Fortunatamente non ho visto la trasmissione perchè, da quel che ho letto, avrei spaccato la tv con una testata (il che sarebbe stato male visto che è praticamente nuova).
In sostanza hanno costruito buona parte della trasmissione su alcune piccole disfunzioni delle prime ore dopo il terremoto (un ritardo nella distrubuzione, alcune tende che ancora non erano pronte, gente in fila che borbottava), riportando solo alcune parti di interviste fatte ad alcuni che si lamentavano, per fondare un attacco brutale contro bertolaso e tutta la protezione civile!
Organizzazione che, a detta di tutti, è tra le più efficienti del mondo e che in questo caso ha indiscutibilmente svolto un lavoro eccezionale (montato diversi campi e preparare alloggi per decine di migliaia di persone in neanche 24 ore e rifornito tutti di cibo, acqua e tutto il necessario, scavare tra le macerie di diversi paesi e città visitando migliaia di costruzioni,ecc.) e che santoro ha ben cercato di sput*anare sfruttando inconvenienti di quel tipo!
Qua non è che è stato tanto politicamente scomodo, è stato moralmente osceno e giornalisticamente uno ZERO.
E' un po' lunga ma dice parecchie cose sacrosante:
"Caro Santoro,
anzi caro onorevole, visto che m’ha chiesto di chiamarla così, so bene che quando si è invitati nei salotti altrui non è buona educazione raccontare al mondo quel che ci si è detti. Ma siccome quel salotto era in diretta su Raidue in prima serata, davanti a svariati milioni di telespettatori, mi permetto di infrangere le regole. Non me ne vorrà. In fondo lei di regole infrante è un maestro. E, in effetti, dopo aver fatto a pezzi quelle della par condicio e del buon senso, l’altra sera ha definitivamente massacrato anche quelle del buon gusto e della civiltà.
Il suo ultimo Annozero, mi permetta, è stato uno spettacolo squallido, un atto di sciacallaggio ributtante, che non mette più la polemica sull’asse di ciò che è di sinistra o non di sinistra, ma di ciò che è civile e ciò che non lo è più. E mi chiedo se sia possibile che lei e i suoi sottopanza siate così accecati dall’odio e dalla faziosità da perdere non dico l’equilibrio politico, che quello l’avete già perso da tempo, ma anche il senso di umanità. E che non vi rendiate conto che tutto questo vi porta lontani dal Paese reale, dal sentimento diffuso di commozione e solidarietà, dall’Italia che si unisce di fronte alla sofferenza, per una volta provando a ragionare non per schemi di partito, ma secondo bisogni, urgenze e necessità. Provi a togliersi per una volta la giacchetta da europarlamentare, caro onorevole Santoro, provi a togliersi per una volta i paraocchi del katanga in servizio permanente effettivo. Vedrà che in Abruzzo c’è un’umanità dolente e dignitosa, lacerata e orgogliosa, che non chiede bandiere di partito né polemichette pretestuose. Chiede risposte concrete. Responsabilità. E serietà. Per una volta, proviamoci, anche noi, che abbiamo per le mani il bene prezioso dell’informazione. Proviamoci a togliere la maglietta di parte e a guardare la tragedia senza pensare a quel che ne potremmo guadagnare in termini di marchette politiche.
Proviamo a essere seri. E lei che è un gran professionista lo sa: attaccare la Protezione civile per il ritardo nella consegna di una bottiglietta d’acqua (una! Su 27mila sfollati!), mentre ci sono le bare dei morti ancora aperte e i soccorritori che rischiano la vita fra le macerie, non è serio. Anzi, sarebbe perfino ridicolo, se non fosse tragico.
Tragico per le vittime, innanzitutto. Ma tragico anche per lei, per la sua squadra avvilita nei bassifondi della polemica, per la sua professionalità ridotta a zerbino in nome dell’ideologia, per la sua umanità schiacciata sotto il peso dell’odio politico. In Abruzzo i soccorsi hanno funzionato. Lo sanno tutti, lo dicono tutti. I volontari sono stati eroici, hanno salvato decine di vite umane. Le tendopoli sono state operative in tempi record. Non c’è stato caos, non c’è stata disorganizzazione. Tutti gli osservatori, italiani e stranieri, di destra e di sinistra, hanno potuto notare che per la prima volta sul luogo della tragedia si è sentita forte e tempestiva la presenza dello Stato. Chissà perché gli unici che non se ne sono accorti sono stati i suoi inviati, poveri kamikaze spediti sul posto a cercare disperatamente di trasformare una efficiente opera di soccorso nella Caporetto di Bertolaso.
Peraltro, la tesi si poteva argomentare in modo assai migliore, di voci contro, in quella situazione, se ne potevano raccogliere un’infinità. E loro, invece, gli sciagurati di Caporetto, che cosa le hanno portato in pasto? Una bottiglietta d’acqua consegnata in ritardo, lo sfogo di un medico chiaramente sfinito e poco altro. A guardare bene, tutte interviste forzate, con domande tranello, risposte indotte e montaggi con tagli spericolati. Poca roba, lo sa anche lei, chissà come li avrà sgridati nella solita riunione che fate il giorno dopo per esaminare, minuto per minuto, gli errori commessi in trasmissione. E che dirà allora di quei collegamenti con Ruotolo? Erano così noiosi... Ci voleva tanto a trovare qualcuno che dicesse «Bertolaso è un incapace» con efficace sintesi televisiva? Evidentemente nemmeno Ruotolo è più quello di una volta...
Su, onorevole Santoro, sia sincero: in fondo portare in tv qualcuno che si lamenta contro la Protezione civile in mezzo a 27mila sfollati non è mica una missione complicata. Se vuole gliene troviamo altrettanti in cinque minuti anche qui nel centro di Milano, dove pure la gente non ha patito sulla sua pelle il terremoto. La scarsità delle testimonianze da voi raccolte è una conferma (se ce ne fosse bisogno) che la Protezione civile ha funzionato bene.
Ma mi resta un dubbio: possibile che non abbiate incontrato nemmeno uno che ringraziava i soccorritori? Possibile che non vi sia venuto in mente di intervistare così, en passant, anche uno della Protezione civile? Non li avete trovati? Ruotolo è così bollito?
Lei dice bene che non si può sventolare l’eroismo dei volontari come pretesto per non parlare dei problemi. Siamo d’accordo. Ma non si possono nemmeno sventolare i morti come pretesto per dire fregnacce. Voi, invece, l’avete fatto. Scientificamente. Per tutta la trasmissione. A cominciare da Ruotolo che esordisce lasciando microfono libero a un uomo esasperato che insulta le divise. E poi la bottiglietta d’acqua e altri lamenti. E poi la piccola teoria degli schizzi di fango. E poi la presidente della Provincia che se la prende con le istituzioni (e lei che cos’è signora, mi scusi?). E poi il suo sarcasmo, dottor Santoro, fra Kgb, caschi e altre cose che voleva mettersi in testa (a mettersi un po’ di buon senso, ci ha mai pensato?). E, infine, soprattutto la ciliegina sulla monnezza, cioè le vignette di Vauro, dove si ironizzava sulla cubatura dei cimiteri, l’ampliamento edilizio delle bare e, ancora, la ridicolaggine dei soccorritori.
Per tutta la settimana, nei colloqui con i suoi collaboratori, mi è stato detto che trovava sciocco insistere sulla prevedibilità dei terremoti, sulla cassandra Giuliani, sulla questione dell’emergenza, perché il vero problema è quello edilizio. Sacrosanto. Il vero problema è che in Italia ci sono 7 milioni di case a rischio, di cui 80mila sono edifici pubblici. Il vero problema è quell’ospedale dell’Aquila inaugurato nel 2000, dopo vent’anni di lavori, e che ora è inagibile. Il vero problema è il decreto del 2004 che prevedeva costruzioni antisismiche e che è sempre stato rinviato. Il vero problema è che occorre una grande opera di rottamazione edilizia e di ricostruzione. Questo è il punto. Voi lo sapevate benissimo. Dietro le quinte se ne conveniva.
E allora perché, invece, avete messo in scena solo un vergognoso processo alla Protezione civile? Forse perché il problema delle case costruite male non può essere addossato in nessun modo a Berlusconi? Forse perché vi siete accorti che, anzi, il piano casa appena varato andava proprio nella direzione dell’auspicato rinnovamento edilizio? Forse perché il ritardo delle norme antisismiche non è colpa di un sottosegretario del vituperato centrodestra, ma di una cultura del Paese che riguarda tutti?
Dev’essere così, è chiaro. Ma il risultato è vergognoso. Noi speravamo di parlare dei problemi seri. Su questo giornale l’abbiamo fatto, fin dal primo giorno, senza nascondere nulla, con dati e cifre, denunce e accuse fondate su abusi e inadempienze nelle costruzioni. Voi invece avete preferito affidarvi alle beghe da cortile, avete ritirato fuori la madonna del radon, l’autodidatta Giuliani, avete mestato nel torbido raccolto sul fondo della disperazione con un unico scopo: mettere nel frullatore chi da cinque giorni lavora, rischiando la vita e senza risparmiare energia, per ridare speranza all’Abruzzo. Mi chiedo perché, caro onorevole Santoro.
Mi chiedo a che serva. Visto che all’inizio della trasmissione faceva nobilmente appello al Paese che vogliamo lasciare ai nostri figli, ecco, le chiedo se davvero lei vuole lasciare ai suoi figli un Paese così, in cui nemmeno di fronte a 290 morti si trova la forza di mettere da parte i biechi interessi della politica di giornata. Se davvero vuole lasciare ai suoi figli un Paese in cui si irridono i volontari, magari solo perché vestono una divisa (si capisce la divisa non fa chic come l’orecchino e il jeans strappato...). Se davvero vuole lasciare ai suoi figli un Paese in cui di fronte all’emergenza ci si continui a sentire uomini di parte prima che uomini. Avevamo avuto una speranza nei giorni scorsi. Avevamo visto un clima diverso. Avevamo trovato commenti per una volta sensati a destra e a sinistra, avevamo trovato persone capaci di capire che il dolore e la sofferenza, pensi un po’ Santoro, contano persino più dell’essere berlusconiani o antiberlusconiani. Avevamo sperato che di qui potesse nascere un’Italia più civile. Avevamo sperato. Poi sono arrivati Vauro, le vignette e la sua bottiglietta d’acqua. Che meschinità.
Giorgio Merlo, Pd, membro della commissione di Vigilanza Rai, plaude invece all'inchiestta annunciata da Garimberti: «Annozero di Michele Santoro ha una deroga particolare dalla Rai, o un contratto particolare, rispetto ai criteri che ispirano il servizio pubblico nel nostro paese?» si chiede, definendo «incredibile» la trasmissione di Annozero sul terremoto in Abruzzo. Santoro «può dire e può fare ciò che vuole, contro chi vuole e a danno di chi vuole a prescindere?».
10 apr. - I pompieri della Cisl sono furiosi con Annozero per le "offensive, gratuite e strumentali dichiarazioni esternate dal conduttore della trasmissione, tendenti a screditare l'opera svolta dai lavoratori del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, nel corso delle operazioni conseguenti il nefasto sisma che ha interessato l'Abruzzo". Dunque, dichiara Pompeo Mannone, segretario nazionale Cisl Vigili del fuoco, "riteniamo doveroso stigmatizzare tale inaccettabile modo di fare informazione".
Mannone, in una nota, spiega che i pompieri, "consci del loro dovere, certi della passione, per quanto quotidianamente assicurano alla cittadinanza e soprattutto per l'alto grado di efficienza manifestata anche in quest'ultima emergenza, non hanno mai, tanto meno ora, chiesto particolari ringraziamenti".
Al tempo stesso, pero', "non ritengono di prestarsi al gioco di chi, con approssimazione ed ignoranza circa i compiti istituzionali propri dei Vigili del Fuoco e per fini diversi dalle reali necessita' di migliorare la qualita' del servizio da rendere alla collettivita', non trova di meglio che tentare di aggredire il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, i suoi operatori che, per buona pace del signor Santoro, godono della piu' grande considerazione della gente".
Garimberti: «Approfondimenti in corso sulla puntata di Annozero sul sisma» - Corriere della Sera