Zeitgeist, sei ridicolo!
Zeitgeist, sei ridicolo!
I forum sono una communità virtuale dove si esprime il proprio parere, si dialoga e ci si confronta da persone civili. Quindi smettiamola con questi botta e risposta a colpi di " siete ridicoli".
Infatti, abbiamo espresso tutti il nostro parere tranne lui, che continua a dirci che siamo ridicoli per come la pensiamo.. Sinceramente da uno che nenache mi conosce non mi faccio dire che sono ridicolo! Comunque chiudo!
Scusa Canalfeder!
Zeit, a me invece pare che tu sia arrivato a un punto della discussione (quello in cui ti facevo appunto notare che per giudizio nessuno di noi intende categorizzazione e processo di conoscenza, appunto, una cosa innata come tu dicevi, ma invece si intendeva qualcosa appartenente a un campo semantico diverso, cioè quello che implica un giudizio di tipo morale), in cui ti sei interessato solo di piazzare faccine ridenti al posto di rispondere. Non ti nego che ho pensato fosse una scappatoia dovuta all'assenza di una risposta da parte tua.1) Il mio pensiero è espresso a pagina 3 e 4.
2) Trovo ridicola questa morale conformista secondo la quale ogni valore equivale ad un altro qualsiasi e che quindi tra una persona che costruisce se stessa ed una che si distrugge non vi sia alcuna differenza. La giudico ridicola perché è ridicola. Anche stupida. Scegli tu quello che più di aggrada.
3) E smettetela di fare i piagnoni.
Io trovo molto più morale giudicare il prossimo in base a leggi di matrice cristiano-cattolica (la religione cristiana vieta nella maniera più assoluta atteggiamenti di autolesionismo, di qualsiasi tipo, poiché il corpo è un dono ed è sacro). Quindi io francamente preferisco non giudicare una persona in base a un solo atteggiamento che secoli e secoli di cultura mi hanno fatto vedere come sbagliato, ma preferisco considerare una persona nel suo insieme, prima di condannarla in quanto persona autodistruttiva. (prima che venga riconosciuta una falla nel discorso: le culture non si rigettano, ma non si deve mai spacciare per innato quel che in realtà è costruzione culturale)
Trovo una cosa molto più intelligente capire il disagio che genera l'autolesionismo e cercare di rimediare al problema a monte. Questo se qualcuno che sta male è vicino a me. Se la persona in questione non la conosco, non mi pronuncio, perché, appunto, l'atteggiamento autodistruttivo non è l'unico tratto distintivo di una persona, e non posso comprendere la situazione nel complesso.
Questa non è matematica. E' vita, è esperienza e sono tutte cose che non hanno delle regole. Chi poi ha bisogno di regole fisse e precostituite per muovere ogni singolo passo e per categorizzare ogni singola cosa, ha dei problemi di flessibilità mentale e di attitudine al ragionamento. Ogni cosa va contestualizzata ed esaminata nella sua complessità.
Per il resto la giudico ridicola perché è ridicola continua a non essere un'argomentazione. Anzi, a dire il vero, oltre a questa tautologia, non c'è assolutamente nulla di argomentato nemmeno in questo post. A un'affermazione dovrebbe seguire un perché... o almeno, si spera che tutti siano in grado di fornirlo, un perché...
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Una ragazza intelligente come te che per portare acqua al proprio mulino deve costringersi a far finta di non leggere quello che ho scritto per tre pagine? Deludente. Sei arrivata nella discussione dopo di me. Io avevo già espresso il mio pensiero. Citami qualche mia frase tautologica e ti darò ragione.
Naturalmente a te conviene portare il discorso sulle faccine che ridono e naturalmente non troverai espressioni tautologiche. Quindi sei anche in mala fede. Ti credevo più onesta intellettualmente...
Whatever...
Il discorso culturale qui non regge, perché uno stile di vita autodistruttivo non è uno spinello, non è una pippata di cocaina, non è un'ubriacatura, è molto più. Non c'entra neanche la giustificazione in stile cattolico. Ed il mio discorso è tutto fuorché culturale. E' la tua ideologia buonista di fondo ad inquietarmi, volta unicamente a giudicare una persona nel suo insieme. Possibile solo in astratto.
Il mio discorso è puramente empirico, pratico, materiale. Una ragazza di 27 anni che muore dopo anni di abusi di droga, alcool et similia non è un modello positivo. E la sospensione del giudizio è una costruzione ideale più che una norma nel comportamento umano. Poi, il discorso che c'è dietro è anche psicologico, ma è più delicato. Si rischia di far assurgere Amy Winehouse ad un modello positivo di vita. E non devo accadere.
Ps. Apprezzo anche quel yesman che condivide ogni tuo post.
Ma infatti nessuno e in nessun post ha negato che il modello sia negativo. Ma, appunto, il modello. La persona in quanto tale, invece, è ingiudicabile perché non è giudicabile nella sua complessità. Questa è una differenza abissale ed è una cosa di cui io tenevo conto. Da nessuna parte ho scritto che le va fatto l'applauso. E' un modello da fuggire, ma al tempo stesso un essere umano da capire. Se per te è buonismo, io non posso farci niente. Per me si chiama empatia ed è una delle cose che ci rendono umani.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Come volevasi dimostrare. Ancora una scissione idealistica. Non puoi provare empatia per una persona e contemporaneamente criticare il modello che quella persona rappresenta.
Che poi io detesto anche il principio cristiano del porgi l'altra guancia, della pietas (nel senso religioso). E' una cosa terribile. Incita le persone alla cattiveria.
Dove sta scritto? Un modello è un'astrazione, una persona è una realtà. Uno può provare molte cose, bisogna solo avere la flessibilità mentale di concederselo.
Mentre invece l'intolleranza si è dimostrata per millenni un sistema valido? L'autorizzazione a sentirsi persone migliori di altre (partendo da basi di aria fritta) è la giustificazione da poco di persone insicure. O, nella maggior parte dei casi, è solo una cosa stupida. Ora è pietas, ora buonismo (e la pietas cristiana non è sinonimo di buonismo), ma secondo me è anche un atteggiamento di apertura mentale che non necessita di etichette.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Sì, ma bisognerebbe quantomeno sottostare al principio di non contraddizione. Altrimenti si parla a vanvera.
Chi ha parlato d'intolleranza?! La vita non è così manichea. E poi il fine del tuo discorso non mi piace... attraverso questo atteggiamento misericordioso si finisce per accettare tutto e mettere tutto nello stesso calderone. Una ventisettenne si droga? Va bene, va capita. Una quindicenne si vende per 50€? Comprendiamola. Se l'apertura mentale coincide con questa egualitarismo valoriale, allora non lo sono.
A mio parere tu confondi giustificazione con comprensione. Io, e credo nessun'altro qui dentro, non sto giustificando l'abuso di droga della Winehouse, ma cerco di non affrettarmi nei giudizi perchè non conosco la persona, e con essa le situazioni e dinamiche che si sono instaurate prima di arrivare alla tossicodipendenza, e che ne sono la causa. Per rispondere a qualcuno (forse tu) educherò i miei figli a non avvicinarsi alla droga, ma se mai lo faranno non li lapiderò e disconoscerò, semmai cercherò di capire dove ho sbagliato e perchè sono arrivati a questo. A me questo sembra tutto fuorchè buonismo. Invece intravedo del moralismo nel tuo discorso che sfocia in "facciamo di tutta l'erba un fascio"; tu non condanni il comportamento autodistruttivo, ma la persona che lo ha assunto senza porti delle ovvie e necessarie domande in merito.