Capitolo 2 - La balotta dell’intorto



Intanto che Sergay si poneva questi dubbi amletici, vagava per le lande Ser Battista da Burdigone, per gli amici Batty. Era un giovane mago appena patentato che bighellonava per varie contrade ansioso di provare gli incantesimi che aveva imparato all’accademia. Si era iscritto all’accademia dei maghi per imparare alcune magie che gli rendessero la vita sentimentale più facile (si sa che a quei tempi le fanciulle la davano via molto meno facilmente). Durante la sua permanenza all’accademia scoprì di avere un’autentica passione per l’arte occulta, tanto che passò gli esami finali con il massimo dei voti. Ora che la scuola maghi era terminata, era tornato in lui l’interesse per l’altro sesso e così stava gironzolando per le lande in cerca di giovani fanciulle, anche se con scarsi risultati. Infatti di ragazze non ce n’era neanche l’ombra.
Con una catenella da Water Closed aveva legato il fedele grimorio alla cintura e portava in mano un bastone che al posto del pomello aveva un’immagine terrificante che era il simbolo della sua casata : il burdigone, il noto mostro mitologico che con la sola occhiata rendeva impotenti gli uomini che lo guardavano.

Durante uno dei suoi tragitti senza meta, incontrò un gigantesco guerriero che teneva un grande martello da battaglia sulle spalle. Quando da lontano lo vide, subito tenne pronto il libro degli incantesimi per metterlo fuori combattimento, ma il guerriero si rivelò amichevole.
“Buongiorno a te, gentile amico. Hai per caso qualcosa da mangiare?” chiese il guerriero.
“Beh.. dipende, signore. Come vi chiamate?”
“Signore? Io non vedo nessuna signora, forse hai dei problemi alla vista, dato che ne vedi più di una.”
“Ma no.. quello era un plurale maiestatis!”
“Plurale maiestatis direi proprio di no.. siamo in febbraio, quindi sarà più opportuno il plurale maiinvernis!”
“Lasciamo stare. Come ti chiami?”
“Mi chiamo Ser Montone Farinaceo da Tigella, gli amici mi chiamano Monta, i nemici mi chiamano il Tigellone. A dire il vero io non ho nemici, anche perché coloro che mi chiamano Tigellone li ho uccisi tutti con una gentile pigna sui denti. He he he.”

Il Tigell...volevo dire il guerriero, era armato con un grande martello da guerra che ricordava un batticarne, e come arma supplementare lanciava dei dischi farinacei che si insinuavano nel corpo del nemico e lievitavano così da farlo esplodere. Queste armi speciali venivano usate il meno possibile, perché solitamente Ser Monta se le mangiava.

Considerando che un guerriero del genere era meglio averlo come amico che come nemico, il mago evitò di chiamarlo Tigellone, e questa fu un’ottima mossa perché grazie alla sua accortezza diventarono subito amici. Bisogna anche dire che i due avevano in comune un senso dell’umorismo al limite della demenzialità, che se da loro era apprezzato, da tutti gli altri era considerato terrificante.
I due trascorrevano le loro giornate alla ricerca di qualcosa: Batty di una ragazza, Monta di qualcosa da mangiare. Durante un’escursione in un bosco furono assaliti da un elfo.
“Altolà! State entrando nelle lande del Tavò, identificatevi!” disse l’elfo.
A quest’ordine Ser Montone estrasse dal taschino uno specchietto, e guardandosi disse “sì sì stia tranquillo, sono proprio io!”
“Non in quel senso, imbecilli” Disse l’elfo “ditemi chi siete!”
dopo che i due dissero i loro nomi, lo sconosciuto disse : “Piacere di conoscervi, io mi chiamo Lord Alvaro della Casata dei Tavò, ma gli amici mi chiamano Della”.
“Della?” chiesero gli altri due?
“Sì” rispose Alvaro “E’ usanza di noi elfi usare come soprannomi delle preposizioni articolate.”
“Beh” chiese Ser Montone “e se uno si chiama Nello lo soprannominate In ?”
Nessuno gli diede ascolto.

Il gruppetto era formato da tre baldi avventurieri, alla ricerca di qualcosa : Battista e Alvaro cercavano femmine, il cavaliere delle tigelle andava cercando da mangiare. Un momento, questa frase l’ho già detta una pagina fa.

Beh, durante i loro vagabondaggi i tre si recarono a Bazzano Town. Stranamente i cancelli erano chiusi. Sergay, il chierico cerimoniere di Lord Gibbo l’Oscuro.
“Che volete?”
“Mah, pensavamo che qui nella capitale delle lande ci fosse ciò che stiamo cercando.”, risposero i tre avventurieri all’unisono.
“Beh, certo non c’è quello che sto cercando io” disse Sergay “ma se volete posso vare compagnia a tre bei maschioni come voi, mi volete nel vostro gruppo?”
“Perché no!? Così potrai aiutarci a superare le avversità che ci si pareranno davanti” disse il Tig.. volevo dire Ser Monta.
“Fantastico! Io mi chiamo Sergay il lupo grigio omosessuale plumone ed alopecico da Stalingrado, voi chi siete bei figaccioni? ”

A questa domanda i tre rabbrividirono. Un sodomita nel gruppo non era certo qualcosa di edificante. Allora Ser Battista ebbe un’idea folgorante :
“Lancerò un incantesimo!”
“Wow, finalmente il primo incantesimo di questo libro!” Disse Ser Monta.
Le parole del mago risuonarono nella radura davanti ai cancelli :
“PROTEZIONE ANALE! Ad renovata salutem chiapparum «H» Preparationis Evocatio, vas-des-in-mani... Ah, no scusate, quello è l’incantesimo di cura, aspettate che riprovo.”
Dopo aver consultato rapidamente il suo grimorio, Ser Battista ritentò :
“PROTEZIONE ANALE 2.0 ! Ob timorem fricchettonum ego clamo protectio culibus virorum, In - sanct - des - flam - ylem ! ”
Con un fragoroso “Swoooosh” un’aura azzurrina si depositò sul deretano dei tre avventurieri, ora Sergay avrebbe anche potuto essere l’ultimo della fila, tanto ad ogni tentativo il suo “biscottino” avrebbe preso fuoco.