Colpo di Stato in Honduras. Un gruppo di militari ha arrestato a Tegucigalpa, il presidente del paese centroamericano, Manuel Zelaya. Ora il presidente si trova in Costa Rica, dove è stato condotto con la forza dai militari. Zelaya ha subito puntato il dito contro il presidente americano Barack Obama: «Ci sei tu dietro a tutto questo?», ha chiesto Zelaya all'inquilino della Casa Bianca dai microfoni di Telesur. La Casa Bianca ha però risposto respingendo con forza l'accusa: «Non c'è stato alcun coinvolgimento statunitense in quest'azione contro il presidente Zelaya». Dura anzi la condanna del golpe da parte del segretario di Stato americano Hillary Clinton, che ha parlato di un atto che deve essere «condannato da tutti» e che «viola i principi democratici». Le parole del capo della diplomazia Usa seguono quelle di «profonda preoccupazione» espresse da Barack Obama, accusato invece anche dal presidente venezuelano Hugo Chavez di essere coinvolto nel colpo di Stato.
[fonte Corriere della Sera]
La sensazione è quella che il centro e parte del Sud America stiano diventando una polveriera. Vero è che lo sono sempre stati, però è preoccupante l'assenza di un processo democratico a lungo termine che garantisca una stabilità costituzionale. Poi, con lo spostamento a sinistra [molto a sinistra] dei governi, vedo la creazione di un blocco comune contro gli USA che nei fatti, in America, sono decisamente isolati.