Il governo ha pronto il piano per affrontare l'affollamento delle carceri, che mira a far uscire oltre 7mila detenuti tra italiani (4100) e stranieri (3300). Per il ministro della Giustizia Angelino Alfano "ci sono le condizioni giuridiche internazionali per far scontare la pena nei loro Paesi di origine", mentre il ricorso al braccialetto elettronico per i nostri connazionali "garantirà una maggiore sicurezza delle città del nostro Paese".
"Stiamo lavorando per far andare a scontare la pena nei loro Paesi ai detenuti stranieri che oggi si trovano nello nostre carceri, cioe' piu' di quattromila. Non si capisce se in presenza di trattati bilaterali esista un buon motivo per cui debbano scontare la pena nelle nostre carceri". Il ministro della giustizia Angelino Alfano - da Gerusalemme, dove e' in pellegrinaggio con il presidente del Senato Renato Schifani conferma l'esistenza di un piano 'svuota-carceri' che prevede, tra le altre cose, l'espulsione di oltre tremila detenuti stranieri.
"Li rimandiamo nei loro Paesi se ci saranno le condizioni giuridiche per farlo. Stiamo studiando i trattati internazionali per valutare la possibilita' di far scontare la pena nei loro Paesi". Alfano spiega inoltre di considerare le espulsioni "un risultato buono per la sicurezza del nostro Paese ma anche per le nostre carceri", confermando anche il ricorso allo strumento del braccialetto elettronico: "Garantira' una maggiore sicurezza delle nostre citta"'.
Repubblica riporta che il piano di Alfano e del direttore delle carceri Franco Ionta e' praticamente pronto. Sarebbero, appunto, previsti l'espulsione di 3.300 detenuti stranieri e il braccialetto elettronico per piu' di 4.000 italiani. In tutto, il piano mira a liberare oltre 7.000 posti.
Per quanto riguarda i detenuti stranieri, andra' applicato con rigore l'articolo 16 della legge Bossi-Fini (espulsione per chi deve scontare una pena residua non superiore a due anni), che secondo il Dap finora non ha portato gli effetti sperati per tre motivi: tribunali di sorveglianza restii, paesi stranieri non disponibili all'accoglimento, identificazione difficile.
L'altro punto fermo del progetto e' il braccialetto elettronico destinato a circa 4.100 detenuti di nazionalita' italiana. Ionta propone di modificare il codice di procedura penale (articolo 275) che ne prevede l'utilizzo solo con il "consenso" dell'interessato per trasformarlo invece in un obbligo legato agli arresti domiciliari.
I paletti di Maroni
Per il ministro dell'Interno Roberto Maroni il braccialetto elettronico per i detenuti, che hanno compiuto reati di minore gravità, potrà essere introdotto "solo se si troverà una tecnologia adeguata per garantire al cento per cento la sicurezza". Riferendosi al dispositivo, il titolare del Viminale dal workshop Ambrosetti di Cernobbio ha aggiunto che "solo se avrò la garanzia che le evasioni saranno zero lo attueremo, altrimenti no".
Critica l'opposizione
Per Di Pietro il piano del governo per sfoltire le carceri ''sara' una ennesima amnistia mascherata''. Per il Partito democratico il braccialetto elettronico per i detenuti agli arresti domiciliari, "in fase di sperimentazione ha dato pessimi risultati". Quanto all'espulsione dei detenuti immigrati, "se ne può discutere", anche se il governo in carica "non sta stipulando gli accordi bilaterali"