Non so se è la sezione giusta, lo dedico a chi vuole ricordare.

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25 aprile

La chiusa angoscia delle notti, il pianto
delle mamme annerite sulla neve
accanto ai figli uccisi, l’ululato
nel vento, nelle tenebre, dei lupi
assediati con la propria strage,
la speranza che dentro ci svegliava
oltre l’orrore le parole udite
dalla bocca fermissima dei morti
“Liberate l’Italia, Curiel vuole essere avvolto nella sua bandiera”.
Tutto quel giorno ruppe nella vita
con la piena del sangue, nell’azzurro
il rosso palpitò come una gola.
E fummo vivi, insorti con il taglio
ridente della bocca, pieni gli occhi,
piena la mano nel suo pugno: il cuore
d’improvviso ci apparve in mezzo al petto.
Alfonso Gatto


Eugenio Curiel, nato a Trieste nel 1912, laureato in Fisica a Padova con una tesi sulle disintegrazioni nucleari, fu arrestato, torturato, confinato a Ventotene. Col nome di Giorgio partecipò alla Resistenza.
Fu ucciso a Milano da un gruppo di Brigate nere il 24 febbraio 1945, di primo pomeriggio, tra piazzale Baracca e piazza Conciliazione. Gli è stata conferita la medaglia d’oro al valor militare. Solo questo andava precisato, in coda alla poesia di Gatto. Perché le parole, per chi ci crede, non hanno bisogno di spiegazioni. Camminano e arrivano a destinazione, o inciampano e cadono, da sole.
Preso interamente da qui