Dopo cinque anni di lunghi assalti giudiziari, è caduto nel vuoto l'assalto dei pm di Milano. L'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, imputato nel capoluogo lombardo per corruzione in atti giudiziari, è stato prosciolto per prescrizione dai giudici della decima sezione penale del tribunale (gallery - video).
Il processo sul caso Mills termina con una sentenza che rende giustizia nonostante il reiterato tentativo da parte dei giudici di cambiare le carte in tavola cambiando la datazione dei fatti.
Nessuna condanna, insomma. Il tribunale meneghino non ha emesso una sentenza perché non sono stati rispettati i tempi. "Una prescrizione a Milano per il presidente Berlusconi è un successo - ha commentato l'avvocato Piero Longo, legale del Cavaliere - perché gli avversari politici diranno che è uno scandalo".
Una condanna che sembrava già scritta non è stata emessa. Il tribunale presieduto da Francesca Vitale ha dato torto alle accuse e alle richieste del pubblico ministero. Che il collegio avesse già deciso si era intuito in mattinata quando alle 11,30 la Vitale aveva interrotto le arringhe proponendo una paura di soloun quarto d'ora "perché il bar del Palazzo a mezzogiorno chiude". Intuizione confermata poco dopo quando il presidente ha indicato due ore e mezza per la durata della camera di consiglio.
Adesso gli anti berlusconiani di professione e la sinistra giustizialista rimangono a bocca asciutta. Reso vano l’accanimento giudiziario resta però il fatto che nessuno risarcirà mai Berlusconi per questi cinque lunghi anni. Proprio per questo, nonostante il pm Fabio De Pasquale non sia riuscito ad ottenere la condanna, Longo non nasconde la propria insoddisfazione per la prescrizione del proprio assistito: "Una sentenza così è da impugnare tutta la vita...". Nella sua arringa conclusiva, la difesa di Berlusconi aveva, infatti, chiesto la piena assoluzione dell'assistito per non aver commesso il fatto. Linea confermata anche dall'avvocato Niccolò Ghedini che ha espresso l'auspicio di avere una assoluzione piena dal momento che la difesa è convinta che "Berlusconi se la meriti".
Tra novanta giorni saranno pubblicate le motivazioni con cui il tribunale milanese ha decisio di prosciogliere Berlusconi chiarendo così se la presunta corruzione è stata commessa o meno. Berlusconi era infatti accusato di avere corrotto Mills ricompensandolo con 600mila dollari dopo che aveva mentito alla procura di Milano quando era stato interrogato come testimone sui conti offshore della Fininvest (leggi l'articolo).
In realtà, proprio l'avvocato inglese fu il creatore di questi conti. Pertanto, a detta dei legali dell'ex premier, avrebbe dovuto essere indagato fin dall’inizio anche lui, come avvenne solo molti anni dopo. Se Mills non era un testimone, non aveva l’obbligo di dire la verità. Ed è per questo che il reato si dissolve in nulla. Secondo i calcoli fatti dal tribunale di Milano, la prescrizione è scattata tra il 15 e il 18 febbraio scorso: i giudici hanno, infatti, considerato l’11 novembre del 1999 come giorno in cui sarebbe stata commessa la presunta corruzione.
A questo punto De Pasquale valuterà se ricorrere in Cassazione contro la sentenza del tribunale di Milano. Tuttavia, considerando che il ricorso può essere fatto solo dopo il deposito delle motivazioni, i tempi per un nuovo processo sarebbero strettissimi anche se la Suprema corte dovesse accogliere il ricorso della procura. La pubblica accusa aveva, infatti, fatto coincidere la prescrizione col giorno 17 luglio 2012. Per il momento, tuttavia, una dato rimane incontrovertibile: dopo aver fatto profondi danni al Cavaliere, al governo e al Paese l'assalto politico e giudiziario ha fallito. Ma a quale prezzo?
IlGiornale.it
Che ne pensate?