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Minacce della mafia a Berlusconi: giallo su una lettera dell'89

  1. #1
    Sempre più FdT
    Uomo 32 anni da Vercelli
    Iscrizione: 5/10/2007
    Messaggi: 3,255
    Piaciuto: 1 volte

    Predefinito Minacce della mafia a Berlusconi: giallo su una lettera dell'89

    Minacce della mafia a Berlusconi: giallo su una lettera dell'89
    Le indagini sono affidate al pm Antonio Ingroia
    I Corleonesi pretendevano il
    controllo di una rete Fininvest
    LIRIO ABBATE
    PALERMO
    I boss mafiosi nei primi anni Novanta minacciavano Silvio Berlusconi e i suoi familiari perchè volevano avere «a disposizione» una della sue reti televisive. La richiesta sarebbe stata fatta all’allora imprenditore della Fininvest, ancora lontano dalla politica, attraverso una lettera che sarebbe stata scritta dai «corleonesi». Questa missiva, vergata a mano, è adesso agli atti dei pm della Direzione distrettuale antimafia di Palermo, ed è stata sequestrata insieme alle carte personali di Vito Ciancimino, l’ex sindaco mafioso della città, amico fidato di Bernardo Provenzano, e referente politico dei corleonesi di Totò Riina. I documenti erano nascosti in un magazzino a Palermo. La lettera è stata sequestrata dai carabinieri nel febbraio 2005 durante la prima perquisizione a cui è stato sottoposto il figlio di Vito Ciancimino, Massimo, condannato a cinque anni e otto mesi per riciclaggio. E dal verbale redatto dai militari dell’Arma, a firma del capitano Angeli, si legge: «Parte di foglio A4 manoscritto, contenente richieste all’On. Berlusconi per mettere a disposizione una delle sue reti televisive». Il pezzo di carta è strappato nella parte iniziale, il testo è incompleto, e ciò che si legge è un «invito» a Berlusconi affinchè accolga le richieste che gli sono state fatte, «altrimenti dovrà essere compiuto il luttuoso evento».

    Sullo scenario giudiziario che si apre, prendendo spunto dal documento fino adesso inedito, i magistrati della Dda, Antonio Ingroia e Nino Di Matteo, hanno avviato un’inchiesta riservatissima. Sono stati fatti interrogatori e altre persone devono essere convocate. E’ stato sentito anche Massimo Ciancimino, che da quasi un anno collabora con diverse procure, rendendo dichiarazioni ai pm sull’economia mafiosa e intrecci con la politica. E proprio a Ciancimino i pm hanno mostrato questa lettera durante un interrogatorio. Il dichiarante sarebbe rimasto sorpreso nel vedere nelle mani dei magistrati quel documento - di cui gli avrebbe parlato il padre - che pensava fosse stato smarrito fra le tante perquisizioni subìte, o nei traslochi che ha effettuato. E invece era lì. Fra le carte processuali - ancora a disposizione della procura - che fanno parte del processo in cui è stato condannato per riciclaggio. Su questo procedimento è in corso l’appello, e dunque la procura ha inviato alla Corte una copia del documento.

    Intanto i pm hanno già disposto accertamenti, uno dei quali ha verificato che la missiva sarebbe stata scritta intorno al 1991. Una perizia calligrafia avrebbe escluso che sia la scrittura di Vito o Massimo Ciancimino, e gli inquirenti vogliono far esaminare la grafia di alcuni uomini di fiducia di Riina. Dalle ipotesi investigative emergerebbe che il messaggio è stato scritto dai corleonesi (la grafia è facilmente leggibile e non presenta errori di grammatica), che sarebbe stato girato a Provenzano, per poi passarlo al suo amico Vito Ciancimino. Quest’ultimo avrebbe avuto il compito di comunicare a «un referente» il messaggio per Berlusconi. A questa vicenda gli inquirenti potrebbero collegare una telefonata intercettata il 17 febbraio 1988 fra Berlusconi e Renato della Valle, immobiliarista milanese amico del premier. Lo scenario in quel periodo era quello dei rapporti difficili tra Cosa nostra ed alcuni soggetti del Psi con i quali era intervenuto l’accordo elettorale del 1987, di cui ha parlato il pentito Nino Giuffrè.



    Nella telefonata a Della Valle, Berlusconi confida che: «C’ho tanti casini in giro, a destra, a sinistra. Ce n’ho uno abbastanza grosso, per cui devo mandar via i miei figli, che stan partendo adesso per l’estero, perchè mi han fatto estorsioni... in maniera brutta». Berlusconi spiega che si tratta di «una cosa che mi è capitata altre volte, dieci anni fa, e... sono ritornati fuori». Poi aggiunge: «Sai, siccome mi hanno detto che, se entro una certa data, non faccio una roba, mi consegnano la testa di mio figlio a me e espongono il corpo in piazza del Duomo...». La lettera trovata fra le carte di Vito Ciancimino potrebbe dunque essere collegata a questa intercettazione in cui Berlusconi denuncia di aver ricevuto pesanti minacce, che riguardavano i suoi figli. In quel periodo, erano gli anni Ottanta, come dieci anni prima, Cosa nostra aveva aumentato la posta, e lo aveva fatto nell’unico modo in cui era in grado di fare, con la violenza.

    Minacce della mafia a Berlusconi: giallo su una lettera dell'89 - LASTAMPA.it

    ....molto strano....

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  3. #2
    Sempre più FdT
    Uomo 55 anni da Firenze
    Iscrizione: 20/6/2008
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    Piaciuto: 5 volte

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    la cosa è possibilePRIMA che berlusconi scendesse in campo, si vedevano un sacco di cose interessanti nellle sue reti; sulla mafia, su ustica, sui servizi segreti deviati, ecc ecc. a dere il vero, qualcosa sopravvive ancorama è molto piu conformista di allora

  4. #3
    Mai più senza FdT RudeMood
    Donna 42 anni
    Iscrizione: 3/2/2009
    Messaggi: 10,246
    Piaciuto: 1043 volte

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    Non è strano per niente.
    E' risaputo che Berlusconi sia amico di certi mafiosi.
    Si sa anche perchè ha fondato Forza Italia. E con chi.
    Non so perchè.... ma sta notizia non mi sorprende per niente

  5. #4
    Bushi yasha
    Uomo 42 anni da L'Aquila
    Iscrizione: 7/9/2006
    Messaggi: 7,068
    Piaciuto: 165 volte

    Predefinito

    P2 alè!p2 alè!

  6. #5
    FdT-dipendente Sirena Partenope
    Donna 34 anni da Como
    Iscrizione: 6/8/2007
    Messaggi: 1,252
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    Quote Originariamente inviata da yasha Visualizza il messaggio
    P2 alè!p2 alè!
    Mi hai letteralmente tolto le parole di bocca

  7. #6
    FdT quasi assuefatto
    Uomo da Palermo
    Iscrizione: 24/8/2007
    Messaggi: 472
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    Quote Originariamente inviata da yasha Visualizza il messaggio
    P2 alè!p2 alè!
    la cosa brutta è che molti non sanno nemmeno cosa sia la p2

  8. #7
    Mai più senza FdT RudeMood
    Donna 42 anni
    Iscrizione: 3/2/2009
    Messaggi: 10,246
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    Quote Originariamente inviata da Ciccio0589 Visualizza il messaggio
    la cosa brutta è che molti non sanno nemmeno cosa sia la p2
    La cosa brutta è che molti non sanno un *****.

  9. #8
    SS-Hauptsturmführer Wittmann
    Uomo 41 anni da Reggio Emilia
    Iscrizione: 21/12/2007
    Messaggi: 5,371
    Piaciuto: 799 volte

    Predefinito

    Ma non ho ben capito il collegamento tra questa notizia specifica e alcuni commenti...
    Cioè se la mafia minaccia di ammazzare mio figlio e farmi trovare il piazza la sua testa per ottenere qualcosa, e sono così spaventato che lo devo fare scappare all'estero, la deduzione logica è che sono amico della mafia?

  10. #9
    Assuefatto da FdT
    Uomo 35 anni
    Iscrizione: 20/11/2004
    Messaggi: 945
    Piaciuto: 0 volte

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    Dunque la mafia si aspettava favori da Silvio Berlusconi e minacciava, in caso contrario, di fare del male a suo figlio Piersilvio. Lo dimostra un foglio manoscritto, forse da Riina in persona, che l’aveva girato a Provenzano perché lo facesse pervenire al Cavaliere o a Dell’Utri tramite Vito Ciancimino. La richiesta era semplice: una delle tante tv berlusconiane a disposizione di Cosa Nostra, altrimenti “dovrà essere compiuto un luttuoso evento”. Nel paese degli smemorati, giornali e telegiornali annunciano la cosa come se fosse strana e inedita. In realtà sono quasi quarant’anni, da quando nel 1974 Marcello Dell’Utri infiltrò un mafioso travestito da stalliere nella villa di Arcore, che va avanti lo stop and go.

    Favori e contraccambi, minacce e ricatti. Per chi ha scoperto solo ora che il premier è ricattabile (da qualche decina di escort, ragazze immagine, letterine, letteronze e papponi), sarà una sorpresa. Per chi conosce le carte, è una conferma. L’ennesima. Basta leggere la telefonata intercettata a Milano alle ore 9:27 del 17 febbraio 1988 fra Berlusconi e il suo socio immobiliarista, Renato Della Valle, all’epoca indagato per bancarotta, e pubblicata in vari nostri libri (dunque mai raccontata in tv).
    BERLUSCONI - Renato...
    DELLA VALLE - Ciao, Silvio.
    BERLUSCONI - Come stai?
    DELLA VALLE - Bene. È appena partito Franco Carraro.
    BERLUSCONI - Ah, sì? Dov’è andato?
    DELLA VALLE - Andava giù a Roma.
    BERLUSCONI - Era lì da te?
    DELLA VALLE - Sì.
    BERLUSCONI - Allora...
    DELLA VALLE - È stato ieri sera al processo.
    BERLUSCONI - Diavolo di un uomo, sempre in mezzo ai ministri.
    DELLA VALLE - Eh, be’. Ieri ho parlato, poveretto, con Nicolazzi [Franco Nicolazzi, Psdi, ministro dei Lavori pubblici, in quei giorni sotto inichiesta per le tangenti sulle «carceri d’oro», nda].
    BERLUSCONI - Mmh.
    DELLA VALLE - M’ha telefonato.
    BERLUSCONI - Oggi questi stronzi del mio «Giornale» gli han messo un titolo in prima pagina del *****.
    DELLA VALLE - Eh, ho visto.
    BERLUSCONI - Ma son proprio dei figli di *****, guarda.
    DELLA VALLE - Mmh.
    BERLUSCONI - E non so più cosa fare io. Mamma mia, non so più cosa fare.
    DELLA VALLE - M’ha telefonato: era giù da matti per ’sta storia qui. Lo sai la cosa triste? Che lui proprio non c’entra niente, eh.
    BERLUSCONI - Ma lo so.
    DELLA VALLE - Quello non c’ha una lira, eh. Mah!
    BERLUSCONI - Guarda...
    DELLA VALLE - Come andiamo, Silvio?
    BERLUSCONI - Eh?
    DELLA VALLE - Come andiamo?
    BERLUSCONI - Ma, guarda, vado male da un punto di vista fisico, perché mi è venuto... c’ho un’artrosi, più un... un po’ di altri dolori. Mi sono bloccato sulla sinistra, dietro, tutto.
    DELLA VALLE - Ma va!
    BERLUSCONI - E allora sono messo male fisicamente. E poi c’ho tanti casini in giro, a destra, a sinistra. Ce n’ho uno abbastanza grosso, per cui devo mandar via i miei figli, che stan partendo adesso per l’estero, perché mi han fatto estorsioni... in maniera brutta.
    DELLA VALLE - Oh, Madonna!
    BERLUSCONI - Una cosa che mi è capitata altre volte, dieci anni fa, e... Sono ritornati fuori.
    DELLA VALLE - Senti, Silvio...
    BERLUSCONI - Mmh.
    DELLA VALLE - Eh, va be’, no... hai St. Moritz, se no ti dicevo: se vuoi mandarli anche qui a casa mia, non ci son problemi, eh.
    BERLUSCONI - Grazie, ma li mando molto più lontano.
    DELLA VALLE - Ah.
    BERLUSCONI - Sai, siccome mi hanno detto che, se, entro una certa data, non faccio una roba, mi consegnano la testa di mio figlio a me ed espongono il corpo in piazza del Duomo...
    DELLA VALLE - Oh, Madonna!
    BERLUSCONI - E allora son cose poco carine da sentirsi dire e allora, ho deciso, li mando in America e buona notte.
    DELLA VALLE - Senti, ma vai anche tu... fuori.
    BERLUSCONI - Eh, io c’ho un po’ di cosette qua da fare.
    DELLA VALLE - Eh, ma chi se ne frega, Silvio. Però insomma, se... se t’han dato una data, fino a quella data lì, vai anche tu.
    BERLUSCONI - Ma, vedi, no, io sono qui difeso... per casa...
    DELLA VALLE - Se vuoi venire qui a casa mia...
    BERLUSCONI - Ascolta...
    DELLA VALLE - Devono passare sul mio cadavere, eh.
    BERLUSCONI - Così ci mettono la bomba in du... ci fan saltare in due. (ride)
    DELLA VALLE - No!
    BERLUSCONI - ...(incompr. per sovrapposizione delle voci) uno (ride)
    DELLA VALLE - Ma cosa vuoi che faccian saltare. La bomba...
    BERLUSCONI - Senti un po’... tutto bene lì, i ragazzi, tutto bene?
    DELLA VALLE - Sì, sì, tutto bene.
    BERLUSCONI - Tua moglie?
    DELLA VALLE - Mi rattrista ’sta cosa, *****.
    BERLUSCONI - Eh, va be’, cosa ci vuoi fare? Senti, tua moglie sta bene?
    DELLA VALLE - Bene, bene.
    BERLUSCONI - Senti... io... niente, ero in debito anche di una risposta su Tanzi.
    DELLA VALLE - Eh.
    BERLUSCONI - Francamente non mi è venuto in mente un Cristo (ride) (...)
    DELLA VALLE - Senti... quando è quella scadenza?
    BERLUSCONI - Di Rizzoli?
    DELLA VALLE - No, no, no, la scadenza di quei de... delinquenti lì che t’han detto...
    BERLUSCONI - Fra sei giorni.
    DELLA VALLE - Perché non prendiamo l’aereo domani, molliamo tutto e andiamo a fare un giro?
    BERLUSCONI - No, io son qui con...
    DELLA VALLE - Anch’io. Sapessi i casini che c’ho in ballo io, non ne hai idea.
    BERLUSCONI - Eh.
    DELLA VALLE - Però, vaffanculo, andiamo... andiamo in giro per il mondo. Eh, se quelli hanno un Grumond (fonetico, parola non certa) che va forte come noi, ci beccano. Ma proprio da stare un giorno in un posto, un giorno in un altro.
    BERLUSCONI - Sì, va be’, ma, avendo allontanato l’oggetto, capisci?
    DELLA VALLE - Sì, va be’, ma, Silvio, se sono sei giorni...
    BERLUSCONI - No, son preoccupato piuttosto per il Paolo, così, insomma.
    DELLA VALLE - Be’, Paolo, scusa, portiam via anche lui.
    BERLUSCONI - Eh, sì. Va be’.
    DELLA VALLE - Ragazzi, il mondo si ferma, eh.
    BERLUSCONI - Va be’, lo so, lo so.
    DELLA VALLE - Eh.
    BERLUSCONI - Va be’.
    DELLA VALLE - Facciamolo... Silvio, facciamolo davvero.
    BERLUSCONI - Ma no, dài. Io c’ho tante cose da fare qui. Io poi non ci credo a quelle robe lì, lo sai.
    DELLA VALLE - Hai paura di diventare povero?
    BERLUSCONI - No.
    DELLA VALLE - Sei giorni?
    BERLUSCONI - No.
    DELLA VALLE - Dài. Andiamo a fare sei giorni i pirla per il mondo.
    BERLUSCONI - No, no, ma io ti dico sinceramente che, se fossi sicuro di togliermi questa roba dalle palle, pagherei tranquillo, così almeno non rompono più i coglioni.
    DELLA VALLE - Eh, lo so, ma solo che questi qui... poi te lo... ci provano ancora, eh. Be’, ma, Silvio, avrai tutta la collaborazione che serve, no?
    BERLUSCONI - Sì, sì, tutti quanti. Sono molto... sono molto bravi.
    DELLA VALLE - Eh.
    BERLUSCONI - Va be’. Senti, Renato...
    DELLA VALLE - Mi dispiace molto, Silvio.
    BERLUSCONI - Ci sentiamo (...)

    Dal che si apprende, fra l’altro, che Berlusconi non trova niente di strano nel “pagare tranquillo” il pizzo ai mafiosi, “così almeno non rompono i coglioni”. E’ lo stesso soggetto che oggi fa il presidente del Consiglio e dovrebbe, eventualmente, combattere i mafiosi che vent’anni fa intendeva pagare, e dovrebbe pure incoraggiare i cittadini a denunciare le richieste estorsive, anziché cedervi. Mission impossible.

    Ora però sappiamo anche che cosa voleva la mafia da lui: una televisione. Naturalmente nessuno, raccontando questa storia, si pone e gira a chi di dovere le due domande fondamentali.
    1) Come poteva Riina pensare che Provenzano e Vito Ciancimino (i suddetti sono tre boss mafiosi) fossero in grado di raggiungere Silvio Berlusconi?
    2) Come mai quel documento, sequestrato nel 2004 in casa Ciancimino dalla Procura di Palermo allora diretta da Piero Grasso, non era agli atti del processo d’appello in corso a carico del figlio dell’ex sindaco di Palermo, e salta fuori soltanto ora? E come mai la Procura di Grasso, quando interrogò Ciancimino junior per giorni e giorni, non gli pose neppure una domanda su quella lettera autografa di Riina diretta a Berlusconi? L’onorevole avvocato Niccolò Ghedini, interpellato dalla Stampa, cade dalle nuvole: “E’ in assoluto la prima volta che sento parlare di questa storia.

    “E penso che non ne sappia nulla nemmeno il Presidente, altrimenti lo saprei anch’io”. Strano, perché il presidente, al telefono con Della Valle, si mostrava informatissimo della cosa, ed è una di quelle cose che difficilmente si dimenticano. Ma forse l’On.Avv. s’è portato avanti col lavoro, e, in attesa di abolire le intercettazioni, ha deciso di dimenticarle. E’ il Lodo Amnesia.
    Marco Travaglio

    Ma senza leggere l'intera intercettazione non c'è gusto.

  11. #10
    Moderatrice Holly
    Donna 34 anni
    Iscrizione: 1/4/2006
    Messaggi: 35,150
    Piaciuto: 10122 volte

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    Quote Originariamente inviata da yasha Visualizza il messaggio
    P2 alè!p2 alè!
    esatto...
    Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.

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