Originariamente inviata da
s@ve
Visto che tu non ne hai voglia ci provo io....:
Tralascio i trascorsi del Berlusconi "palazzinaro", quelli che gli hanno permesso di racimolare i capitali di base per il suo successivo impero economico, la sua televisione, agli albori, si giovo' di un "artificio" che non era consentito dalla legge che si potesse trasmettere su scala nazionale. Egli quindi realizzo' tante piccole televisioni locali le quali trasmettevano simultaneamente lo stesso programma e quindi, in pratica, erano una trasmissione su scala nazionale, ma solo in pratica.
Ci furono quindi alcune sentenze di alcuni pretori sparsi per l'itala, quelli di Torino e L'Aquila in particolare, che bloccarono le trasmissioni in "interconnessione". E' qui che entra in gioco l'on. Bettino Craxi, allora presidente del consiglio colluso con Berlusconi in tanti affari loschi, che, al momento di tale blocco si trovava a Londra: egli ordinò all'allora ministro delle telecomunicazioni di fare un decreto urgente salva-Berlusconi. Il ministro delle telecomunicazione, Antonio Gava, non era pero' d'accordo. Allora Craxi anticipò il ritorno in Italia da Londra apposta per provvedere personalmente a emanare un decreto eccezionale e temporaneo convocando d'urgenza il consiglio dei ministri; questo in attesa di emanare una imminente "legge sulle TV" che, udite udite, arrivera' sei anni dopo!! Comunque grazie a questo decreto Berlusconi ottenne un monopolio sulle televisioni. I fatti citati sono relativi agli anni '80. Nel 1990 viene emanata la famosa legge Mammi', che dovrebbe mettere ordine nel sistema televisivo. Essa impone alla Fininvest due vincoli: cedere la testata "Il Giornale" e cedere le quote oltre il 10% di Tele+1 e Tele+2: Berlusca se la cava cedendo il Giornale al fratello Paolo e le televisioni a vari prestanomi.
Tra il 1990 e il 1991 la Fininvest versa, tramite la All Iberian, su due conti svizzeri di Craxi, circa 23 miliardi di lire.
La procura di Roma sospetta anche che al ministero del PPTT qualcuno abbia preso tangenti per emanare la legge Mammi' e il piano delle frequenze televisive. In particolare si sospetta di Davide Giacalone, segretario di Oscar Mammì, in pratica colui che ha steso materialmente il testo della legge sull'emittenza e che è stato ingaggiato, successivamente, alla Fininvest con una consulenza da 600 milioni di lire.
Ciaociao!!