da "La Gazzetta dello Sport"
La madre ha detto." Come essere umano era suo diritto morire e nessuno, ma proprio nessuno dovrebbe giudicarlo". Daniel James è morto il 21 settembre scorso. Aveva 23 anni. Ha scelto di morire in una clinica svizzera dove è praticato il suicidio assistito. Diciotto mesi prima un incidente lo aveva paralizzato durante una partita di rugby. Dan era inglese, studiava ingegneria edile all'università e ascoltava Pete Doherty, gli Arctic Monkeys, i Blink 182. Amava il rugby ed era un buon giocatore, come hanno detto i compagni al funerale.
Era rimasto fermo sotto una mischia con una lesione alla colonna vertebrale durante un allenamento con la squadra del Nuneanton Rugby Club. Quattro giorni prima aveva giocato con una selezione universitaria inglese contro quella francese. La botta lo ha paralizzato dalle spalle in giù. "Non poteva camminare e non aveva l'uso delle mani - racconta la mdre Julie - ma solo un dolore incessante alle dita. Era incontinente, soffriva di spasmi incontrollabili e necessitava di cure 24 ore al giorno". Le operazioni per tentare di migliorare la sua vita erano state inutili e i suoi genitori raccontano che più volte aveva cercato di suicidarsi. Davanti a quella che egli stesso aveva definito "una esistenza di seconda classe" la scelta è stata recarsi in Svizzera, alla Dignitas di Zurigo, una organizazione che dal 1998 aiuta le persone malate terminali a morire.
Il suicidio assisitito è una pratica che la Svizzera riconosce. In Gran Bretagna invece si rischia sino a 14 anni di carcere. La contea di Worcester, nel centro dell'Inghilterra, ha aperto una inchiesta dopo la denuncia dell'assistente sociale di Sinton Green, cittadina dove vive la famiglia James. "Questa persona - ha dichiarato la madre - non ha mai incontrato Dan nè prima nè dopo il suo incidente e mi pare non abbia alcun rispetto per le nostre due figlie più piccole che hanno visto il loro fratello maggiore soffrire così tanto e che prima di partire per la Svizzera hanno dovuto salutarlo per l'ultima volta". Il suo fisioterapista, intervistato dall'Indipendent, si è detto scioccato: "Poteva avere una vita dignitosa, aveva avuto anche qualche piccolo miglioramento". "La sua morte - dicono i genitori, è una perdita estremamente triste per noi, per gli amici e per chi gli voleva bene. Ma è stata una liberazione dalla prigione in cui il suo corpo era rinchiuso."
in queste righe ho rivisto "milion dollar baby"...