Fini ormai è la vera opposizione a Berlusconi, gli scontri sono frequenti sia a livello politico istituzionale che livello di contrasti interni al Pdl. Fini sta palesemente cercando di ritagliarsi un’immagine da statista di una destra europea e liberale. Di contro è normale che venga a cozzare con il populismo di Berlusconi, incline sia ad accontentare i cattolici che i leghisti, ovvero le due frange più integraliste interne al Pdl in materia etica e politica. A mio avviso il presidente della camera sarebbe un leader migliore del premier, ma è evidente che qualcosa all’interno del Pdl non funzioni: quello che Fini ha definito immobilismo politico. Quali ne siano le cause è difficile dirlo ora, però si può cercare di fare qualche considerazione:
A mio avviso il problema è lo stesso che affligge il PD, ovvero un partito costruito di fretta ignorando la base e tutti i graduali processi che portano al consolidarsi di un’idea maggioritaria.In realtà, assai più che i passaggi in materia di immigrazione, di testamento biologico per non parlare di quelli in merito alla possibile riapertura delle indagini sulle stragi di mafia, la parte più solida dell’intervento del Presidente Fini è stata l’analisi impietosa dello stato di avanzamento della costruzione del soggetto politico Popolo della Libertà.
La tesi di Fini in proposito è chiarissima: ad oggi il soggetto politico PdL, il partito a vocazione maggioritaria che (complice lo stato comatoso nel quale versa il PD) dovrebbe guidare la politica italiana per i prossimi anni non esiste (ancora). Fatti i riconoscimenti di rito ai coordinatori Fini segnala come il partito ad oggi sia solo una macchina in grado di produrre organigrammi. Siamo cioè di fronte ad un partito che nei fatti esercita la sola funzione di autoperpetuarsi. Manca qualunque iniziativa politica, mancano le stesse sedi per discutere, elaborare ed approvare strategie politiche.
Date una letta a questo articolo che cerca di analizzare la questione da un punto di vista interno al Pdl. Io la penso in modo leggermente differente, penso che sia stato un azzardo decidere di punto in bianco di creare due partiti di vocazione maggioritaria senza farli consolidare alla base, entrambi si potranno reggere solo sulla personalità dei loro leader, cosa che a destra purtroppo abbonda e a sinistra latita totalmente, con l’unica vera personalità politica che possegga carisma , D’Alema, impossibilitato a prendere direttamente le redini del partito.