I costi ambientali maggiori derivano dalla mancanza o dal cattivo funzionamento dei filtri. Quante ore della giornata si passano cercando di filtrare e-mail, scritte in una lingua pressoché incomprensibile, che invitano a visitare questo e quel sito, annunciano un fantomatico regalo o un inaspettato versamento sul vostro conto? Lo smaltimento della posta indesiderata comporta un’ingente perdita di tempo, ma può essere anche molto pericolosa. Certo, è per via del phishing e del rischio di sottrazioni di dati personali. Ma non solo.
LO STUDIO - Un report di McAfee - realizzato dai ricercatori sui cambiamenti climatici di IFC International e da un gruppo di esperti di spam - dimostra come questi messaggi non siano semplicemente una seccatura, ma stiano danneggiando seriamente l’ambiente attraverso una macroscopica emissione di gas serra. Il Carbon Footprint dello Spam - questo il nome dello studio - analizza l’energia spesa per creare, inviare, ricevere, visualizzare e filtrare la posta indesiderata, che a livello globale ammonta a 33 miliardi di kilowatt/ora, pari all’elettricità consumata da poco meno di 2,5 milioni di abitazioni e con lo stesso inquinamento prodotto da oltre 3 milioni di automobili. Ogni e-mail spazzatura, dunque, comporta nel suo complesso un’emissione di 0,3 grammi di CO2, stessa quantità prodotta da un metro di guida.
FILTRI MANUALI - Entrando più nel dettaglio, colpisce quanto gli sprechi derivanti dalla sola produzione di spamming siano davvero irrisori e superino a stento il 2 per cento del totale. Con una certa sorpresa, invece, il costo ambientale più elevato è rappresentato dal processo di visualizzazione e cancellazione dei messaggi non filtrati o scappati all’anti-spam, nonché dei cosiddetti falsi positivi, ovvero quelle e-mail legittime erroneamente intrappolate dai filtri. Questo processo provoca oltre il 50 per cento delle emissioni di gas serra da spam.
FILTRI AUTOMATICI - Per contro, non risulta eccessiva l’inquinamento causato dal filtering automatico, che riguarda il 16 per cento di tutto il processo. Di conseguenza, come sostenuto da Jeff Green, senior vice president dei McAfee Avert Labs: “contrastare lo spam alla fonte, così come investire in una tecnologia allo stato dell’arte per filtrare lo spam, consentirebbe di risparmiare tempo e denaro, ma soprattutto ripagherebbe i dividendi al pianeta riducendo sensibilmente le emissioni di CO2”. Tale risparmio è stato quantificato in 25 miliardi di kilowatt/ora, che corrisponderebbero alla rimozione dalla strada di poco meno di 2,5 milioni di vetture.