Una bomba nella notte squassa la terra. Un sussulto nelle tenebre squarcia il sonno delle genti, dilania gli intonaci, i mattoni, il cemento ed i muri, trascinando sotto di sé, nel terrore, seppellendo centinaia di vite innocenti. Trascorrono poche ore e cupi avvoltoi urlanti, avidi di fame e di fama si aggirano tra le rovine, ammantati da un'aura di buonismo, visitano, dispensano parole, gesti e denari non loro.
Tra questi, il senatùr porta il suo contributo di solidarietà alle persone che hanno perso tutto nella catastrofe. Porge la mano degli aiuti di stato, elogia il popolo abruzzese, il suo carattere e forza. Ipocrisia! Alla prima occasione la lega non ha nascosto la sua arroganza, la prepotenza che ha contraddistinto la sua politica che, nell'ultimo "ventennio" ha afflitto la società italiana, come una malattia incurabile che la divora da dentro. "Roma ladrona" la parola d'ordine del celodurista, ma alla prova dei fatti egli ha gettato la maschera, ha svelato la natura vampiresca, l'indifferenza al popolo padano ed italiano (i sentimenti per quanti popolano le terre al di sotto del Po erano già noti): sprezzanti della crsi economica che ci dissangua, noncuranti dello sforzo che dovremo sostenere collettivamente per ricostruire l'Abruzzo, i componenti dello stato maggiore leghista ha vomitato il suo rifiuto ad accorpare elezioni e referendum nell'election day, ha sputato sopra centinaia di milioni di euro da destinare agli aiuti ai terremotati, svelando la doppiezza della sua meschina politica e l'ipocrisia nella visita abruzzese, una gita venatoria, a caccia di consenso.
"Roma ladrona" dobbiamo udire da troppo tempo, siamo offesi, in quanto italiani, dalle volgarità di Borghezio presunto uomo di stato; ci avviliscono le ridicole cerimonie sul Monviso, retaggio di barbari costumi. Siamo stufi di vilipendi, di ri-mente-catti, di vignette blasfeme esibite sulle magliette di un ministro (un rappresentante degli italiani! uno "statista"!). Non se ne può più di populismo elettorale, di gretta ignoranza, di brame secessioniste, di federalismo, un controsenso in un paese come l'Italia in cui se si minge a Milano v'è il concreto rischio di allagare Scilla.
Basta con una politica basata sulle ronde, sulla camicie verdi (un tono assai simile a quello delle famigerate "brune"), sui personalismi, sulla cultura del nulla, sul vuoto pneumatico, sull'egoismo etnico, sul razzismo, sull'intolleranza. Basta con i bluff elettorali dei celoduristi, con la reintroduzione delle tasse locali. Basta con riflessioni idiote in cui, presunti comunisti, si sentono, per paradosso, rappresentati dalla Lega in una battaglia referendaria senza senso. Basta con gli assalti alla costituzione dei nostri padri! Basta con immagini ributtanti, imperniate su un dito rivolto a tutti gli italiani!.
Dottor Ghearts