Ecco che combina una che deve fare millemila cose ed ha pochissimo tempo. Si chiude nel suo mondo e zac, scrive cose insensate
Va beh.
Dovrebbe essere un piccolissimo ed insulso capitolo di un altrettanto insulso racconto che sto tentando di scrivere.
Ho già scritto qualche altro pezzo, il problema è questo non so dove piazzarlo.. Va beh, se continuerò a lavorarci su, vedrò dove inserirlo.
Comunque questo pezzo l'ho appena scritto, sfornato 10 minuti fa direttamente qua sopra..
È sicuramente da rivedere, da modificare e correggere, perché alcune parti sembrano essere un po' sconnesse. Ma per il momento lo lascio così perché non so dove mettere mano è una bozzetta, insomma.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, se e cosa vi trasmette, se c'è qualcosa che non va..
Insomma, accettatissime critiche costruttive!
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Avvolta in un manto di seta nera, stesa nel retroscena di un palcoscenico rimasto vuoto, Marléne piangeva.
Bella e incantevole come la notte che l'accoglieva silenziosa fra le braccia.
In un solo attimo, tutta quella bellezza si dissolse nei frammenti di uno specchio spezzato nel silenzio.
Mille facce, mille labbra, mille occhi e mille lacrime che si riflettevano e si scontravano, si cercavano, si perdevano in quelle piccolissime venature opache.
Senza un riflettore che le illuminasse quel volto dipinto, senza mani che applaudissero i suoi sbagli e le sue debolezze, senza una messa a fuoco che distinguesse quei suoi pensieri confusi e sfocati nel buio.
A chilometri da lei, distante e inconsapevole, René avanzava nel freddo della città, fra i pensieri, i profumi ed i volti delle persone folli, sognanti, assopite, distratte e confuse.
Camminava ed osservava, dimenticandosi per un istante delle parole dettate su un copione sbiadito e stropicciato, sorridendo per una realtà improvvisata e fugace.
Avrebbe voluto stringere la mano di Marléne per far scivolare via e per sciogliere il freddo incurante dei loro sguardi.
Avrebbe voluto stringerla, per non perdersi da solo in quell'alone diffuso dell'autunno. Per perdersi con lei. In un orizzonte diluito nella leggerissima pioggia che scorre dagli occhi di Ottobre e bagna le strade affollate e colorate. Come un quadro dipinto ad acquerelli e sogni.
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