L'avanzamento di carriera del magistrato milanese fa insorgere la maggioranza
Poi la nota da Palazzo dei Marescialli: "Una procedura del tutto ordinaria"
Il Pdl: "Promosso il giudice della Cir"
Ma il Csm spiega: "Era stato già deciso"
ROMA - Diventa un caso politico la promozione del giudice milanese Raimondo Mesiano, il giudice che ha condannato la Fininvest a risarcire la Cir con
750 milioni per l'annullato Lodo Mondadori. Il centrodestra traduce la scelta del Csm come "la ricompensa per l'attacco a Berlusconi", ma il governo dei magistrati spegne le critiche e avverte che la promozione del giudice era stata decisa prima della sentenza Cir-Fininvest.
Quando la notizia della promozione del giudice al grado massino diventa pubblica, il Pdl insorge. "La realtà supera l'immaginazione", dice ironico il ministro della Cultura Sandro Bondi, e Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, gli fa eco ripetendo con sarcasmo le motivazioni con cui il Csm ha giustificato l'avanzamento di carriera: "Un giudice davvero indipendente, imparziale ed equilibrato".
Ma la nota del Csm porta date e nomi per dimostrare che gli appunti sollevati dai politici vicini al premier sono del tutto infondati: "Abbiamo seguito una procedura ordinaria. La pratica è stata aperta d'ufficio il 21 maggio scorso e il 29 settembre ha ricevuto il primo via libera dalla commissione competente, presieduta dal laico di centrodestra Michele Saponara. Tutto è avvenuto quindi, ben prima della sentenza di condanna della Fininvest che è stata depositata il 3 ottobre".
Insieme alla promozione del giudice della sentenza Cir, il Csm ha approvato anche il passaggio di grado di Lanfranco Tenaglia, responsabile giustizia del Pd, e del senatore del Pd Felice Casson. Scelta sofferta solo l'avanzamento di carriera riconosciuta al giudice Casson. E' stata una decisione votata all'unanimità, ma solo perchè il laico di An Gianfranco Anedda ha lasciato il plenum dopo aver dato battaglia sul riconoscimento all'ex pm di Venezia. "E' presuntuoso", ha detto il consigliere, e usa con troppa disinvoltura la custodia cautelare. E' un attacco determinato da "astio politico" gli ha replicato il togato di Magistratura democratica Livio Pepino. Poi l'intervento risolutore del vice presidente del Csm Nicola Mancino: "Si può discutere di qualche comportamento esterno di Casson, ma nessun dubbio sulla sua professionalità".