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La chiesa detta i programmi politici?

  1. #131
    Can che dorme Wolverine
    Uomo 39 anni
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    Bè, il Papa ha detto quello che ci si può aspettare da un qualunque Papa......il "problema" ora è vedere se e quanto i politici seguiranno ciò che dirà.



    Il che varrebbe per QUALUNQUE tipo di ente, laico o cattolico, italiano o straniero. Uno dice una cosa e detta linee guida....poi tu governante decidi se seguirle o no per cazzi tuoi.

  2. #132
    Overdose da FdT
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    L’Aquila: il programma elettorale del vescovo

    La Chiesa scende in campo anche a livello locale, per “avvertire” il popolo cristiano e ricorda a tutti alcuni valori fondamentali della vita, quando ognuno si troverà nell’urna a votare per eleggere il nuovo Parlamento. Una “campagna elettorale cristiana”, messa in campo direttamente dall’arcivescovo metropolita dell’Aquila, monsignor Giuseppe Molinari. Un carro sul quale molti politici penseranno di salire: ma il vescovo pone delle condizioni molto “restrittive”. […]
    I consigli del vescovo per il voto dei cristiani [ma sarebbe meglio definirlo ‘programma’, NDR]:
    1) la vita umana (non si possono scegliere partiti che favoriscono l’aborto, l’eutanasia, e tante altre manipolazioni della vita)
    2) le librtà democratiche
    3) i diritti e doveri dell’uomo
    4) il pluralismo sociale e istituzionale, nel quadro del bene comune
    5) il lavoro (per tutti)
    6) la giustizia sociale e la solidarietà (è immorale ogni liberismo selvaggio: ma anche uno stato che fa solo assistenzialismo)
    7) l’ordine mondiale fondato sul rispetto dei popoli, la pace e lo sviluppo
    la famiglia, fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna (quindi rifiuto di ogni unione omosessuale)
    Da “Il Centro” di ieri ( versione sintetica)

    Elezioni: "Profonda ignoranza", dice il vescovo
    Vecchioli: «Mi sarei aspettato consigli pastorali»
    Gli atei: "Monsignore e' entrato in politica"

    L'Aquila, 5 mar. - Estensore nei giorni scorsi di una sorta di guida per i fedeli in vista delle prossime elezioni, l'arcivescovo metropolita mons. Giuseppe Molinari, risponde oggi a quanti lo hanno accusato di intromissione politica. "Chi mi accusa denota una profonda ignoranza, nel senso di non conoscenza, del ruolo del vescovo come Pastore e guida del Popolo di Dio".
    "Oltre - aggiunge - alla pretesa di volermi insegnare quello che deve fare". Poi, monsignor Molinari aggiunge: "Il documento del vescovo (leggi) non ha nessun carattere di collocazione politica; di conseguenza il documento non fa propaganda per nessun partito. L'arcivescovo ha semplicemente precisato quali sono i programmi compatibili con la fede cristiana".

    Il Circolo di Pescara dell' UAAR, Unione degli atei e degli agnostici razionalisti, ritiene la sortita di Monsignor Giuseppe Molinari, una inammissibile ingerenza nella vita politica del sovrano stato italiano.
    "Ci si stupisce quando si legge di professionisti della politica, ad esempio il sindaco aquilano, che non vedono nell'intervento del prelato una ingerenza della chiesa; vorremmo chiedere a questi signori che cosa, loro, considerano "ingerenza ", scrive Roberto Anzellotti. "Soprattutto il punto 1 dei "consigli" di monsignore, a noi sembra una pesante entrata nell'agone politico, quando si suggerisce di votare alcuni partiti piuttosto che altri si sta "ingerendo" per definizione.
    "In Italia - aggiunge il coordinatore del circolo Uuaar di Pescara - esiste un concordato che regola le sfere d'influenza dello stato e della chiesa, specificando chiaramente che ognuno dei due soggetti è assolutamente libero nel proprio ambito, sottolineamo " nel proprio ambito "; intervenire, consigliando quali partiti votare e quali no, fa parte dell'ambito della chiesa di Roma, caro monsignore? A noi sembra di no, se invece Lei è convinto del contrario, ci indichi, per favore, quali sarebbero gli ambiti che il concordato separa; ovviamente la stessa domanda la rivolgiamo ai politici che si sono affrettati a dichiarare la "non ingerenza".
    L'UAAR, come associazione apartitica, filosofica e culturale difende e propugna una separazione reale ed effettiva tra stato e chiesa, e chiede ai politici locali e nazionali di far rispettare questo principio basilare della nostra carta costituzionale".

    ìConsigli di voto (discreti) dal Vescovo
    L'Arcivescovo Metropolita dell’Aquila, Giuseppe Molinari, ci invia alcuni suggerimenti sui valori ai quali il cristiano dovrebbe ispirarsi in occasione delle proprie scelte elettorali "non per i politici, che già sanno tutto (!) e non per i 'sapienti' che “credono” di sapere già tutto". Questi suggerimenti sono solo per quei poveri cristiani che nella babele della politica attuale cercano di orientarsi un po’, non dimenticando l’insegnamento del Vangelo e della Chiesa.



    In un documento dei Vescovi italiani (la Chiesa italiana e le prospettive del Paese) si leggeva già diversi anni fa: “Noi sappiamo bene che non necessariamente dall’unica fede i cristiani debbano derivare identici programmi e operare identiche scelte politiche: la loro presenza nelle istituzioni potrebbe legittimante esprimersi in forme pluralistiche”.
    Ma i Vescovi aggiungevano che non tutti i programmi e non tutte le scelte sono compatibili con la fede cristiana.
    E parlavano soprattutto di grandi valori ai quali un cristiano, quando fa le sue scelte politiche, non può mai rinunciare.
    Ed ecco alcuni di questi valori:
    1. la vita umana (quindi non si possono scegliere partiti che favoriscono l’aborto, l’eutanasia, e tante altre manipolazioni della vita);
    2. le libertà democratiche;
    3. i diritti e doveri dell’uomo;
    4. il pluralismo sociale e istituzionale, nel quadro del bene comune;
    5. il lavoro (per tutti);
    6. la giustizia sociale e la solidarietà (quindi è immorale ogni neoliberismo selvaggio; ma è immorale anche uno stato che fa solo assistenzialismo);
    7. l’ordine mondiale fondato sul rispetto dei popoli, la pace e lo sviluppo.
    Aggiungiamo il grande tema della famiglia, fondata sul matrimonio tra l’uomo e la donna (quindi rifiuto di ogni unione omosessuale).
    Questi suggerimenti non risolvono tutti i dubbi. Ogni cattolico può già valutare se nella formazione politica che sceglie questi valori sono rispettati e quindi decidere in conseguenza.
    Inoltre è importante conoscere i candidati ai quali si da il voto.
    E di questi nostri tempi non ci si può accontentare delle parole. C’è qualche candidato, per esempio, che parla molto della famiglia ma, personalmente ha una storia familiare poco raccomandabile.
    In questi casi vale sempre ciò che dicevano i Padri della Chiesa: “E’ meglio essere cristiani senza dirlo, che dire di essere cristiani e non esserlo”.
    Il Signore non ci chiama per conquistare politicamente il mondo. Ma vuole che siamo sale e lievito, per portare nelle istituzioni, nella politica, nel mondo della cultura e in tutti gli ambienti della vita il sapore della vita cristiana e la luce della bellezza che viene dal Vangelo. Essere, appunto, luce del mondo e sale della terra è l’irrinunciabile compito del cristiano. Anche oggi. Anche nella politica.
    E auguri a tutti di Buona Pasqua!





    Ma la cosa piu interessante di questo programma e che il vescovo ha detto che non possono esserci politici divorziati o abortistici che si facciano difensori dei valori cristiani se la loro vita non è in linea con quanto affermano o difendono.

  3. #133
    Sempre più FdT
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    Usher, mi sembra scontato quello che hai postato. Un vescovo per te forse dovrebbe dire ai suoi fedeli di non tener conto dei principi cattolici al momento del voto?
    Mah, forse preferisci le bombe come gli integralisti in Spagna per ricordare alla gente le proprie ragioni.

  4. #134
    Se muoio rinasco P S Y C H O
    da Estero
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    Quote Originariamente inviata da Godel Visualizza il messaggio
    Usher, mi sembra scontato quello che hai postato. Un vescovo per te forse dovrebbe dire ai suoi fedeli di non tener conto dei principi cattolici al momento del voto?
    Mah, forse preferisci le bombe come gli integralisti in Spagna per ricordare alla gente le proprie ragioni.

    Il paragone l'hai fatto tu, parla da solo...

  5. #135
    Overdose da FdT
    Uomo
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    Usher, mi sembra scontato quello che hai postato. Un vescovo per te forse dovrebbe dire ai suoi fedeli di non tener conto dei principi cattolici al momento del voto?
    Mah, forse preferisci le bombe come gli integralisti in Spagna per ricordare alla gente le proprie ragioni.
    io faccio delle riflessioni non tengo posizioni estremistiche, ma penso che la chiesa debba essere onesta in cio che fa non mascherare e creare polemiche per creare casi in periodo elettorali.

  6. #136
    Sempre più FdT
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    Quote Originariamente inviata da Usher Visualizza il messaggio
    io faccio delle riflessioni non tengo posizioni estremistiche, ma penso che la chiesa debba essere onesta in cio che fa non mascherare e creare polemiche per creare casi in periodo elettorali.
    Io non penso che stia creando casi la chiesa, penso dica ciò che ha sempre detto, specialmente ora che i cittadini sono chiamati ad una scelta importante

    Quote Originariamente inviata da Abel Balbo Visualizza il messaggio
    Il paragone l'hai fatto tu, parla da solo...
    Gne -.-

  7. #137
    Can che dorme Wolverine
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    Ma la cosa piu interessante di questo programma e che il vescovo ha detto che non possono esserci politici divorziati o abortistici che si facciano difensori dei valori cristiani se la loro vita non è in linea con quanto affermano o difendono.
    Da laico neutrale, dico due cose:

    1) Non vedo come possa fare un divorziato o un abortista ad ergersi a difensore supremo della famiglia.

    2) Non vedo come possano persone che non si sono mai sposate e forse mai potranno farlo, ergersi a difensori supremi della famiglia.....

    Nonostante il punto 2 (chiaro riferimento agli ecclesiastici, nel caso non si fosse capito), è pienamente condivisibile il dire e pensare che un abortista o un divorziato NON POSSANO portare ergersi a difensori supremi del concetto naturale di famiglia, quindi in nome della coerenza di idee ritengo giustissimo che gli uomini di Chiesa dicano ciò.

  8. #138
    Overdose da FdT
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    Quote Originariamente inviata da darkness creature Visualizza il messaggio
    Da laico neutrale, dico due cose:

    1) Non vedo come possa fare un divorziato o un abortista ad ergersi a difensore supremo della famiglia.

    2) Non vedo come possano persone che non si sono mai sposate e forse mai potranno farlo, ergersi a difensori supremi della famiglia.....

    Nonostante il punto 2 (chiaro riferimento agli ecclesiastici, nel caso non si fosse capito), è pienamente condivisibile il dire e pensare che un abortista o un divorziato NON POSSANO portare ergersi a difensori supremi del concetto naturale di famiglia, quindi in nome della coerenza di idee ritengo giustissimo che gli uomini di Chiesa dicano ciò.

    Casini e berlusconi lo fanno i difensori della fede e dei valori critiani non e un contro senso con cio che il vescovo dell'aquila sostiene? e che dire
    di Ferrara che è stato abortista visto che lui da giovane pensava ipocritamente che l'aborto fosse un metodo contraccetivo sono alcuni esempi che stridono ma la chiesa non li condanna anzi a berlusconi riconoscono pure la comunione ...no non vedo cooerenza in cio da parte della chiesa, la chiesa in questo periodo dice tutto e il contrario di tutto.
    Domanda e finito il periodo elettorale, faccio un esempio Ferrara non viene eletto il suo impegno continuerà come adesso ?

  9. #139
    Overdose da FdT
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    Senza addentrarmi nella discussione, e fermo restando che la Chiesa può dire tutto quello che vuole, ciò che in questi giorni mi sta infastidendo è il clamoroso spazio che i media stanno dando alle sue dichiarazioni. Bertone dice una cagata in Afghanistan o chissà dove, e subito titoloni dappertutto. Tenderei quasi ad auspicare una par condicio anche in materia religiosa..

  10. #140
    Overdose da FdT
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    Sondaggio Demos: il 51% vuole che la Chiesa non influenzi le scelte legislative Ampie minoranze (45%) si dichiarano contro i diritti alle coppie di fatto e l'eutanasia.
    Tra i fedelissimi della messa Pdl avanti di 20 punti sul Pd Nella classifica dei problemi ritenuti prioritari la tutela della vita è solo al nono posto
    di FABIO BORDIGNON
    "UTILI, ma poi ciascuno si deve regolare secondo coscienza": è questo il criterio prevalente, fra gli italiani, nel valutare le indicazioni della Chiesa sulle questioni che riguardano la vita, la morale, la sessualità. Il cattolicesimo rimane un riferimento forte per otto persone su dieci, ma in pochi considerano le prescrizioni della Chiesa vincolanti per i propri comportamenti. Viene accettato il suo intervento sulla vita pubblica, ma respinto il tentativo di orientare il processo legislativo. Dal punto di vista politico, si osserva invece un sensibile sbilanciamento "a destra" dei cattolici praticanti. E' quanto emerge da un'ampia indagine, realizzata da Demos per la Repubblica, che ha come focus le relazioni tra società, religione e politica.
    L'appartenenza alla religione cattolica si conferma un tratto caratterizzante della società italiana. Otto persone su dieci si definiscono cattoliche: un legame fondato sulla tradizione e sulla famiglia (50%), ancor prima che sulla fede (32%). L'ultimo decennio ha segnato, in generale, una contrazione della fiducia nella Chiesa, che comunque figura fra i soggetti sociali provvisti di maggiore credito (55%).
    L'indagine conferma, allo stesso tempo, la diffusione del "relativismo" in ambito etico e morale.
    L'insegnamento delle gerarchie ecclesiali viene ascoltato, ma subordinato ai convincimenti individuali. Nelle scelte che riguardano la dimensione morale (famiglia, vita, sessualità), le persone affermano di muoversi innanzitutto secondo coscienza. Basta osservare, del resto, le opinioni su alcune delle tematiche che, nell'ultima fase, hanno visto concentrarsi maggiormente lo sforzo della Chiesa. La coerenza con le posizioni assunte dal Vaticano è piuttosto bassa e le spaccature si insinuano anche nelle componenti sociali in cui l'appartenenza religiosa è più solida. La contrarietà all'eutanasia, ad esempio, accomuna il 45% delle persone interpellate e il 63% dei praticanti assidui, ma è sotto la media tra chi dichiara una frequenza saltuaria ai riti religiosi (40%). Orientamenti di questo tipo emergono anche prendendo in considerazione l'opposizione al riconoscimento dei diritti alle coppie di fatto. Sul tema dell'aborto, la spinta verso la revisione in senso restrittivo della legge 194 - al 30%, nella popolazione generale - si attesta al 41% fra i praticanti assidui.
    Va precisato che l'interventismo della Chiesa genera malumori in una componente rilevante, ma comunque minoritaria, della società. Il tentativo di indirizzo esercitato dalle gerarchie viene ritenuto troppo pressante soprattutto quando investe la vita sessuale delle persone, mentre è maggiormente tollerato quando affronta i temi della vita e della morte. La Chiesa - sembrano suggerire i risultati - ha il diritto di esprimersi su questi temi, a patto che non cerchi di influenzare le scelte della politica: è di questo avviso il 51% dei rispondenti. Poco più bassa è la quota di intervistati che vede i politici italiani troppo inclini a farsi influenzare dalle pressioni della Chiesa (49%).
    Il sondaggio ha rilevato, inoltre, la rispondenza (percepita) fra i valori del cattolicesimo e l'azione dei principali partiti italiani. Il valore massimo di coerenza viene individuato per l'Udc, considerato dal 47% molto o abbastanza vicino ai valori cattolici. Seguono il Pdl, con il 40%, e il Pd con il 37%. La distanza maggiore si osserva, invece, nel caso della Sinistra Arcobaleno (12%) e dei Radicali (9%). Questo slittamento verso centro-destra è confermato peraltro, anche dalle indicazioni di voto. La distanza fra la coalizione che sostiene Berlusconi e quella guidata da Veltroni sale a nove punti fra i praticanti saltuari e sfiora i venti fra gli assidui. Esplicita è anche la relazione con il voto all'Udc, al 9% fra i praticanti assidui.

    repubblica del 17/03/08

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