ROMA - E' ancora bufera su Raitre e questa volta al centro delle polemiche c'é Ballarò, il programma di Giovanni Floris che doveva tornare martedì prossimo e che viene fatto slittare di alcuni giorni da una decisione della direzione generale della Rai per far spazio ad una prima serata di Porta a Porta su Raiuno in occasione della riconsegna delle prime case ai terremotati di Onna. Per Floris è un "atto immotivato", per Vespa un "giusto riconoscimento" per l'impegno di Porta a Porta nella raccolta di fondi per i terremotati. Per la Fnsi invece il governo vuole un "megafono politico" mentre i consiglieri Rai Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten parlano rispettivamente di "normalizzazione delle diversità" e di un modo per "compiacere Silvio Berlusconi". Pier Luigi Bersani rimanda ogni discussione alla manifestazione di sabato prossimo a Roma sulla libertà di informazione e l'altro candidato alla segreteria del Pd, Ignazio Marino, parla di "palinsesti e corretti e riscritti fuori da Viale Mazzini".
La Rai dunque, per l'appuntamento del 15 settembre, decide di promuovere in prima serata su Raiuno, con uno speciale, Porta a Porta rinunciando alla prima puntata di Tutti Pazzi per la Tele con Antonella Clerici, già prevista in palinsesto, e alla seconda serata dello stesso Vespa dedicata a Miss Italia. Per l'azienda si tratta di una decisione giusta in considerazione della particolarità dell'evento, "come già accaduto in altre situazioni", dando il maggiore risalto possibile a Raiuno. Ma, se Floris parla di atto immotivato, si dice dispiaciuto e si augura che "sia solo un episodio sgradevole e grave", il direttore di rete, Paolo Ruffini, precisa che la decisione è stata presa "contro il parere di Raitre" e sottolinea che Ballarò "avrebbe comunque raccontato la cerimonia di consegna delle case ai terremotati" visto che un inviato del programma era lì da diversi giorni proprio per questo. La stessa presidenza della Rai sottolinea di non essere stata coinvolta nella decisione e che la cosa poteva essere gestita diversamente trattandosi di un evento programmato e programmabile evitando di mettere Raitre "al centro dell'ennesima polemica politica". Secondo Roberto Natale, segretario della Fnsi, "il vertice Rai sembra aver smarrito il senso della dignità del servizio pubblico". Natale parla esplicitamente della Rai come "megafono politico del governo" mentre il segretario dell'Usigrai, Carlo Verna, si chiede "quali domande sul terremoto erano temute, da chi e perché?".
Dall'opposizione Francesco Pardi dell'Idv ritiene "necessaria una riunione immediata e speciale della Commissione di Vigilanza" mentre Pier Luigi Bersani rimanda alla manifestazione del 19 settembre "per come si stanno mettendo le cose" e Ignazio Marino ritiene che si tratti di "una mossa dei vertici Rai in omaggio all'autocelebrazione del presidente del Consiglio all'Aquila e alla propaganda del governo". Dalla maggioranza si leva invece la voce di Giorgio Lainati (Pdl), vicepresidente della Commissione di Vigilanza sulla Rai, secondo cui "a comando partono le denunce di presunte cancellazioni e oscuramenti ma sinceramente provocano solo la più assoluta indifferenza".
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