veroOriginariamente inviata da °EvaLuna
veroOriginariamente inviata da °EvaLuna
Originariamente inviata da Yvi
Oltre a dire che la persona che ti sta affianco può ritenersi davvero fortunata.
Dico: Madonna Yvi, favolosa...
Ma dai grazie (fortunato? direi sfigato perché la Yvi è più pesante di un elefante ). È una paranoia da insonne :smt003Originariamente inviata da Il lupo
Ripeto, grazie ^^
Parole molto belle yvi
Pienamente d'accordo
E un grazie a °Evaluna e tutti gli altri.
Grazie nuovamente
belle parole Yvi ^^
c'erano troppe cose da riportare nella stessa pagina...
ma questa...Dio mio...
L’acrobata dalle gambe lunghe corre sul filo delle sue parole
- quelle che usa troppo spesso, quelle che troppo poco –A volte è dannatamente buffo. Tutto, dannatamente buffo.
Come io stia lì ad appallottolarmi versi nel cervello,
quello, è davvero buffo.
Nel delirio della febbre
(stanotte ho cantato nel sonno- o forse abbaiavo)
Ho immaginato,
no, invece,
non ho immaginato nulla.
Mi sono accorta.
Piuttosto.
Che sono finiti i tempi della signora dei fiori gialli
- e del suo postino –
che sono finiti i giorni, trascorsi a quantificare,
memorizzare,
e ridipingere,
i molteplici riflessi della luce sul volto di un uomo.
Sono quasi una donna.
Nel mio patetico count-down brucio la mia adolescenza di provincia
- da quanti anni non esiste più? –
e mi vesto dell’abbigliamento più consono alla città,
all’età adulta,
a quella che chiamavo “la vita vera”
- giuro, al pensiero tremo –
Sono quasi una donna.
Tu sei quasi un uomo.
E mi sono accorta.
Piuttosto.
Che sono un’eroina mancata,
e tu un eroe fallito,
passavamo il tempo ad elevarci talmente in alto
- l’arte, l’arte-
seduti in macchina,
nei parcheggi di notte.
L’epopea sfiorata,
mio Ulisse,
noi che non sappiamo esplodere, che non ci riusciamo,
anche se \ anche se \ anche se
- ‘m so fleshy, darling –
Sono carne, e così poca spiritualità.
Ma sono
Carne congelata.
Fibre di tessuto muscolare
Ibernate e immolate a quell’altare
Che ci priva del più divino squallore.
Siamo imperfetti.
Nel profilo e nelle forme.
Sono odiosa.
Sei pedante.
Io rutto.
Tu russi.
Non abbiamo le angeliche sembianze dei piccoli innamorati da fototessera.
Non più, perlomeno.
Però mi sono accorta.
Davvero.
Della mia natura
Scostante e terribile.
Non sono Penelope,
mio Ulisse,
sono qualcosa di molto più reale.
Non sono Virginia,
non sono “io e te, poi nessuno”,
non sono “ti amerò per sempre”.
E non ti immagino tra quarant’anni,
così come non immagino me.
Sono carne congelata, niente di più.
Due gambe lunghe, un naso importante
e tante parole nell’hard-disk nel mio computer.
Non so quanto durerà.
Davvero.
Non lo so.
Mi lascerai andare, se te lo chiederò?
Oppure, mi porterai con te?
Per ora,
comunque,
ti amo.
Perché è tutto così dannatamente buffo.
Difficile dire se il mondo in cui viviamo sia una realtà o un sogno.
Le più belle sono quelle di sari.