.
"Siamo fiduciosi – conclude Hoch – che queste discussioni si risolveranno positivamente. Questo porterà benefici aggiuntivi a molte di quelle donne e ragazze che non sono ancora entrate in contatto con il virus".
Molti altri paesi hanno già riconosciuto I benefici della prevenzione delle alter patologie genitali causate dal Papillomavirus umano.
Ad oggi, la Francia ha raccomandato la prevenzione dei condilomi genitali, oltre a quella del cancro del collo dell’utero. Il Belgio ha enfatizzato che il legame tha Hpv e gli altri tumori ano-genitali (come quello vulvare e vaginale) e i condilomi genitali è ben definito.
L’Australia attualmente rimborsa solo il vaccine contro il cancro del collo dell’utero - Gardasil® - nei programmi di vaccinazione scolastici per le ragazze perché è in grado di prevenire i condilomi genitali.
L’Agenzia di protezione della salute in Gran Bretagna ha pubblicato un modello di studio in cui si mostra come Gardasil® sia in grado di prevenire fino al 70% dei casi di cancro del collo dell’utero e 95% dei casi di condilomi genitali, spiegando che questo modello “potrà contribuire alla creazione di politiche efficaci per prevenire i condilomi genitali e il cancro del collo dell’utero”.
Gardasil®, il vaccino quadrivalente contro i tipi 6, 11, 16 e 18 di Papillomavirus umano fornisce benefici più ampi e immediati in aggiunta alla prevenzione del cancro del collo dell’utero causato dai tipi di virus 16 e 18. Più ampi perché aiuta a prevenire le lesioni iniziali cervicali, le lesioni precancerose alla vulva e i condilomi genitali causati dai tipi 6,11, 16 o 18; benefici immediati poiché le lesioni cervicali iniziali e i condilomi genitali posono manifestarsi più velocemente rispetto al cancro del collo dell’utero, spesso dopo pochi mesi dall’esposizione al virus.